Vecchie conoscenze

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A questo punto della storia è quantomai necessario sprecare un etto di parole per parlare della prof.ssa Cocco.

Nome completo: Eufrasia Cocco; stato civile: nubile.

Eufrasia crebbe in un ambiente culturalmente molto stimolante. I genitori erano professori universitari e lei, ancora fanciulla, godeva e assorbiva tutte le istanze che siffatti genitori le procacciavano. Laureatasi col massimo dei voti, aveva deciso di seguire le orme paterne e materne e lanciarsi nel variegato mondo della scuola, ma non ritenendosi all'altezza di un ateneo, aveva riversato tutte le sue aspettative sulla scuola pubblica superiore di primo grado, quella che viene ancora volgarmente detta Scuola Media.

I suoi primi anni di insegnamento furono esaltanti. In lei bruciava la sacra fiamma della conoscenza e l'obiettivo di illuminare le giovani menti stava sempre davanti ai suoi occhi. Però, ben presto, il suo entusiasmo fu messo alla prova. Avvicinandosi al capoluogo della sua regione, se da un lato poteva risparmiare un bel po' in benzina, dall'altro venne a contatto con orde di studenti sempre più irrispettosi, refrattari alla cultura e indolenti. In qualche caso, anche puzzolenti. Queste esperienze misero a dura prova Eufrasia Cocco anche se, a onor del vero, la ragione profonda del suo cambiamento fu l'amore non corrisposto per un collega (sul quale torneremo poi). Dunque, le delusioni del cuore trasformarono Eufrasia in una donna cinica e severa e quando giunse nella scuola frequentata dalla nostra Stella Deiana, la professoressa si era ormai trasformata in Sauron.

Fulminava con lo sguardo gli studenti e mentre enunciava il teorema di Pitagora con ancora un discreto entusiasmo, inceneriva chiunque avesse davanti. I discenti, nessuno escluso, finalmente la temevano. Questo era il risultato ottenuto: quando lei entrava in classe non volava una mosca e, se avesse volato, sarebbe stata prontamente spiaccicata contro il muro dell'aula.

«Non so proprio di chi stia parlando...» disse Stella alla donna che l'aveva, ahimè, riconosciuta.

«Ripeto: Stella Deiana 3^A, e ora ricordo perfettamente anche perché ti avevamo sospesa.»

«Signora, le ripeto che...»

Eufrasia Cocco, in pensione da quasi 10 anni, fissò Stella con sguardo da metaldetector. Una radiografia in tutto e per tutto, anche se dalla potenza devastante sarebbe più giusto paragonarla a una colonscopia.

Stella tentennò e, conoscendola, questo non era da lei.

«Ti avevamo beccato a fumare nel bagno dei maschi e non solo a fumare! Stavi...»

«Ok, ok! Sono io! Lo ammetto, sono io. Va bene?»

Stella lanciò uno sguardo furtivo a Furio ma, come altre volte in passato, lui non era sconcertato ma decisamente divertito.

E decisamente curioso. «Io voglio sapere che facevi nel bagno dei maschi oltre a fum...»

Lei lo afferrò con la sua solita vigoria, quella tipica di un boscaiolo del Kentucky, e lo trascinò lontano, dimenticando di salutare la professoressa che la seguì scuotendo il capo con disapprovazione

«Un giorno, però, me lo dovrai raccontare...» chiarì lui, lasciandosi trasportare lontano.

«Solo sotto tortura», dichiarò lei seria.

E questo poteva a prima vista apparire come uno scampato pericolo, peccato che, davanti a loro, si materializzò una minaccia ancora più grande di Eufrasia Cocco.

Don Alberto, nel lungo abito talare (che non rendeva affatto giustizia ai suoi polpacci muscolosi) si parò davanti ai due giovani in tutta la sua magnificenza di uomo di Chiesa.

«E voi quando vi sposate?» chiese don Alberto, senza mezzi termini.

Furio aveva già potuto constatare quanto l'uomo fosse convincente. Non era passato troppo da che il prete lo aveva costretto a confessarsi contro la sua volontà e, dunque, il rischio era che proprio in quel momento l'uomo riuscisse a estorcere una data.

Il mondo di Furio & Stella - Il matrimonio di Manolo e InesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora