3. Vez

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Ho appena finito di cenare con degli avanzi di pollo e maionese. Mi sento le gambe pesanti, sono immobili sotto al tavolo. Mia madre non scolla gli occhi da me, non riesco a scappare.

«Sei arrivato in orario oggi?» mi chiede, facendo finta di essere interessata al pezzo di pollo mangiucchiato nel suo piatto. È falsa, come tutti gli adulti. Non dice mai le cose come stanno.

Gli adulti mi fanno paura, molto spesso. Meno degli adolescenti, ma pur sempre... mi terrorizzano.

L'unica persona che non mi ha mai fatto paura è Freddy. Lui possedeva la delicatezza innata delle persone buone. Non significava niente il fatto che si drogasse di continuo, anche io lo faccio, ma non penso di essere una persona cattiva.

Vero?

«Vez? Mi senti?»

Mia madre sembra preoccupata per me, ma non ne capisco i motivi. Qual era la domanda?
Ah, la scuola.

«Sono arrivato con dieci minuti di anticipo.»

Non è vero, ma non importa. Sono falso anche io, come lei. La mela non cade mai troppo lontano dall'albero. Lei annuisce e sembra voler chiudere così la conversazione. Spero davvero che sia così.

«Per cortesia, dopo che finisci di fare le tue cose... potresti ripulire bene tutto? Sai... c'è Ginny a casa, non mi va che veda la tua sporcizia.»

Mia madre è riuscita a trovare un argomento anche più disgustoso della scuola. Un po' di fazzoletti sporchi e una macchia sul divano... avrebbe potuto anche evitare di riprendermi.

La mia sporcizia... ci penso spesso. Quanto c'è di sporco in ogni essere umano, quanto c'è di sporco in me?

Mi ricordo quando Freddy mi diceva che non dovevo preoccuparmi di queste cose. Che per lui ero sempre bello, senza macchia e senza paura. Che lui era quello sporco e che io ero l'unico in grado di pulirlo.

«Scusa mamma.»

«Non fa niente... solo cerca di preoccuparti di più di Ginny, ok?»

Penso che se fosse umanamente possibile preoccuparsi più di quanto io già non faccia, sarei morto.

E di me chi si preoccupa, mamma? Tu?

«Scusa mamma» ripeto, e spero che stavolta sia sufficiente per farla smettere di parlare. Ingoio gli ultimi residui di pollo, li butto giù con un bicchiere di Coca e scappo in camera mia.

Finalmente posso accendermi la canna che aspettavo da quando era finito l'effetto di quella precedente.

Non penso di essere una persona sporca, né di fare così schifo. Se mamma mi avesse visto... quell'ultima notte insieme a Freddy... cosa avrebbe pensato di me?

Il fumo annebbia i pensieri, mentre inalo e sento i muscoli di tutto il corpo rilassarsi. Nella mia mente, tornano ad affacciarsi i ricordi delle mani di Freddy su di me. L'emozione nei suoi polpastrelli ghiacciati dal freddo di questa città di merda.

Il freddo me lo avrà portato via, è sicuro.

Il freddo.

Il freddo

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