Il gracchiare della sveglia mi trapana le orecchie. Mi passo una mano sugli occhi e sbadiglio, mi rigiro dall'altra parte e affondo nella stoffa calda. Il freddo pungente mi obbliga a rintanarmi meglio nelle coperte.
<<Hekenar!>> La voce metallica di Tig mi saetta nel nervo acustico. Mi giro dall'altra parte, la bocca impastata mi fa grugnire.
Sbuffa, sbatte qualche oggetto metallico e le sue zampe calpestano il pavimento. É arrabbiato.
<<Ancora cinque minuti, Tig...>>
L'infame accende la luce. Le cornee sfrigolano e rintano la testa sotto il cuscino. Odio questa maledetta luce da umani, troppo intensa.
<<Dai, almeno per questa volta,>> cantilena, <<possiamo riuscire a fare colazione al bar di Prora e non correre?>>.
Si chiude la divisa. Persino il "tap" dei bottoni mi martella i timpani. Devo smetterla con il Kanar.
Apro gli occhi e mi giro a fatica su un fianco verso di lui, stiracchio le gambe e sparo uno sbadiglio. Ho i muscoli intorpiditi come se avessi fatto un allenamento a gravità maggiorata.
Tig non smette di girare per la stanza appuntandosi la spilla del Delta sull'uniforme rossa. Ha pure messo il simbolo della sezione Piloti sulla spalla, che tenero.
<<Ti prego smettila di dimenarti, sono sveglio.>> Mi puntello alle lenzuola azzurre e sollevo il capo sbattendo al piano basso del letto castello.
<<Cazzo!>>
Mi tocco la testa e Tig mi lancia la divisa addosso con un pestone.
<<Dovresti smetterla di bere.>> agita la mano <<
Mi siedo sul lato del letto, distendo le braccia. Mi passo la mano tra i capelli che mi sbattono in fronte e sbadiglio.
<<Che posso dirti, è di famiglia.>> Mi stropiccio gli occhi, fisso il pavimento e mi alzo dal letto buttando giù la schiena. Le due colonne vertebrali protestano all'allungamento.
<<Ach Pu'cha!>><<Sembri proprio un alcolizzato>>. Mi indica con uno dei tre artigli e si sistema i tubi dieto l'elmo della tuta ambientale. <<Prima o poi quell'intruglio nero bavoso ti spedirà ai grandi Venti.>>
Porta le mani ai fianchi, mi gira attorno, mi sfiata nuvolette di azoto dalla tuta e riesco a scorgere un leggero tremolio delle mani.<<Non stare in apprensione. Ci vuole ben altro per mandarmi sotto terra.>> Mi sfioro la guancia solcata da una vecchia ustione. Ridacchio e mi dirigo verso il bagno. Ho bisogno di una doccia.
<<Sono solo preoccupato.>> Tig mi segue e si appoggia alla porta.
<<Non dovresti.>> Mi tolgo la tuta e la appoggio sul lavandino. <<Prendersi qualche sbronza non ha mai fatto male a nessuno.>>
<<Sarà... Ti aspetto fuori.>>Scuoto il capo, entro nella doccia. Premo il tasto di avvio del ciclo di pulizia rapido e piacevoli e calde vibrazioni mi sfiorano il corpo, il getto di aria tiepida mi rilassa il collo.
Se non ho fatto male i calcoli siamo arrivati da poco alla colonia. Probabilmente un altro povero pianeta flagellato della zona neutrale. Sbuffo. Sono stanco di queste guerre. Rigiro le mani, faccio scorrere la destra sulla cicatrice che si estende ben oltre il volto e un lampo lancinante di dolore mi prende la testa e le orecchie cominciano a fischiare.Il fischio si attenua e prende posto il bip intermittente della doccia. Premo il pulsante e la spengo. Dal naso qualcosa di caldo scivola e mi scorre sino al labbro. Mi pulisco con le dita. È sangue.
Fantastico, devo ricominciare le iniezioni. Quando smetteranno?
Esco dalla doccia e arraffo la biancheria.
Oltrepasso il bagno e mi avvio a indossare l'uniforme bianca e blu. Mi pulisco meglio il naso allo specchio del guardaroba. Un bel paio di occhiaie mi infossano ancora di più gli occhi sotto le creste orbitali.
Fantastico, sembro davvero alcolizzato... devo assolutamente ricominciare la cura.
Le porte scorrevoli frusciano e Tig rientra nell'alloggio.
STAI LEGGENDO
Star Trek: Outpost Healer
Ciencia FicciónHekenar è un giovane ufficiale medico della Flotta Stellare primo della sua razza. Il Primo Cardassiano ad essere accettato e in stato di servizio attivo. Assegnato alla U.S.S. Montalcini una nave-ospedale, viaggia attraverso le colonie bisognose de...