Extra

87 4 0
                                    

Mori era un uomo scrupoloso, teneva sempre in ordine la sua stanza ed il suo laboratorio, dove ancora di tanto in tanto visitava qualche paziente.

Con gli impegni da boss, però, non gli era sempre possibile occuparsi di tutto. Era una vita stressante la sua.

Soprattutto in quel periodo.

La mafia aveva appena combattuto una guerra (ovviamente avevano vinto), e c'era da sistemare tutto.

Tanti ordini da dare, tante scartoffie da riempire e frequenti incontri con i boss rivali ed il governo per firmare accordi.

Era perciò stato contento quando Dazai, il suo pigro ed indolente subordinato, si era offerto di dargli una mano.

Pensando ad uno scherzo, Mori gli aveva chiesto di sistemargli casa.

Certo, c'erano i domestici ad occuparsene, ma c'erano cose a cui Mori provvedeva personalmente.

Con suo grande stupore, Dazai aveva accettato.

Aveva sistemato tutti i vestiti di Elise nell'armadio, ordinato gli schedari della portmafia conservando i documenti in ordine cronologico e scrivendo da zero degli indici che avrebbero aiutato il boss a trovare i documenti desiderati.

Entrò nel suo laboratorio, trovandovi un Dazai che tirava a lucido tutti i suoi strumenti.

Sorprendente.

Se non lo avesse conosciuto bene, Mori avrebbe pensato che gli stesse leccando il culo per ottenere qualche favore. Siccome Dazai era enigmatico ed imprevedibile, non era sicuro fosse così.

Magari stava progettando di ucciderlo e prendere il suo posto.

Doveva stare attento.

"Dovrei chiederti un favore, boss".

Quindi stava banalmente facendo il leccaculo.

"Dimmi Dazai".

Il ragazzo si asciugò le mani con un panno, si era bagnato anche le bende mentre lavava gli strumenti, di sicuro doveva essere fastidioso.

"Ho bisogno di una vacanza... sto lavorando troppo".

"Non mi sembra tu stia lavorando troppo".

"Anche Chuuya... ho sentito dire che è in burnout, anche a lui servirebbe una vacanza...".

Il boss fece finta di non capire. Sapeva che i due stavano insieme, era palese, e sinceramente non aveva idea del perché non lo rivelassero apertamente.

Chi avrebbe osato contraddirli?

Però, i due ragazzi continuavano a volerlo tenere nascosto, quindi avrebbe fatto finta di nulla.

Era divertente.

"Siete due risorse importanti, potrei mandare prima te e poi parlarne con lui e farlo partire al tuo rientro..."

Dazai si morse il labbro.

Era un ragazzo dall'intelligenza straordinaria, in grado di mettere nel sacco quasi ogni adulto, ma era ancora un ragazzino e sulle questioni sentimentali era impacciato come chiunque altro.

Forse anche di più.

"Sarebbe meglio avessimo le ferie insieme... perché...".

"Per quale motivo?" chiese pazientemente il boss.

Incrociò le dita sotto al mento, poggiando i gomiti sulla scrivania.

Cercava di non scoppiare a ridere.

"Dobbiamo andare a trovare un amico! Ci ospita a casa sua...".

Morì scoppiò a ridere.

"Posso darvi due giorni, non di più".

My partner in crimeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora