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La situazione era così esilarante che se Dazai fosse stato lì, non avrebbe potuto esimersi dallo scattare qualche foto.

Il ragazzo si sforzava di tenere gli occhi chiusi, mentre la donna col kimono continuava ad applicargli strati di trucco. Come se quel vestito lungo e stretto in vita non fosse abbastanza scomodo.

Continuava ad utilizzare la gravità per riuscire a stare dritto su quei tacchi a spillo senza appesantire tutto il peso sui piedi e stancarsi.

Avrebbe almeno voluto evitare di sembrare un clown con tutto quel trucco.

"Così dovrebbe andare" affermò Kouyo, guardando soddisfatta la sua creazione.

Convinto di aver terminato i preparativi, Chuuya si girò per guardarsi allo specchio e vedere come lo avevano combinato.

"Un'ultima cosa" lo fermò il boss, in mano una parrucca bionda boccolosa molto simile ai capelli di Elise.

"Deve proprio indossarla? È già convincente così, sembra proprio una ragazza" chiese Kouyo, beccandosi un'occhiata furiosa da parte di Chuuya.

"I suoi capelli sono troppo riconoscibili" spiegò il boss.

Dopo aver indossato anche la parrucca, Chuuya preferì non vedere come lo avevano conciato per quella missione.

Non poteva semplicemente fare a botte per far confessare i nemici come aveva sempre fatto?

Fuori la porta, per accompagnarlo alla serata di gala dove avrebbero dovuto infiltrarsi, c'era Dazai.

Non era giusto, lui era vestito normale, con un completo chiaro maschile e con i capelli acconciati all'indietro, rendendolo ancora più affascinante. Per l'occasione si era tolto anche le bende, in modo da non essere riconosciuto.

La cosa strana, era che non si trattava di un suo piano.

Percorsero il corridoio in silenzio, giungendo all'ascensore che li avrebbe portati al piano terra, dove li attendeva la limousine.

Dazai guardò l'orologio da taschino, apparentemente disinteressato a Chuuya, poi premette il pulsante per bloccare l'ascensore.

"Siamo in anticipo di cinque minuti".

Si avvicinò a lui, notando il ragazzo arrossire, indeciso forse se insultarlo o dargli corda.

"Sei proprio carino conciato così, peccato per questa parrucca".

Appoggiò la mano sul suo fianco, accarezzandolo, per poi scendere giù. Arrivo all'orlo del vestito e portò la mano sotto la stoffa, per accarezzare le gambe del ragazzo. Si sorprese a trovarci il tessuto delle calze, delle autoreggenti per la precisione.

Koyo aveva pensato proprio a tutto.

Si astenne dal baciarlo solo per non rovinargli il trucco.

"Non è giusto, perché non potevi essere tu a vestirti in modo così ridicolo?" sì lamentò il rosso.

Dazai non trattenne un sorrisetto.

"Per me non sarebbe stato un problema... Ma il boss deve aver pensato fossi più convincente tu... quindi fai il bravo cagnolino e obbedisci"

Nel mentre continuava ad accarezzargli le cosce, trattenendosi dal salire più su.

"Anzi... comportati da brava cagna".

Sussurrò queste parole al suo orecchio, accorgendosi di come si stava eccitando. Prima di essere scaraventato contro la parete.

"Cazzo... devi essere sempre così violento?" sbuffò Dazai.

My partner in crimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora