E Vorrei Poter Comprendere

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Stiles rimase confuso mentre attraversava i corridoi, gli alunni parlottavano nervosi tra loro, era accaduto forse qualcosa? Con quella strana inquietudine che si era accumulata sulle spalle entrò in sala insegnanti ritrovandosi avvolto da un chiacchiericcio innaturale, troppo alto e fitto per quell'ora del mattino. Non gli ci volle molto per individuare la fonte del nervosismo generale, Theo stava comodamente seduto alla sua scrivania, le stampelle erano appoggiate ad essa distrattamente, l'uomo era circondato da diversi altri insegnati curiosi o preoccupati. Stiles fece una smorfia spingendo per giungere davanti al suo collega << Non dovresti essere qui >>. Theo alzò un sopracciglio offeso << Buongiorno anche a te. Ti avevo avvertito che sarei rientrato in settimana >>. << Hai detto venerdì >> lo riprese incrociando le braccia al petto Stiles. << Non capisco quale sia il problema se rientro qualche giorno prima? >> sbotto Theo roteando gli occhi al cielo. << Nessuno, solo potevi avvertirmi quando abbiamo parlato ieri >> borbotto Stiles, in verità il ritorno anticipato di Theo era una buona cosa per lui, lo avrebbe potuto aiutare con il gruppo di lacrosse, sapeva quanto era temuto tra i ragazzi. Eppure, il sapore amaro tra le sue labbra persisteva, c'era una parte di lui che era terrorizzata, se Theo era tornato, non c'era motivo per lui di continuare con il comitato. Stiles si sedette alla sua scrivania irritato, detestava sul serio farne parte, Lydia era molto puntigliosa sulle decorazioni e tutto, partecipare a quel comitato gli aveva solo rubato del tempo, giusto? Percepì lo sguardo tagliente di Theo sul viso, alzò il volto per incrociarne gli occhi, Rakaen gli regalo un mezzo sorriso furbo, quasi sapesse tutto e Stiles si chiese se era davvero così, Theo non poteva leggere nella mente altrui vero? Il collega fu però distratto da Lydia incuriosita dal suo rientro anticipato, si chiedeva se gli alunni sarebbero rimasti ancora divisi o subito rimessi a seguire le lezioni di Theo.

Stiles si rilassò ma la sua quiete duro poco, infatti il Coach lo affianco con sguardo torvo << Stilinski >> disse con fastidio. << Si? >> rispose Stiles spostando tutta la sua attenzione su di lui, conosceva in verità già il motivo dietro tale gesto. << So che hai messo in punizione un gruppo dei miei atleti >> riprese il Coach con voce grave << Cosa hanno fatto questa volta? >>. << Nulla di cui si deva preoccupare >> disse evasivo Stiles, spiegare la situazione all'altro uomo sarebbe stato troppo complicato e una perdita di tempo inutile, dubitava che avrebbe potuto aiutarlo davvero. << Sai neppure loro mi hanno voluto spiegare il perché della punizione; quindi, sospetto non sia 'nulla' >> ribatte testardo l'uomo più grande, sembrava intenzionato a saperne il motivo, il che di per sé era strano per uno come il Coach che tendeva a voler sempre sapere il meno possibile sui disastri dei suoi allievi, forse si era reso conto di quanto fosse diversa questa punizione? Stiles titubo ma ebbe la prontezza di rispondere << Si sono comportati in maniera inadeguata durante la lezione >>. Il Coach sembrò confuso a quella risposta << Davvero? Solo questo? >>. << Già >> confermo la bugia Stiles. L'uomo annuì leggermente aggrottando la fronte e poi riprese con il solito tono di disinteresse << Non credi allora di aver esagerato con la punizione? >>. << Deve essere esemplare, sennò non la smetteranno mai >> si giustificò Stiles. << Capisco, ma ancora mi sembra troppo >> ammise sincero l'altro << Anche tu e gli altri eravate dei babbuini urlanti con tanto di colpi al petto >>. Stiles rise leggermente a quella descrizione, sapeva benissimo di non essere stato un angelo, beh più che lui, Scott era stato un disastro da giovane o peggio Liam con i suoi continui stupidi scherzi. << Sono solo scimmie, lasciali liberi di far ciò che vogliono ora che possono >> si limitò a consigliarmi il Coach prima di alzarsi per dirigersi chissà dove. Stiles si lasciò andare sullo schienale, l'altro uomo aveva ragione, era solo ragazzi, erano solo adolescenti che credevano di essere invincibili, infondo tutti a quell'età crediamo di conoscere i segreti del mondo quando a malapena sappiamo come allacciarci le scarpe.

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