8.Intrighi Osceni

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Mi svegliai con un mal di testa acuto, la luce del sole che filtrava attraverso le tende sembrava una lama affilata nei miei occhi.

Mentre cercavo di raccogliere i frammenti della notte precedente, notai il telefono accanto a me che lampeggiava con una serie di chiamate perse e messaggi. Il nome di Chloe risaltava sullo schermo, ma il solo pensiero di rispondere mi faceva rabbrividire.

La visione di Chloe e Justin baciarsi la notte prima era ancora impressa nella mia mente, come un'ombra indesiderata.

Non volevo affrontare quella situazione, né parlare di cosa era successo. Il mio mal di testa era il minimo dei miei problemi.

Decisi di ignorare le chiamate di Chloe e cancellai i messaggi senza leggerli. Non ero pronta a discutere di quanto accaduto, né a mettere in parole l'ammasso confuso di emozioni che mi aveva travolta la notte prima.

Preferivo affrontare il mal di testa e le conseguenze della mia decisione di non rispondere a Chloe più tardi.

Mi alzai dal letto, la stanza sembrava girare leggermente, ma ignorai la sensazione. Dovevo fare i conti con la situazione senza coinvolgere Chloe, almeno per ora.

C'era un senso di tradimento nel suo bacio con Justin, e non sapevo come affrontare quella ferita ancora aperta.

Decisi di affrontare la giornata e andare a scuola, nonostante il mal di testa persistente e la confusione che pervadeva la mia mente.

La routine quotidiana sembrava un rifugio sicuro, un modo per allontanarmi dalla tempesta emotiva che aveva scosso la mia vita la notte precedente.

La scuola era un crocevia di voci, risate e movimenti frenetici. Mi camuffai dietro agli auricolari, sperando che la musica potesse fungere da scudo contro le domande indiscrete e gli sguardi scrutatori.

Mi sentivo come se indossassi una maschera, cercando di nascondere la confusione che albergava dentro di me.

Chloe era ovunque, cercava di avvicinarsi, ma evitai il suo sguardo. Non ero pronta a discutere della nostra amicizia o delle sue azioni la notte prima.

La scelta di ignorarla non era solo un tentativo di proteggermi, ma anche di guadagnare il tempo necessario per elaborare la situazione.

Le ore scolastiche trascorsero lentamente, come se il tempo stesso avesse deciso di rallentare il suo corso per rendermi più difficile affrontare la realtà. I corridoi erano un labirinto di volti noti che sembravano celare segreti simili ai miei.

Durante la pausa pranzo, decisi di cercare un momento di solitudine nel cortile della scuola. Mi sedetti su una panchina, cercando di far tacere il caos nella mia testa. Tuttavia, la quiete durò poco.

Un gruppo di ragazze si avvicinò, le voci si trasformarono in sussurri maliziosi quando passarono accanto a me.

Potevo sentire il mio nome, la parola "Justin" e un velo di pettegolezzi che danzavano nell'aria.

Presi fiato profondamente, cercando di ignorare le speculazioni e le occhiate curiose. La scuola, una volta luogo di sicurezza, si era trasformata in un palcoscenico di drammi e tensioni.

Il campanello suonò, annunciando la fine della pausa pranzo. Decisi di ritirarmi in classe, sperando che la normalità delle lezioni potesse portare un po' di chiarezza nella mia mente confusa.

Entro in classe di storia con il cuore pesante. Ogni sguardo degli altri studenti sembra puntato su di me, e il banco che condivido con Chloe mi appare come una sorta di palcoscenico per l'inevitabile confronto.

Chloe arriva poco dopo di me, gli occhi abbassati, ma non posso fare a meno di notare la piccola lettera che pone sul banco di fronte al mio.

La mia mano trema mentre apro l'involucro e inizio a leggere le parole scritte da Chloe.

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