i cant handle change

18 4 0
                                    

Stanotte ho fatto dei sogni. Vari. Li ricordo ma tutti a stento. So solo che sono tutti collegati.
Nel primo ricordo di aver perso il mio ragazzo. Kacchan. Mi sentivo molto persa senza di lui, un dolore così grande che non riuscivo a reggere una tal perdita.
C'era una persona però, con me. Era un ragazzo. Sono sicura che appartenga al mio passato, ma non riesco nemmeno a capire se sia una persona reale o diciamo... in 2D. So che però mi ha tenuto compagnia in tutto questo tempo.
Ricordo che me ne ero dovuta andare via di casa, e che nel frattempo perdevo i miei genitori e mio fratello, la mia famiglia. Li perdevo tutti. Aspettavo che tornassero per me in quella sorta di posto lussuoso in cui ero bloccata con quel tipo, per riportarmi con loro. Era un posto bellissimo, di quelli in cui io personalmente vorrei vivere, con divani particolari eccetera.
Ricordo che a una certa trovavo un mio pigiama. Lo adoravo tanto: me lo aveva comprato mamma per dormire da mia nonna mentre lei era via a farsi operare per l'ernia. Non posso dimenticare quel periodo.
Lo guardavo, lo prendevo, e annuendo facevo: "già, vero, posso dormire anche con questo". Ora che sono a Bari non ho pigiami, a parte uno lilla che mi ha regalato nonna.
Io intanto aspettavo. Questo ragazzo intanto mi faceva compagnia, ogni tanto spariva e ogni tanto c'era.
Poi a una certa ho iniziato a trovare cose d'oro a terra. Prima un gioiello. Poi un altro. Un orecchino. Una catenina. Un ciondolo. Bottoni. Bottoni. Bottoni. Tutto d'oro. E me li prendevo. Prendevo tutto. Prendevo tutto quel che trovavo a terra, pure se era nella polvere. Prendevo tutto. Prendevo tutto e aspettavo. Rubavo in quella sorta di hotel lussuoso, e aspettavo i miei genitori. Aspettavo che tornassero a prendermi. Aspettavo di regalare qualcosa di quel che avevo trovato anche a loro. Volevo farlo. Volevo condividere tutto con loro.
Ma loro non tornavano. Non tornavano. Non tornavano per prendermi, per cercarmi. E io invece li cercavo. Li cercavo disperatamente. Per loro piangevo. Piangevo mentre li cercavo. Il dolore creato con la scomparsa di Kacchan, quel dolore sordo che aveva neutralizzato i miei sentimenti, stava diventando un dolore sempre più grande e insopportabile. Era così forte che continuavo a svegliarmi, ansiosa, e mi riaddormentando aspettando di trovare mamma e papà.
Rivolevo mamma e papà.
Ora ho fatto delle ricerche.
Perdersi nei sogni vuol dire che torni in modo ossessivo su pensieri, percorsi e ricordi negativi. Come se non si riuscisse a vedere oltre la realtà che si sta vivendo. È la manifestazione dell'ansia e della preoccupazione che affliggono la persona tutti i giorni.
Sognare di non trovare una persona vuol dire che il presente viene vissuto come periodo scuro. Io non ne trovavo più quattro.
Sognare qualcuno della tua infanzia: irrequietezza.
Sognare vecchi pigiami vuol dire che avete dei problemi ad integrarsi.
L'oro indica i tuoi desideri. Cosa vorresti che accadesse.
Quando lo raccogli da terra, indica che ti manca qualcuno e che stai cercando di rivivere le esperienze passate con lui o lei. Quando lo rubi, invece, significa che non hai la coscienza a posto; che ti sei comportato male, anche involontariamente, che provate rimorso; sai che la tua condotta non è stata buona abbastanza, e temi per le conseguenze.

Adesso vi racconto come sto.
Io sto proprio male. Giorni che sto male, che soffro l'ansia, che soffro e basta, che piango, che combino qualcosa, che sono irritabile, stanca, che non voglio vedere nessuno.
Ho litigato con mia madre una settimana precisa fa. Eppure mi sembra sia passato più di un mese. Ha smesso di parlarmi. Non mi scrive. Non mi chiama. Quando scrivevo loro la buonanotte, lei scriveva una risposta spiccia spiccia senta tutti i cuori e le faccine che metteva sempre.
Mio padre ha smesso di chiamarmi o di farsi sentire più di tanto da qualche settimana. Quando lo chiamavo per stare un po' insieme, lui era di malumore e mi diceva cose cattive. Una sera ho pianto e alla fine ho chiuso spiccia spiccia io. È passato così tanto che le uniche sue parole che ricordo, dette con la sua voce, risalgono a circa un anno e mezzo fa, in cui mi diceva in lacrime, unica volta in cui l'ho visto piangere per me, che "per qualunque cosa io potevo parlare con loro. Che dovevo farlo. Di non lasciarli mai".
Penso tanto al passato. Ad una cosa successa il 2 Dicembre 2021. Una cosa molto brutta e dolorosa che mi perseguita ogni autunno e ogni inverno.
Penso al fatto che mi sento sempre sola. Senza amici. Di non riuscire ad inserirmi. Ho troppa ansia e troppa paura. Vorrei avere qualcuno, ma mi sembra di star perdendo i pochi che ho trovato.
Mi sento in colpa per tutto ciò che ho fatto. Per aver provocato il litigio con mamma, per non essere abbastanza per nessuno, per non riuscire a reggere in piedi nemmeno una conversazione senza annegare nella mia mente, piangere, star male come un cane, soffrire come una papera agonizzante.
Sento il freddo che mi entra sottopelle, sotto i muscoli contratti, fin dentro le ossa doloranti.
Non posso fare a meno di ripetermi: "lo so che non è colpa tua". Eppure ultimamente mi metto a tremare per assolutamente nessun motivo.

#🅂🄲🄻🄴🅁🄾🅃🄸🄼🄴Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora