Dopo la notizia devastante dei cambiamenti climatici, arrivò la decisione dei miei genitori di trasferirci in montagna, nella vecchia casa di mia nonna a Lawnland. Per me era sempre stata la nostra casa, amavo la quiete e la tranquillità di quel posto, mi sentivo libera e in sintonia in quei luoghi. Fui felice della loro "scelta", tutti in realtà si dirigevano verso la montagna, tutti quelli che avevano del sale in zucca e si rendevano conto della gravità della situazione.
Ci sentivamo spesso inadeguati, giudicati come pazzi per la nostra scelta.
Purtroppo erano ancora molte le persone che continuavo a vivere la loro vita come se nulla fosse, senza pensare alle conseguenze delle loro scelte, che avrebbero alla fine colpito ognuno di noi. Qui a Lawnland sembrava che il tempo si fosse fermato, la città era lontana e insieme a lei anche le cattive abitudini, sembrava un posto fuori dal mondo, una meraviglia per gli occhi e per l'anima. Ci sentimmo subito a casa, anche i pettegolezzi del posto erano stranamente piacevoli rispetto alla tossicità della città, vivere a qualche chilometro di distanza dal centro abitato rendeva Lawnland il posto più bello del mondo, la nostra casa.
I miei genitori tornarono a coltivare, a preparare conserve, a vivere la terra, insieme a loro mi addentravo in questo nuovo capitolo della nostra vita. Questo fino alla loro morte. Le settimane prima del loro incidente furono strane, loro erano strani, nervosi. Come quando non ti senti al sicuro o costantemente controllato, ma continuavano a ripetere che andava tutto bene, che erano solo preoccupati per le ultime cose lasciate a casa.
Effettivamente eravamo andati via così velocemente da non ricordare nulla, nemmeno se fossimo riusciti prendere tutte le nostre cose, i libri, i dischi, gli infusi.
Si tranquillizzarono solo quando si decisero a fare un ultimo viaggio per recuperarle tutte.
Mi costrinsero a rimanere a casa, anche se in realtà l'idea di tornare in città non mi allettava affatto, ma non volevo stare da sola.
Restarono fermi sulla loro scelta e adesso, ripensando a quel giorno, continuo a colpevolizzarmi, come se la mia presenza durante quel viaggio potesse evitare l'incidente.
Non raggiunsero mai la città, la nostra macchina fu trovata nel Meadow River a metà percorso.
A diciotto anni restai sola in questo mondo ormai malato.
Mi ci volle un po', Lawnland fu un posto piacevole dove passare la mia "convalescenza".
Mi sentii coccolata da questo piccolo paese, che giorno dopo giorno diventava la mia nuova famiglia. Non tornai più in città e non andai più via da Lawnland.
Mi disfai del televisore, dei social, di ogni oggetto che potesse darmi una qualsiasi informazioni al di fuori della mia casa. Il cellulare era tornato a svolgere il suo vecchio ruolo, quello di ricevere ed effettuare chiamate, la radio era stata cambiata con un vecchio giradischi e il mio pc era diventato un diario dove annotare le mie giornate.
Ma non era la cosa giusta da fare, chiudermi a riccio non avrebbe eliminato la mia rabbia e la mia sofferenza, non avrebbe riportato in vita i miei, né ristabilito le sorte del pianeta.
Dovevo fare qualcosa, riempire questo vuoto e fu così che una sera nacque il mio blog.
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LAWNLAND
FantasyQuando conobbi Timothy era estate, camminavo come ogni mattina nel prati vicino casa, l'erba era alta, amavo farmi accarezzare dai suoi fili, scivolavano sulle mie gambe solleticandomi la pelle. Quel giorno fu il primo diverso dagli altri, in segui...