«Ma che me frega a me de Mimmo, scusa?! Nun ho capito.» sbottò sentendo la rabbia montargli dentro al solo sentir nominare quell’avanzo di galera da Simone. Posò la matita rossa prestata dalla madre sul lavandino e, girandosi verso il ragazzo poggiato allo stipite della porta, lo vide sbuffare e abbassare gli occhi. «Comunque te devi sta’ attento!»
Gli occhi grandi e confusi di Simone lo colpirono, «Perché attento?» chiese stringendosi nelle spalle. «Perché me pare che te stai a pija na cotta pe uno che manco te pensa.» buttò fuori Manuel cercando di ingoiare le altre mille cose che avrebbe voluto dire – poi risulti geloso Manuè, che figura ce fai?!
«Non sono cazzi tuoi.» rispose secco vedendo il ragazzo agitarsi sempre di più – come ogni volta che nominava Mimmo, tanto che aveva iniziato a farlo più spesso proprio per dar noia a Manuel.
«Ma invece si perché poi chi è che te deve recupera’ cor cucchiaino? Io!»
Simone sbuffò scuotendo la testa, «Dai, va bene. Divertiti anche per me stasera e buona serata.» disse prima di spostarsi dalla porta e tornare indietro verso la camera lasciando Manuel da solo a ribollire nella sua stessa gelosia. «Ma perché invece de fa ‘offeso nun vieni pure te alla festa?!»
Vide Simone girarsi e guardarlo con volto serio, «Perché non mi va di stare in mezzo a gente di scuola, va bene?» La rabbia mista a gelosia che Manuel stava nascondendo dentro di sé da giorni ormai prese il sopravvento appena vide Simone dargli nuovamente la schiena.
«Nun ce vieni perché n’ce sta Mimmo, è questo il motivo?!» pronunciò quelle parole con rabbia vedendo il corvino scattare nuovamente verso il bagno. «Si, perché non c’è Mimmo – gli fece il verso gesticolando e vedendo il moro serrare la mascella – che te rode?» Manuel lo guardò negli occhi non sapendo cosa dire, cosa rispondere a quella domanda così diretta alla quale avrebbe voluto solo urlare un grande Sì e smettere di mentire a sé stesso e al ragazzo che aveva davanti.
«Non voglio sta vicino a gente vestita da pagliaccio come te!» urlò Simone indicando il suo travestimento per la festa a tema Horror prima di uscire definitivamente dal bagno e tornare in camera. «Ma che pagliaccio! Quale pagliaccio? – si guardò nello specchio sopra al lavandino vedendo il volto bianco per il cerone che si era messo su e la matita rossa ai bordi della bocca per fare il sangue - So Dracula io!»
«Ehh Dracula!» sentì Simone dire dalla camera, «Eh» alzò le spalle guardandosi nuovamente. «Mi sembri un po’ verde, sicuro di aver messo lo cerone bianco?» borbottò il corvino pensando di non essere ascoltato vedendo poi Manuel fare capolino dal bagno e guardarlo con le mani sui fianchi e un mantello lungo fino ai piedi legato al collo.
«Che vordì?» Simone alzò gli occhi al cielo, «Niente – si buttò sul letto con lo sguardo spento – divertiti con Nina.» disse mordendosi poi la lingua e maledicendosi per non essere riuscito a mantenere la calma. Manuel si fermò a quelle parole e, scuotendo la testa, prese la giacca e le chiavi della moto.
«Me sa che quello verde de gelosia nun so io.» sbottò uscendo dalla stanza dirigendosi verso la festa.
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«Fanculo Simone.» borbottò Manuel mentre parcheggiava la moto davanti al luogo dove, a giudicare dalla musica, la festa era già iniziata.
Sbuffò passandosi una mano tra i capelli dopo essersi tolto il casco e, scendendo dalla moto, si avviò verso quella festa con l’umore più nero dell’esterno del suo mantello da Dracula.
«Oh, uno dei due è arrivato! N’do sta Simone? Strano nun vederte attaccato a lui.» Manuel si girò verso quella voce appartenente ovviamente a Matteo che, con un sorrisetto strafottente stampato in volto, lo stava guardando circondato da Luna, Laura e Rayan.
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What if? S2
FanfictionRiscrivendo le scene cercando di evitare di andare in manicomio Copertina bellissima di @modchlmt contiene scene e possibili spoiler della s2