Il tuo cuore è una stanza vuota

Epilogo. Freddy

Non ho lottato contro le tue mani. Non perché non avessi più voglia di vivere, quella ce l'ho sempre avuta. Anche troppa.

Non ho lottato perché la tua vicinanza in quel momento significava molto di più di quello che il mio cuore desiderasse ammettere.

"Ma Freddy praticamente stai ammettendo che ti sta bene così" mi direbbe Butch, con il suo solito tono da stronzo paternalista.

Sono sopravvissuto alle cose peggiori che il mondo potesse pensare di pararmi davanti gli occhi, ma ho perso di fronte all'amore.

Sì, avevo smesso di amarlo Vez.

Il mio cervello non ha vie di mezzo: ti amo o ti odio, sei la persona più importante della mia vita o mi sei totalmente indifferente. Sempre bianco o nero.

Vez era entrato nella zona d'ombra e sapevo che non lo avrei più riportato alla luce.

Con le mani strette intorno al collo, però, l'ho sentito di nuovo. L'amore. Più quello che provava lui per me, che quello che avrei mai provato io per lui.

Non mi era mai capitato di sentirmi così tanto amato, posseduto, apprezzato...

Forse sto solo delirando, l'aria inizia a mancare nei polmoni e i granelli di sabbia mi fanno tossire grumi e sangue.

Però, tutto sommato non posso fare altro che pensare che questa non sia una fine così brutta. O forse, almeno adesso, dovrei amarmi e rispettarmi un pochino di più.

No, Vez, non me lo merito quello che mi stai facendo... ma comunque non lotto, perché non ne sono in grado e il mio cervello non vuole remare nella stessa mia direzione.

Ti ho amato, ma non ti perdono per questo. Ecco, ora sì che va bene.

Ci siamo. Sta calando il sipario.

Penso a Conny e ai suoi tre nipotini. Nonostante me li sia ripetuti in mente per tanto tempo, ho comunque scordato i loro nomi.

Ora me li immagino che corrono e giocano insieme a me, nel portico della loro grande casa con la staccionata bianca. Conny ci porta la merenda, mi bacia sulla fronte e ci lascia continuare a giocare.

Uno di loro mi lancia un pallone e io gli corro dietro. Sorrido.

Fine.