Guilty

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"Sono colpevole di aver amato"


Selena

Sentivo la testa pesante sulle spalle mentre cercavo disperatamente di orientarmi in quelle dannate strade sconosciute.

Il vento gelido di metà pomeriggio oltrepassava il mio solito piumino nero che cominciai a reputare troppo corto per il clima altalenante della California.

Controllai nuovamente l'indirizzo che Keshia mi aveva mandato, un incrocio di strade si apriva davanti a me e decisi di affidarmi al mio istinto.

Dopo l'episodio di quella mattina alla Hoose avevo solo voglia di nascondermi sotto le coperte di lana con la mia tipica cioccolata calda del martedì.

Edward era uscito con la mamma che era rientrata presto questa mattina. Quando le avevo detto che ero stata invitata da due ragazze ha fatto i salti di gioia.

Mentre mi sistemavo il cappello, i miei pensieri fugaci ritornarono agli occhi di quel ragazzo: Ander.

Non potevo credere che mi sia fatta mettere i piedi in testa da un individuo così arrogante ed egocentrico. Mi aveva addirittura minacciata! Come se la presenza di Tommen fosse fondamentale, se solo sapesse quanto ripudiavo lui e tutta la sua cerchia di psicopatici.

Mi fermai quando il mio cellulare vibrò 3 volte, segno di essere arrivata a destinazione.

Una gigantesca casa tappezzata di bianco mi si aprii immediatamente allo sguardo. Il cancello era colossale, ci sarebbero passati 3 elefanti uno sopra l'altro!

La struttura era una villa in piena città, il giardino circondava la casa e alcuni alberi di mandarino, che diffondevano un aroma piacevole, si affacciavano dalle grate.

Quindi è così che vivono le persone con i soldi..

Bussai incerta al citofono alla mia sinistra, sperando di non essere capitata nella casa sbagliata.

Una figura slanciata spuntò dall'uscio della porta. Era una donna sulla quarantina, supposi. Possedeva una carnagione scura, i suoi occhi grandi mi scrutavano gentilmente. Si avvicinò al cancello con un sorriso a trentadue denti.

-Ciao cara, benvenuta. Selena giusto?-

-Giusto- sorrisi alla donna e mi guardai attorno spaesata; Cercai di aggiustarmi una ciocca ribelle che spuntava dal cappellino. La verità? Mi sentivo completamente una barbona in confronto alla magnifica signora che mi era venuta ad aprire.

-Prego seguimi, da questa parte-

Il cancello si aprì come per magia e presi coraggio seguendo quella che immaginai essere la madre di Keshia.

-Keshia e Daisy mi hanno parlato molto di te, affermano che tu sia "l'unica ragazza normale in quel branco di snob"-

Mi scappò un sorriso mentre i passi delle mie Vans risuonavano sul pavimento di marmo ricoperto in parte da tappeti color crema.

Un lampadario principesco illuminava l'ambiente interno di quella villa. Rimasi a bocca aperta guardando ogni angolo della casa, sembrava di essere in un castello.

-Selena! Ti stavamo aspettando!-

Spostai immediatamente lo sguardo verso le scale da cui proveniva la voce familiare. Keshia stava correndo verso la mia direzione.

-Hey! Ho portato le gocciole..!-

La ragazza mi abbracciò emozionata.

-Keshia insomma! La stai soffocando!-

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