●venerdì●

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Jungkook era sul punto di staccarsi le unghie a morsi.

Erano già le undici e di Taehyung nemmeno l'ombra, proprio come il giorno prima.

I muffin all'arancia erano rimasti ad attenderlo silenziosi al bancone, ma lui non era mai arrivato per assaporarne il gusto per cui il corvino si era tanto impegnato.

Non era la prima volta che Taehyung non si presentava -probabilmente era andato ad una mostra d'arte o in un qualche museo per scrivere i propri articoli- ma Jungkook non riusciva a stare calmo.

Non quando il giorno dopo si sarebbero dovuti incontrare e non aveva la più pallida idea dell'orario e se effettivamente si sarebbero visti!

E se questa assenza del castano si fosse protratta anche al sabato?

Uno schiaffetto al polso lo costrinse ad allontanare la mano dal proprio volto e nello spostare lo sguardo precedentemente fisso nel vuoto incrociò quello della madre.

"Smettila di mangiarti le unghie."

Si limitò a rimproverarlo, consapevole che era decisione di Jungkook scegliere se aprirsi riguardo la causa della sua ansia e che lei non doveva far niente per costringerlo ad aprirsi.

Aveva la sua età, poteva benissimo capire da sé se necessitava di confidarsi oppure no, ma fermarlo dal distruggersi le dita era ancora compito suo.

Il corvino la ringraziò in un sussurro, nascondendo le mani dietro la schiena, ma non ebbe modo di provare nemmeno un briciolo di vergogna per la cosa.

La sua mente era occupata con ben altra questione e nel rendersi conto di cosa fossero questi altri pensieri trattenne un attimo il fiato.

"Mami, lascio a te il bancone, vado un attimo a staccare un attimo la testa."

Sgusciò via, attraverso la cucina ricca di profumi e poi dietro l'edificio all'ombra dello stesso.

L'aria afosa era pesante, quasi capace di togliergli il respiro, ma nonostante ciò non ebbe l'impulso di voltarsi e tornare dentro, non quando avrebbe avuto davanti agli occhi quel maledetto tavolino vuoto che tanto lo faceva penare.

Sospirò sfilandosi l'elastico dai capelli per risistemare il codino alla ricerca di qualcosa che lo potesse distrarre dai propri pensieri almeno per un poco.

La cosa che lo preoccupava maggiormente non era il non sapere cosa avrebbe dovuto fare la sera successiva, ma il fatto che stesse sentendo un enorme bisogno quasi viscerale di vedere Taehyung.

Non andava affatto bene, proprio per niente.

Aggrapparsi con cotanta forza a lui era non solo inutile, ma anche estremamente pericoloso per il suo povero cuore tormentato d'amore.

Le possibilità di appagare il proprio desiderio erano scarse, praticamente inesistenti, ed iniziare a sentire la necessità di vederlo lo avrebbe solo fatto soffrire di più quando Taehyung avrebbe smesso di presentarsi.

Perché Jungkook non era stupido e sapeva che la presenza del castano ad uno dei tavoli non sarebbe stata perenne, ma solo una parentesi effimera della sua vita.

Così come aveva iniziato a venire avrebbe smesso di farlo, in silenzio come le rondini che, finita l'estate, abbandonano casa per spostarsi laddove le condizioni sono migliori senza voltarsi indietro.

L'invito ad incontrarsi il giorno dopo lo aveva accecato, facendogli momentaneamente scordare quanto fosse sbagliato sperare con troppo entusiasmo in un qualcosa di irraggiungibile.

Possibile che fosse bastato quel semplice scambio di parole per renderlo così avido?

Fino a due giorni prima era perfettamente sereno e soddisfatto nel poter semplicemente osservare Taehyung da lontano quando era al locale ed ora non riusciva più ad accontentarsi nemmeno di quello.

Honey and Sugar [TAEKOOK]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora