Resistenze

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La situazione si arroventa.

Elia, vessato dalle accuse e dalle critiche, è costretto a dimettersi. L'amicizia tra lui e Ugolino - pardon, Sua Santità Gregorio IX - si guasta, deragliando. Trova fortuna alla corte dello Stupore del Mondo e trova anche una bella scomunica coi fiocchi, direttamente da cui che un tempo lo caldeggiava.

San Damiano s'erge a faro di sostegno e protezione a tutti quei frati della prima ora, i primi compagni di Francesco che non cercano rifugio altrove, scappando le turbolenze che sta attraversando l'Ordine. Chiara li accoglie tutti a braccia aperte, tenendo testa a Ugolino. Una Regola imposta dall'alto? No! Lei l'ha scritta, vergata di suo pugno, sulle direttive di Francesco. Sì, una donna componente una forma di vita destinata ad altre donne. Inusuale. Mai visto prima.

Chiara ha trasgredito di nuovo. Ha osato di nuovo.

Incoraggia Agnese di Boemia sulla stessa via, foraggiandola di missive. Il Papa è irato, pone in guardia la principessa abbracciante la monastica povertà di non farsi abbindolare da qualcuno con più zelo che scienza.

Un forbito, elegante modo per darle dell'ignorante.

"Chiara di nome, più chiara per vita, chiarissima per virtù" scrive Tommaso da Celano in un capitolo della sua biografia di Francesco.

Il frate scrittore, autore di ben tre biografie di Francesco, contaminate da Ugolino e sodali, che ci tengono a sottolineare l'amicizia tra il pontefice e il Poverello, - certo! Mica l'hanno assillato allo sfinimento! - l'innalza già sull'altare, parlando di lei come di una santa. "Pietra preziosa e fortissima divenne la pietra basiliare per tutte le altre pietre di questa famiglia religiosa"; "nobile per grazia; vergine nel corpo, purissima di spirito; giovane di età, matura per saggezza; costante nel proposito, ardente ed entusiasta nell'amore a Dio; piena di sapienza e di umiltà".

«Ma cosa scrive, questo?» esclama stizzita leggendo quelle pagine. «Non sono ancora morta, io!»

Ma le cose si capovolgono, con il tempo: vent'anni dopo Chiara viene punita per la sua ribellione al papa con una sorta di damnatio memoriae: nella Seconda Vita scritta da Tommaso da Celano su Francesco, infatti, il suo nome viene completamente rimosso.

Tanto è stata esaltata nel primo libro, quanto ignorata nel secondo.

Ma di questo a lei certo importa ben poco: quello che le interessa è che – pur senza citarla – nel suo secondo libro Tommaso ci abbia infilato anche i suoi, di ricordi.

Il suo Francesco.

Ma soprattutto, scalpita d'intascare una nuova vittoria: Il Privilegio della Povertà, ovvero il Privilegio di non avere alcun privilegio. Che detto così sembra quasi una battuta spiritosa, ma invece è una cosa terribilmente seria.

E deve forzare la mano a Gregorio IX, per ottenerlo!

Una richiesta inaudita: ogni monastero al mondo si sostiene con rendite, proprietà, privilegi. Funziona così dalla notte dei tempi. Ma Chiara non ha nessuna intenzione di fare la monaca: lei desidera condividere la vita di assoluta povertà di Francesco e dei suoi compagni. Lei e le sue sorelle, quindi – esattamente come i frati – devono, vogliono, vivere del lavoro delle proprie mani e delle elemosine.

Senza alcuna sicurezza, senza alcuna garanzia e senza alcun genere di protezione.

«Se è per il voto che temi.» la rassicura Gregorio, il vecchio Ugolino, nel luglio dell'elevazione di Francesco sugli altari. «Noi ti sciogliamo dal voto.»

Che la decapitino piuttosto.

«Santo Padre per nulla mai desidero essere dispensata dalla sequela di Cristo!»

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