Mutamenti

37 1 30
                                    

Ritornati a casa, nei palazzi e nelle vie della memoria, ci si riadatta.

Assisi depone l'ascia di guerra e la vita riprende il suo placido, prevedibile corso, un fiume incanalato di nuovo nelle sue anse dopo che ha strabordato. Giorni di mercato e giorni di fiera. Mattinate soleggiate, pomeriggi sonnolenti e vuoti. Allodole che gozzovigliano, trillando e acciuffandosi nell'etere azzurro. Gli ulivi s'inchinano, abbondanti di olive. I braccianti mietono, abbronzati, le donne filano sull'uscio di casa e ognuno ottempera alle proprie incombenze.

Spettegolando, naturalmente.

Chiara riesce a scongiurare più d'un fidanzamento. I pretendenti l'assillano, rampolli delle più antiche e solide casate d'Assisi. I Compagnani, i Tibaldi, i Corani, i Ghislerio, i Fiumi, albero che ha dato i natali a sua madre. Li respinge tutti, loro e le loro sortite galanti, i loro salamecchi fasulli e le adulazioni ruffiane alla sua famiglia.

Francesco, sul versante opposto, semina non trascurabile scompiglio.

Saltato a monte l'onore in battaglia, tenta la via delle crociate, arrualandosi nelle schiere del conte Gualtiero di Brienne, in partenza per le Puglia, da dove farà scalo in Terra Santa, unendosi alle crociate. Per un mese in città non si parla d'altro delle spese compulsive di Pietro di Bernardone per realizzare quella nuova trovata del figliolo. Armatura nuova, nuovo cavallo, corredato di armi fantasmagoriche.

Francesco saluta genitori e fratello, calcia gli speroni e va, va impetuoso come Galahad o Pellinore, ribaldo e affamato di conquiste come un lupo.

La prima volta si è disposti a sorvolare sul disonore e la figuraccia. Si era ammalato, disperavano di poterlo salvare, morso dalla febbre estenuante. Pace, passi. Ma pure la seconda? Costretto a stanziarsi a Spoleto, malato? Il destino lo vuole piantonato ad Assisi, dietro il bancone di quel truffaldino - tanto di cappello alla solerzia e all'impegno per arricchirsi con il proprio sudore, Pietro di Bernardone è rispettato per la sua esperienza - sant'uomo di suo padre, quel ragazzo!

E così Francesco ritorna, dopo aver venduto tutto, cavallo, armi, equipaggiamento, più malandato e smarrito di prima.

Uno smarrimento compreso da Chiara. Sembrano congiunti dal filo rosso del destino, lei e Francesco, speculari nelle emozioni, uno riflesso dell'altra. I loro momenti coincidono, le loro emozioni combaciano.

È in questo sbandamento disorientato che s'infila nella sua vita, o lui s'infila nella sua, vai a sapere chi s'interseca con chi e quali disegni ordisca Dio. Traslocando nel palazzo d'infanzia, ristrutturato a dovere dopo le insurrezioni, dato la trascuratezza in cui era incorso, ritrova anche le frotte di poveri e mendicanti elemosinanti un tozzo di pane, un sorso d'acqua, immondi e rattoppati.

Complici Pacifica, Bona e Caterina, nonché sua madre, che intercede sempre in suo favore quando Monaldo sbraita e la minaccia, Chiara sguscia di soppiatto dal retro di casa, se il tempo parteggia per lei, canestri di pane celati nelle falde del mantello o negli spiegazzi della tunica, dovendo altrimenti ricorrere alla delega alle cugine o terzi intermediari. Non sappia la tua destra di cosa si rende responsabile la sinistra, pontifica il Vangelo, e Chiara, senza remore o sogni di celebrità, nel silenzio delle opere buone, adempie all'evangelico dovere.

S'appressa cauta ai tuguri dei lebbrosi, naso e bocca coperti o, comunque, mantenendo una debita distanza con gli appestati. Regala loro pagnotte, bende monde, abiti da scartare.

Francesco - incredibile, la sua fobia lo faceva scappare a gambe levate al mero udire lo scampanellio avvisante d'un lebbroso nelle vicinanze - li frequenta.

Cos'è successo?

Pazzia, adducono gli abitanti di Assisi, ergendosi a giudici sopra tutti, nella modalità che adottano i paesani quando non sanno più come animare le loro monotone, barbose vite. Il ragazzo è pazzo. Quale sano di mente dilapiderebbe i suoi fondi in beneficenze totali, vendendo tutto, ma proprio tutto? Francesco scialacquava talleri già, re della gioventù. Ma divertirsi e far baldoria è una cosa, si è giovani solo una volta, meglio godere. Distribuire gratuitamente tonnellate di roba...

Il filo rosso del destino Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora