Nun te fa venì strane idee, eh!

2.1K 148 20
                                    

È brutto e non so più scrivere ma va bene, ormai lo avevo scritto...
smut





«È proprio bello qua, so contento che ce siamo trasferiti.»

Manuel e Simone erano stesi su delle sedie di legno di veranda che, appena avevano finito di scaricare la roba della famiglia Ferro, avevano attirato l’attenzione di Manuel. Erano sdraiati l’uno di fianco all’altro con un bicchiere di coca cola e il silenzio che li circondava.

Simone, con quegli occhi grandi e profondi, guardò in basso sospirando prima di puntare lo sguardo su di lui, «Anche se dobbiamo dormire in stanza insieme?» chiese mentre Manuel si girava verso di lui con il volto.

Se solo mesi prima avessero detto a Simone che avrebbe condiviso la stanza – e il letto, visto che la vecchia brandina era stata buttata via da nonna Virginia – con quello che, anche se non voleva farlo trasparire, era ancora il ragazzo di cui era innamorato forse sarebbe completamente andato nel panico.

Invece, dopo aver passato l’intera estate a guardare Manuel sabotare i suoi appuntamenti sperando di non essere beccato e vederlo verde di gelosia appena la sua attenzione si spostava su una persona di sesso maschile diversa da lui, Simone non riusciva a far altro che gongolare dentro di sé sapendo che ora avrebbe avuto molto più tempo per istigare il suo migliore amico.

«Beh perché te dispiace a te?» chiese lui facendo passare gli occhi lungo la figura allungata di Simone che, steso su quella sedia, allungò le gambe e sorrise sincero. «No, anzi… mi fa piacere.»

Simone aveva ormai preso una confidenza tale con sé stesso che ormai aveva capito che gli atteggiamenti del suo migliore amico non erano proprio i comportamenti di un amico. Quello che diceva, la gelosia che cercava di sopprimere, le occhiatacce lanciate a tutti coloro che si avvicinavano troppo a lui, erano segnali che Simone aveva imparato a leggere anche troppo bene ma che Manuel ignorava deliberatamente ogni giorno.

«Dormiamo insieme, nun te fa venì strane idee eh!» rise Manuel guardandolo mentre cercava di nascondere le sue di strane idee che, appena si era ricordato della mancanza della brandina – motivo per il quale non dormiva a villa Balestra da qualche settimana – avevano iniziato ad inondargli la testa.

So mesi che provi a fartela passa’ ma sembra che il destino te remi contro, Manuè.

Manuel era da ormai mesi che lottava contro quel sentimento. Contro quel calore che, partendo dal cuore, lo scaldava interamente e che veniva causato solo dal sguardo di Simone su di sé.

Non ci lottava per vergogna o per paura, ma per senso di protezione verso il suo Simone al quale lui aveva già fatto abbastanza male. Così era rimasto a osservare per tutti quei mesi il ragazzo ballare e divertirsi con altri cercando di farsela passare. Cosa in cui ovviamente aveva fallito.

Simone sorrise inumidendosi le labbra, «E tu?» chiese senza controbattere sapendo che se avesse risposto negativamente avrebbe mentito, «Io cosa?» chiese Manuel confuso mentre guardava Simone alzarsi posizionandosi davanti a lui.

«Tu pensi di farti venire strane idee?» Manuel trattenne il fiato quando Simone, piegandosi in avanti, poggiò una mano sul bracciolo destro della sedia e l’altra accanto alla sua testa. I loro volti erano vicini, i loro occhi si cercarono fino a trovarsi e far fondere i loro colori mentre il cuore di Manuel iniziava a battere sempre più forte quasi da uscire fuori dalla cassa toracica.

What if? S2Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora