Capitolo 5

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«Hai preso tutto?» «Sì Xavier, ho preso tutto, mi manca solo l'arco.» Disse Selene chiudendo le ultime valige. Prese l'arco dal suo solito posto e lo indossò. Prese in mano le due valige e fece le scale, raggiungendo l'uscio della porta. Xavier, che la seguiva, aveva già caricato le valige sul carretto che avrebbero tirato Piuma Bianca e Dakota. «Siete sicuri di voler andare a cavallo?» Chiese Ginevra per la decima volta in quella mattina. «Quante volte te lo devo ripetere? Sì, siamo sicuri.» Rispose Selene bruscamente. «La scuola dista quasi quattro ore a cavallo da qui, il viaggio è pericoloso, non so se sono ancora convinta.» «Che tu lo sia o no ti dovrai adattare.» Uscì e appoggiò le valige affianco a quelle di Xavier. Tornò a casa e andò in cucina a prendere del cibo per il pranzo che avrebbero fatto lungo la strada. Farcì due panini con prosciutto e formaggio fresco, prese due mele e due bottiglie d'acqua e mise tutto all'interno di un cesto da picnic avvolto da un panno bianco. Appoggiò anche il cesto sul retro del carretto e controllò un'ultima volta se avessero preso tutto l'occorrente. Ginevra si avvicinò nuovamente a Selene mentre Xavier si era già sistemato alle redini dei cavalli «Io e Margaret partiremo tra qualche ora col treno, vedete di farvi trovare a scuola, possibilmente ancora integri.» Ginevra cercò di fare un sorriso ma non appena vide la freddezza nello sguardo di Selene si arrestò. «A dopo.» Disse in modo annoiato Selene. Si sedette al fianco del ragazzo e sbuffò. «Andiamo.» Fu l'ultima parola pronunciata da Selene.
I due ragazzi trascorsero un viaggio lungo e lento in cui ogni ora si davano il cambio per il comando delle redini. Selene era emotivamente distrutta, mandata in un posto in cui non voleva stare con persone che non voleva vedere, come faceva Xavier ad essere così tranquillo? Non gli veniva voglia di urlare a squarcia gola? Selene aveva solamente voglia di sotterrarsi mentre Xavier era quasi contento di intraprendere questa nuova avventura, era assetato di conoscenza e nuovi incontri, eppure non sapeva che quella scuola insieme a quella collana sarebbero stati la sua rovina.
Quando entrambi sentirono un certo languorino si fermarono in mezzo ad un campo verde a pranzare, Anche il pranzo fu silenzioso, Selene non dimostrava proprio nessuna voglia di avere un confronto. Xavier nonostante la conoscesse bene, gli diede quasi fastidio questo comportamento, lui non centrava nulla, però Selene aveva intenzione di sfogarsi su di lui, come se fosse il colpevole di tutta la vicenda. Così il resto del viaggio fu ancora peggio, entrambi tenevano il broncio, ma nessuno dei due dimostrava la propria rabbia. E così tra parole tacite raggiunsero Arathia, la loro splendida capitale. In lontananza videro il castello della regina Thalia e del re Zayn, che brillava alla luce del sole, le pareti di marmo bianco lo rendevano splendente e surreale degno di due buoni re che svolgevano a dovere il loro compito. Erano entrambi conosciuti per la loro tolleranza e la loro grande abilità nel governare a dovere il regno, che comprendeva tutti i paesi della penisola. Purtroppo, i due regnanti erano segnati da una terribile tragedia, il loro primogenito fu rapito all'età di due anni e di lui e della sua vita non si seppe più nulla.
Selene e Xavier arrivarono All'accademia delle arti d'argento verso le tre del pomeriggio, preceduti ovviamente dalle madri che all'entrata già li aspettavano. Si fermarono difronte all'entrata e scesero dal carretto. «Ciao amore mio!» Margaret si fiondò su Xavier, lui le tese le braccia e la accolse in uno dei suoi affettuosi abbracci. «Ciao Selene.» Disse Ginevra ormai rassegnata. Selene non rispose neanche, si limitò a guardarla accigliata mentre la madre si sentiva sprofondare. «Dove possiamo lasciare i cavalli?» Disse la ragazza preoccupandosi per l'unica cosa per lei importante. «Ora andremmo a parlare con la preside e lei vi indicherà dove sistemarvi.» Ginevra si avviò verso l'entrata, seguita da Selene, Xavier e Margaret.
