XII. Un tentativo di sequestro

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Se domani non prendo almeno una "O" in Difesa Contro le Arti Oscure mio padre mi spedisce a Durmstrang. Che, per come stanno andando le cose qui ultimamente, non mi sembra nemmeno tanto una minaccia.

In biblioteca non si può parlare e io sento i miei pensieri. Non mi piace sentirmi, in questo momento. Vorrei solo... dormire, svegliarmi per lo spettacolo, tornare a letto e risvegliarmi un adulto soddisfatto. E invece no.

Mi tocca guardare James e Amalia che si scambiano occhiate fugaci invece di studiare.

Vorrei scambiarle io quelle occhiate con te, James. E poi magari finirei per imboscarmi con te da qualche parte nei giardini qui fuori. Ti bacerei a lungo, ti morderei il collo, giocherei coi tuoi capelli. Quanto sei bello. E quanto sei lontano.

«Psst, Malfoy!»

«Potter?»

Se siamo passati ai cognomi, allora tanto vale che fingiamo anche di non conoscerci.

«Senti ma... hai da fare domani sera?»

Potrei essere esiliato a Durmstrang domani, ma a parte quello non ho impegni.

«No, perché?»

«C'è una festa al dormitorio Grifondoro. Invita anche Albus.»

James mi fa un occhiolino, prende per mano Amalia ed esce.

Sbatto gli occhi interdetto. Questi incantesimi non mi entreranno mai in testa.

*

«No, no, no e no. Io non ci vado.»

«Ti prego, Al, fallo per me!»

«Mi vuoi morto? Dillo che mi vuoi morto.»

«Solo perché entreremmo nel dormitorio di Grifondoro?»

«Sono sette piani di scale, Scorpius. Più quelle della torre. E non mi guardare così, sai!»

«Ti prego Al! È l'unica occasione che ho per... capito... no?»

Albus alza gli occhi al cielo, è il segno evidente che ci sta pensando e sta per dire di sì. Gli sorrido per incoraggiarlo. Lui sbuffa, lo so che fa solo finta.

«Va bene. Però torniamo prima del coprifuoco.»

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