Do I Wanna Know?

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Quello che è più incomprensibile è che ci sia ancora qualcosa di comprensibile. Albert Einstein



Selena

La suoneria del telefono squillò di nuovo. Era la quinta volta che mia madre mi chiamava nell'arco di 10 minuti.

Insomma possibile che non abbia nient'altro di meglio da fare?!

-Dovresti risponderle, lo sai che si preoccupa-

Guardai torva mio fratello -perché chiama solo me? Non capisco-

Sospirò -beh sicuramente io non picchierei mai un professore solo perché mi ha chiesto di andare a prendergli un caffè-

-Ancora con questa storia?! Insomma mi stava palesemente molestando!-

-Selena rispondi a nostra madre.-

-Rispondi a nostra madre, gne, gne, gne..-

-Hai seriamente picchiato un professore?- una voce maschile mi fece sussultare.

Ottimo, Leonard aveva sentito tutto. Perché Edward doveva sempre dire le cose mie in giro?!

-Ecco.. non lo definirei proprio "aver picchiato..".- il mio tono tradì una punta di fastidio.

-Oh sì, eccome. Gli ha tirato un calcio piazzato proprio in mezzo ai..-

Mi avventai su mio fratello prima che riuscisse a concludere la frase -prova a dire un'altra parola e vedrai..-

-Violenta la ragazzina- sentii lo sguardo di Leonard su di me mentre stavo letteralmente cavando un occhio ad Edward.

Mi staccai lentamente aggiustandomi i ciuffi che spuntavano dalla mia coda alta, rivolgendo la mia solita aria seccata al ragazzo rosso.

-Semplicemente non mi piace che vengano raccontati i fatti miei in giro..- borbottai contrariata.

Edward sorrise complice a Leonard e la mia pazienza sfiorò il limite.

La campanella del primo intervallo era suonata da circa cinque secondi e già non ne potevo più.

Mi diressi furiosa e affamata il più lontano possibile da quei due e come al solito avevo lasciato la merenda a casa, ma dove ho la testa?

Cercai nel mio zaino qualche monetina e fortunatamente avevo ancora dei rimasugli avanzati dall'anno scorso. Bastavano per una barretta al cioccolato, meglio di niente.

Mi diressi di corsa alle macchinette sperando con tutto il cuore di non incontrare nessuno del gruppo "siamo i più popolari".

Una fila chilometrica ingombrava quell'unica scatola di metallo vecchia chissà di quanti anni. Sbuffai e mi misi in fila attendendo il mio turno l'universo è per caso contro di me?!

Il cartello Distributori automatici rivestiva una parete vicino ai bagni. Distributori automatici? qui l'unica cosa che vedo è un singolo e rugginoso contenitore con delle merendine per nulla invitanti.

Questa scuola mi piace ogni secondo di meno.

-Vuoi per caso una mano?-

Mi voltai di scatto.

-Scusa?-

-Sì intendo, se vuoi puoi darmi i soldi, ti compro quello che ti serve. I miei amici sono là- un ragazzo moro prese posto vicino a me. Aveva le maniche della camicia arrotolate sopra i gomiti dove si intravedeva la carnagione abbronzata. I suoi occhi scuri mi scrutavano dall'alto.

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