La scuola oggettivamente era bellissima, e anche se Selene non voleva ammetterlo la faceva impazzire. L'istituto era situato all'interno di un antico castello medievale che sorgeva su una piccola altura a qualche chilometro di distanza dal castello reale, i raggi flebili del sole pomeridiano si riflettevano sulla roccia che costituiva il castello rendendolo magico. I ragazzi camminarono incerti dietro Ginevra che come il capitano di una ciurma di dirigeva verso l'interno del castello. Salirono le scale e una volta davanti, con un gran cigolio, Ginevra aprì la porta di noce e si fece investire dall'enorme luminosità dell'atrio. Cerano due enormi scalinate infondo alla gigante stanza che attraverso un movimento elegante portavano verso i piani superiori, tutt'intorno c'erano degli archi che conducevano alle varie stanze, dando la sensazione che il castello fosse ancora più immenso. A quella vista anche Ginevra perse le staffe e confusa si rivolse ad una gentil signora che stava camminando con dei fogli in mano ed un caffè. «Mi scusi!» Disse la madre di Selene avvicinandosi alla donna. Lei si girò in uno scatto e le sorrise: «Mi dica pure.» «Dovrei parlare con la preside, i miei figli devono iniziare l'anno accademico.» Disse la madre di Selene. «Oh certo! Seguitemi, stavo proprio andando da lei.» La donna iniziò a camminare verso un arco che molto probabilmente portava all'ufficio della preside. Selene, Xavier e Margaret camminarono in fila indiana senza emettere parola, l'unica veramente entusiasta di questa scuola pareva Ginevra. La donna che prima avevano fermato svoltò a sinistra e aprì una porta dello stesso legno in entrata. «Buon pomeriggio Ilenya.» La donna salutò quella -che Selene suppose fosse la preside- seduta dietro la scrivania, mentre smanettava con mille fogli in mano e una penna stilografica poggiata sul legno scuro. «Buon pomeriggio Lia.» Finalmente tutti poterono dare un nome a quel volto sorridente. «Buongiorno io sono Ginevra» la madre di Selene le interruppe. «Le ho inviato una lettera riguardo l'iscrizione di Selene Veyndok e di Xavier Niversk.» continuò. «Certamente, stavo proprio guardando i documenti che mi aveva mandato, speravo arrivaste in mattinata per poter già prendere parte alle lezioni ma non fa nulla.» Disse la preside mentre si sistemava gli occhiali firmando dei fogli. Rimanemmo tutti in silenzio finché non parlò di nuovo. «Bene.» disse alzandolo sguardo su di noi. Si alzò. «Io sono la preside Ambergrove e questa è la scuola delle arti d'argento, il nostro istituto è costituito da sette ore di lezione al giorno, una parte delle materie sono obbligatorie e comuni per tutti mentre le altre saranno scelte da voi in base alle vostre preferenze e ai vostri poteri.» Prese il foglio che aveva firmato poco prima, si sistemò nuovamente gli occhiali e lesse il contenuto. «Tu Selene possiedi la levitazione e la telepatia giusto?» Chiese mentre con i suoi occhi piccoli guardava il foglio. Selene annuì. «Xavier invece la supervelocità, corretto?» «Sì.» rispose. «Perfetto. Un'ultima cosa e poi vi lascerò nelle abili mani di Ilenya. Questa è una scuola seria, che vi permetterà di approfondire le vostre conoscenze e vi renderà abili incantati perciò in quanto scuola prestigiosa e rispettata non ammettiamo nessun tipo di comportamento scorretto o inappropriato. Al mancare del buon senso o del buon costume la scuola non esiterà a prendere provvedimenti immediati. In quanto preside ho il compito di far rispettare il regolamento e di renderlo noto a tutti. Potrete trovarlo appeso in entrata vicino alla segreteria dove potrete chiedere informazioni su libri, eventuali moduli da compilare e riguardo alle lezioni.» La preside finì con il suo monologo impaurendo