capitolo 4

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La mattina dopo, Levi si svegliò aspettandosi il padrone di casa ancora addormentato accanto a lui ma non vi era nessuno.

Il pendaglio era sparit dall'anta dell'armadio ma Levi si accorse che lo aveva appeso al collo, mentre una fede che sembrava un nastrino dorato, era legata all'anulare sinistro.
Scese di volata dal letto, indossando delle pianelle di velluto e corse via dalla stanza.

«SMITH» urlò dal ballatoio del piano di sopra, facendo penzolare il pendaglio dello smeraldo giù nel vuoto.

Erwin alzò lo sguardo e sorrise «buon pomeriggio» dice limpido.
Levi alza un sopracciglio confuso.
Erwin firmò velocemente il documento che Nile gli aveva portato e congedarlo per salire dal suo omega «avete dormito bene?» chiese preoccupato.

«non capisco, che ore sono?».
«l'ora del tè» dice Erwin con fare ovvio, dato per scontato che Levi sapesse l'orario in cui i nobili prendevano il tè.

Appunto, il nominato, tradì un'espressione confusa «e cioè? Che ora?».
«le quattro nel pomeriggio».

Levi era incredulo «perché diavolo non mi avete svegliato?! Almeno per l'ora del pranzo!».
«ma io ci ho provato, Levi, ma per poco non mi prendevate a calci nel sonno, quindi non ho insistito, anche perché le vostre occhiaie parlano da sole» spiegò pazientemente Erwin.

Levi allora si pentì di essere stato così brusco ma il suo broncio è un marchio di fabbrica.

«e perché questi gioielli? Non sono miei».
«non avete mai visto una fede nuziale?».
«mia madre non si è mai sposata, è una prostituta e non sa nemmeno chi sia mio padre tra i suoi clienti, anzi, nemmeno si ricorda qualche uomo che somigliasse a me per attribuirgli la paternità» spiega Levi in tono piatto «quindi non so che cosa sia una fede non ne ho mai capita l'utilità, in realtà».

«mi dispiace» dice Erwin sinceramente mortificato ma Levi scacciò tutto con una scrollata di spalle.

«bhe, sta ad indicare che una persona è sposata con un'altra».
«quindi praticamente è come un marchio a fuoco per le bestie» ringhiò invece Levi.

Erwin si calò alla sua altezza «queste parole fanno abbastanza male dette da colui che aveva un bacio da me prima di andare a letto» lo provoca.

«spero vivamente per le vostre gambe che non l'abbiate fatto» ringhiò invece Levi arrossendo solo sulle guance.

«sono crudele con chi se lo merita» dice però Erwin trionfante concedendosi di fissare le forme dell'Omega, instaurando tanti dubbi nella mente del moro.

«MOCCIOSI» urlò all'improvviso lo chef sventolando in aria un matterello verso tre bambini con le braccia cariche di salumi e roba varia che avevano rubato dalla cucina. 

I coniugi si voltarono confusi verso il corridoio.

«HEICHOU» urlò un bambino moro dagli occhi verdi vedendo Levi.

«li conoscete?» chiese Erwin confuso mentre i bambini si nascosero terrorizzati dietro Levi.
«purtroppo... Niccolò, giusto? calmatevi» disse poi l'Omega al cuoco Beta.

«NO, SIGNORE È LA TERZA VOLTA CHE RASTRELLANO LA DISPENSA» urla però il biondo.

Ora Levi guarda i piccoli «posso sapere perché?».

I tre si guardarono, aspettando che qualcuno tra loro rispondesse.

Levi incrociò le braccia «sto aspettando».

«i grandi si tengono tutto per loro e a noi lasciano morire di fame, Heichou» spiega Mikasa con il viso infossato nella sua sciarpa rossa.

«io ho anche lavorato» dice Eren tutto fiero «ma poi papà e Dina si son presi i miei soldini, hanno detto che me li conservavano in un posto sicuro ma... non ci credo molto».

𝒉𝒂𝒖𝒕𝒆 𝒏𝒐𝒃𝒍𝒆𝒔𝒔𝒆 /Eruri OmegaverseDove le storie prendono vita. Scoprilo ora