26. Aaron.

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L'allenamento è andato una merda.

La merda che mi gira per la testa, sta influenzando anche il basket, e questa cosa non va per niente bene.

Butto il mozzicone della sigaretta finito a terra, calpesto con la punta della scarpa assicurandomi che sia spenta. Mi dirigo verso l'aula dove dovrebbe trovarsi ora Allison che segue il corso di psicologia, gli mando un messaggio quando mi ritrovo davanti all'aula giusta.

Aaron : Esci, sono qui fuori

Dopo pochi secondi è subito online intenta ha rispondermi

Allison : Sto seguendo il corso... è proprio così urgente ?

Aaron : Sì.

<< Che succede ? >> domanda dopo una decina di minuti che l'aspettavo, in mano ha una pila di libri e quaderni, gli parlo di come è andata alla partita.

Non sono triste, non sono quel tipo di ragazzo che ci rimane male o cazzate del genere. Sono più il tipo che gli girano i coglioni, che si incazza per come è andata, e questa volta è andata proprio una merda.

<< Vuoi parlarne ? >>, Allison ripone i libri nel suo armadietto, lo richiude a chiave e poi si volta verso di me, scuoto la testa con fare malizioso. La prendo per un polso e la porto nel primo sgabuzzino che trovo.

Chiudo la porta a chiave ed accendo la luce, è talmente piccolo questo sgabuzzino che a mala pena riusciamo ha girarci.

<< Aaron tra mezz'ora suonerà la campanella e tutti i corridoi saranno pieni di persone >> mi ricorda in un flebile sussurro.

La bacio con ardore, con passione e fame. Ho fame di lei, ho bisogno di sentire la sua pelle a contatto con la mia.

<< Faremo presto >> le prometto.

La prendo da sotto le cosce, le sue gambe si agganciano al mio bacino, le sue braccia sono strette al mio collo, mentre io la tengo salda a me, come se potesse cadere da un grattacielo e io la stessi tenendo con tutte le forze che ho.

Il mio fottuto inferno. Ed io sono il suo fottuto diavolo.

La porto su un piccolo mobile in legno dietro di lei, mi infilo tra le sue gambe così che possa essere a più contatto con lei.

Le slaccio i jeans, glieli tolgo insieme alle mutandine in pizzo rosso. Gli butto in un angolo poco lontano da noi, mentre lei affonda il bacio facendolo diventare ancora più rude, il suo sesso non è bagnato. E' completamente fradicio.

Le massaggio il clitoride con movimenti circolari e precisi. Geme interrompendo il bacio per buttare la testa all'indietro, << ho, mio dio, sì... >>. Dio, sembra una cazzo di canzone cantata solo per me. La mia canzone preferita.

Interrompo il contatto abbassandomi i pantaloni e i boxer all'unisco, facendo uscire la mia erezione del tutto turgida.

Gli occhi di Allison si fiondano sul mio pube, si lecca le labbra, anche se erano ancora umide dal bacio, e quando alza lo sguardo incontrando subito il mio arrossisce.

<< Sei divina cazzo, >>, le sussurro all'orecchio un attimo prima di infilarle il cazzo dentro, ansima nel mio orecchio e muove il bacino verso di me, affondando ancora di più le spinte.

E' stretta e bagnata, in poche parole, divina.

Dentro e fuori, dentro e fuori, mentre lei continua a cantare. Con le unghie mi scava dietro il collo, il pizzicorio delle sue unghie che scavano nella mia carne lo sento appena, il piacere è troppo, non riesco ha sentire nulla, nemmeno il dolore.

My devilDove le storie prendono vita. Scoprilo ora