non poco le madri dei due ragazzi che si sentivano oppresse da così tanta autorità. Selene e Xavier invece erano piuttosto tranquilli...troppo tranquilli, per poco Selene non sbadigliò, probabilmente non aveva neanche ascoltato il discorso plateale della preside visto che non era da lei seguire le regole. «Potete andare.» Ci congedò la preside. Uscimmo seguendo Ilenya che intanto aveva preso dei fogli dalla scrivania della preside. C'erano dei gruppetti di ragazzi che gironzolavano in giro per la scuola, c'era chi ci guardava con curiosità mentre chi con intimidazione, Selene e Xavier gli ignorarono. «Allora ragazzi, ora vi accompagnerò in giro per la scuola e vi dirò tutto ciò che serve sapere sulla scuola e sulle attività.» Si interruppe brevemente e iniziammo a salire le scale. «Innanzitutto dovete sapere che questa scuola è molto antica, è stata fondata nel quattrocento circa dalla popolazione degli Arathi su richiesta della regina Eleonora per insegnare ai ragazzi la magia d'argento, quindi quella pura e del bene.» Camminammo per un ampio corridoio tappezzato di armadietti, in cui alcuni ragazzi stavano riponendo dei libri. «Queste sono le diverse aule in cui affronterete le lezioni.» Disse mentre passavamo a fianco a moltissime aule che contenevano banchi, cattedre e immense lavagne. «Come vi ha accennato Lia...» Selene si accorse del tono confidenziale con cui Ilenya pronunciava il suo nome. «le giornate sono composte da sette ore di lezione, inizieranno alle otto in punto e finiranno a mezzogiorno per la pausa a pranzo, riprenderanno poi all'una ed infine termineranno alle tre del pomeriggio. Dopo quell'ora potrete dedicarvi allo studio o ad attività extracurricolari che potete trovare in bacheca all'entrata. Ah, dimenticavo, la mensa sarà aperta inoltre per la colazione dalle sette fino alle otto e per la cena sempre dalle sette alle otto.» Per quanto a Selene non importassero le regole iniziava a fare confusione con tutti quegli orari mentre Xavier era molto tranquillo riguardo a tutti gli orari e regole, anzi non vedeva l'ora di cominciare. «Per quanto riguarda il coprifuoco» continuò la donna «ce ne è soltanto uno ed è alle dieci, dopo quest'ora non potrete trovarvi da nessuna parte se non nella vostra stanza. Potranno esserci dei controlli da parte dei professori durante la notte, quindi non vi conviene mettere in atto nessuna bravata, le punizioni di Lia sono alquanto severe.» Eppure a Selene non importava...e nemmeno a Xavier. Tornammo in dietro e ci dirigemmo attraverso un corridoio fatto interamente di vetro che ci portava ad un'ala del castello separata. «Questo corridoio è di epoca recente ed è stato fatto per collegare i dormitori alla struttura principale. Da qui è possibile intravedere le stalle per i cavalli e l'arena dove praticherete le scienze motorie e le attività extracurricolari sportive, di cui fanno parte allenamenti e partite, è possibile praticare la lotta, l'equitazione, la corsa e i duelli. Potrete inoltre, se possedete un cavallo, cavalcare liberamente nel parco scolastico a patto che puliate le eventuali feci dei vostri quadrupedi.» Mentre Ilenya parlava Selene e Xavier si erano imbambolati ad osservare l'intero ambiente: l'arena stupefacente, la grande quantità di alberi, i ragazzi a cavallo, le stalle, i ragazzi indaffarati a sellare i cavalli...era tutto nuovo per loro e anche se Selene non voleva ammetterlo era una meraviglia. Ilenya sorrise nel vedere i due ragazzi imbambolati ma aimè doveva fare in fretta perché tra pochi minuti sarebbe dovuta andare. «I dormitori invece» disse ricominciando a camminare finendo di percorrere il lungo corridoio vetrato « sono strutturati in questo modo: i dormitori sono divisi in ala maschile ed