LA MISSIONE

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24/08/1980

Caro diario, oggi ci avrebbero assegnato i nostri primi incarichi, ci saremmo dovuti recare tutti in auditorium, rimanendo separati in base alla classe e dopo averci assegnato un compagno di viaggio, segretamente ci avrebbero confidato la missione, che sarebbe dovuta rimanere segreta.
Non stavo nella pelle, ero curiosa di conoscere il mio compagno e il mio compito

Oggi era una giornata importante per Jessica, era la consegna dei lavori.
Tutti gli studenti si sarebbero dovuti trovare in auditorium prima dell'inizio delle lezioni, dove la commissione avrebbe messo tutti a coppie e in separata sede gli avrebbe affidato il lavoro che li avrebbe accompagnati per i prossimi mesi.
All'entrata di scuola tutti si recarono nella stanza più grande dell'istituto, era subito a destra, aveva una porta di legno e al suo interno non c'erano tavoli o sedie, non presentava un aria confortevole, era fredda e le finestre erano costantemente oscurate, non arrivava la musica e le piante erano ormai morte lì dentro.
Aveva un aria diversa dal resto dell'edificio, Jessica non ci era mai entrata fino ad allora, si era sempre chiesta quali cose si facessero lì dentro e adesso che lo sapeva avrebbe preferito non metterci mai più piede.

Anche se arrivò in orario, si sentì in ritardo, quasi tutti gli studenti erano già lì divisi in colori e pronti per la consegna.
La commissione entrò dalla porta principale dopo pochi minuti, si ritrovarono con tutti gli occhi addosso e camminando attraverso la stanza si posizionarono davanti a tutti.
Un uomo sulla cinquantina, con pochi capelli, degli occhiali rotondi, dei baffi folti e un completo nero prese dalla tasca dei pantaloni un foglio piuttosto grande e piegato in quattro.
Aprendolo e schierandosi la voce si mise a dire i nomi che sarebbero dovuti uscire dall'aula e accoppiarsi, recandosi poi nel luogo d'incontro per la consegna del compito.
Rossi con rossi, gialli con gialli e verdi con verdi, non erano presenti classi mischiate, e questo la rasserenava.
Dopo svariati minuti, notando che quasi tutti avevano già il compagno e che la stanza si era ormai dimezzata iniziò ad agitarsi.
Facendosi numerose domande sul perché non l'avessero ancora chiamata.
Fortunatamente prima che la sua ansia diventò ancora più allarmante l'uomo la nominò.

<<Demoré Jessica, con Nathan Croje nell'aula ventidue>>

Era sollevata di sapere che l'avevano contata, e con serenità uscì dalla stanza, ma le domande non tardarono ad arrivare.
Si chiedeva chi fosse Nathan Croje,
era al primo anno e questo non era da sottovalutare, ma non aveva mai sentito questo nome, ne dagli studenti ne dai professori.
Che fosse stato un nuovo alunno dei verdi era probabile, ma l'informazione era superficiale poiché chiunque esso fosse avrebbe dovuto affrettarsi a conoscerlo e a stringerci un legame, perché sarebbe stato colui che l'avrebbe accompagnata per i prossimi mesi in un posto totalmente sconosciuto.
Si recò nell'aula ventidue a sud-ovest dell'istituto dove avrebbe parlato del compito con Nathan e il loro mentore.
Arrivata alla porta busso tre volte consecutivamente e una voce roca la invitò ad entrare.
Chiudendosi la porta alle spalle si accorse della presenza di ben due persone.
Una donna alta più di un metro e settanta, con dei capelli rossicci raccolti in un elegante chignon, un abito rosa acceso che gli arrivava fino alle caviglie e dei tacchi blu notte che le davano un aria ancora più elegante.
Mentre al suo fianco, girato di spalle c'era un ragazzo alto forse un metro e ottanta, dalla muscolatura forte, e con dei capelli neri tirati indietro che gli davano un aria autoritaria.
Anche se ancora non l'aveva visto in volto sapeva per certo che aveva uno sguardo tagliente e freddo, e la sua tesi non aspetto a mostrarsi più che vera, si girò versa la ragazza e tenendo le mani giunte in grembo la guardò dall'alto al basso, squadrando la sua minuta figura, nascosta da un abito floreale che le terminava a metà coscia.
Il suo sguardo non mostrava alcuna emozione, il che la metteva ancora più a disagio.

<< Signorina Demoré, signor Croje, sapete benissimo che quello che sto per dirvi è di enorme riservatezza, quindi in quanto vostra mentore e membro della commissione, vi chiedo e vi ordino di non spargere alcuna delle informazioni che verranno dette in questa stanza a nessun altro membro viaggiatore, per tanto se doveste rompere questo accordo per qualsiasi ragione, vi verrà revocata la nomina di viaggianti e di conseguenza tolto alcun ricordo dell'istituto. Adesso col vostro permesso procederei a sigillare l'accordo>>

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