Il mio piccolo e solitario pianeta

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Uscii dall'infermeria un bel po' di tempo dopo, e con un mal di testa che non mi dava tregua. Anche se il mio naso aveva smesso di sanguinare, l'emorragia al cuore scatenata dal litigio con Rob non accennava a darsi una calmata. Comunque ero ancora vivo e il mondo sembrava immune ai miei drammi, e perché avrebbe dovuto preoccuparsene? Non era mia colpa sua, della sua rotazione o dei pianeti tutt'attorno, se non facevo che commettere errori. Certo che quel continuo girare mi dava un po' il voltastomaco, ma solo perché sembravo essere l'unico essere umano che non era in grado di adattarsi alla direzione verso cui tutti stavano andando.

Dopo aver recuperato un cambio dal mio armadietto mi trascinai fino allo spogliatoio riservato alle squadre sportive, perché non avevo voglia di rientrare a casa con i vestiti imbrattati di sangue, rispondere alle domande di mia madre e raccontarle di com'ero finito a fare a botte con la mia migliore amica – che lei adorava. Guardai gli ultimi ragazzi di ritorno dagli allenamenti, mentre uscivano dal bagno muniti di espressioni stanche, ma felici. Mi passarono di fianco senza neppure notarmi, instillando nuovamente in me il dubbio che mi assillava da tutta una vita: ero davvero lì, o esistevo su un piano del tutto diverso dal loro? Possibile che quando non indossavo una gonna e mettevo l'eyeliner sembrava che il mondo e le sue cose – persone, oggetti – mi passassero attraverso come un aereo con una nuvola?

Entrai in bagno e lasciai che la porta si richiudesse alle mie spalle. L'aria era gremita del vapore delle ultime docce e profumo di bagnoschiuma. La condensa avvolgeva le piastrelle di ceramica del muro, le panche di legno e i vetri degli specchi. Senza poter scorgere il proprio riflesso era ancora più difficile credere di esserci per davvero.

Scrissi un messaggio a mia madre e l'avvisai che avrei fatto tardi, nella speranza che cenasse senza di me. Con un po' di fortuna avrebbe lasciato la mia porzione in frigo e sarei riuscito a non incrociarla se non per un fugace saluto. C'erano giorni in cui lo sguardo di un genitore pesava più di mille tonnellate.

Tolsi la giacca della divisa scolastica e sbottonai la camicia macchiata di sangue, poi mi infilai sotto la doccia con le spalle ricurve e la testa china. Azionai l'acqua e un primo getto gelido mi diede i brividi, ma mi aiutò a ricordare a me stesso che i fantasmi, dopotutto, non potevano provare freddo. O forse sì? Ben presto quell'orribile sensazione svanì, sostituita da un calore piacevole e rassicurante. Chiusi gli occhi, poi reclinai la testa e lasciai che l'acqua si intrufolasse tra i miei capelli. Avrei tanto voluto restare lì per una vita intera, lontano da quella stupida scuola, dai miei stupidi compagni e dalla mia stupida famiglia. Sarebbe stato davvero stupendo poter perdere consistenza e scivolare giù insieme allo shampoo e al bagnoschiuma, perdermi dentro lo scarico e scivolare dentro le tubature fino a raggiungere il mare. Invece no, ero incastrato in quella stupidissima vita proprio come un fantasma era costretto ad infestare sempre la stessa stanza.

Sentii un cigolio familiare, così mi accorsi che qualcuno doveva aver azionato la doccia di fianco alla mia. Lanciai una rapida occhiata alle mie spalle, così da identificare l'ultimo arrivato. Una densa nube di vapore faceva da muro tra me e chiunque avesse deciso di fare una doccia proprio lì, proprio in quel momento, proprio di fianco a me.

«Scusa» parlai d'istinto, «per caso hai un po' di shampoo?»

Lo dimenticavo sempre, era un classico. Anche Grey lo dimenticava sempre, ma nel suo caso era peggio perché lui era uno sportivo. Faceva docce di continuo!

Per un attimo pensai che il tipo non mi avesse sentito, ma poi una mano attraversò quella barriera di vapore e mi porse una bottiglietta di shampoo al muschio bianco.

«Grazie mille!» sorrisi a trentadue denti prima di afferrarla.

In quel preciso istante, mentre le mie dita sfioravano quelle del mio compagno di scuola, le particelle d'acqua tra noi si aprirono per rivelarmi l'unica persona che mai, per nessuna ragione al mondo, avrei voluto incontrare in un simile contesto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Apr 22 ⏰

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