ala femminile, ogni camera possiede quattro letti e quindi convivrete con altri tre ragazzi del vostro stesso sesso.» Guardò i due ragazzi con sguardo indagatore per affermare il concetto, anche se in realtà non ce n'era bisogno, Selene e Xavier erano fuori dalla realtà liceale in cui vivevano i ragazzi dalla scuola e presto se ne sarebbero accorti. «Possiederete un armadio, una scrivania e un bagno in comune con i compagni della vostra stanza.» Scendemmo delle scale identiche a quelle dell'altro edificio. «Qui invece si trovano la biblioteca» ci indicò una grande porta scura ornata da miniature dorate «l'ala del dormitorio degli insegnanti» ci indicò una porta molto più piccola rispetto a quella della biblioteca «ed infine la mensa con a fianco il bar aperto nel pomeriggio.» Ci fu silenzio, e tutti si accorsero che Ilenya aveva terminato con la sua guida. «Io ho terminato. Ora potete andare a sistemare i vostri cavalli nelle stalle e le borse nelle vostre camere. L'uniforme è già stata portata in camera vostra è obbligatorio indossarla sempre all'interno della struttura scolastica e la sua pulizia sarà di vostra competenza.» Selene strabuzzò gli occhi, non avrebbe mai indossato una stupida divisa da scolaretta. Ilenya tirò fuori dalle tasche quattro piccole chiavi arrugginite con un numero scritto sull'impugnatura. «Queste sono per te Selene, una per la stanza ed una per la stalla.» Le lasciò cadere sulla mano di Selene che si era tesa verso la sua. «Queste invece sono per te.» Si rivolse a Xavier. «Ho una domanda se permette» disse Ginevra «Quando i ragazzi possono fare ritorno a casa?» Selene fu molto incuriosita da quella domanda, non vedeva l'ora di tornare nel fortino suo e di Xavier. «Potranno tornare a Dicembre per il capodanno, a Febbraio per la giornata della vita, se non erro a Maggio per la nascita di Awelia e a Giugno per le vacanze estive.»
Selene sbuffò, sarebbero dovuti passare mesi prima del suo ritorno a casa. «Ora vi lascio, andate a sistemare le vostre cose e a scegliere i vostri corsi. Domani inizierete con la vostra vita accademica.» Ilenya si congedò dandoci la libertà di esplorare la scuola. «Io porto Piuma Bianca alla sua stalla.» Disse Selene stringendo in un pugno le due chiavi che le erano state date. «Andrò con lei.» Affermò Xavier rivolgendosi alle due madri. Margaret si avvicinò al figlio e lo strinse in un caloroso abbraccio. Selene gli guardò impassibile mentre Ginevra con malinconia. «Mi raccomando fai il bravo e segui le lezioni.» Disse Margaret in balia delle lacrime mentre faceva un buffetto a Xavier. «Tu controllalo eh.» Si rivolse a Selene una volta staccatasi dal ragazzo. Con una mano le strinse la spalla e Selene ne fu commossa, per lei Margaret era una madre più di quanto lo fosse Ginevra, e la madre ne era consapevole e addolorata. «E tu Xavier abbi un occhio di riguardo per lei.» Disse Ginevra anche lei con le lacrime agli occhi, dando due pacche affettuose al figlio dell'amica. «Ciao ragazzi.» Le due madri si allontanarono insieme e un senso di sollievo sciolse un poco i nervi di Selene.
«Siamo finalmente liberi!» Disse contenta la ragazza mentre camminava verso l'uscita per raggiungere il carretto che avevano abbandonato all'entrata. «Ginevra non ha la ben che minima idea di quello che combinerò qua dentro, se pensa di potermi rinchiudere in questo posto senza che io mi ribelli si è sbagliata di grosso.» Selene salì sul carretto, prese le redini dei cavalli e attese l'arrivo di Xavier che era rimasto leggermente indietro. Xavier si sedette affianco alla ragazza: «Sai a me piace qui.» Selene che aveva già dato il via ai cavalli per dirigersi verso le stalle, lo guardò confusa. «Non dirai sul serio?» gli chiese. «A dire il vero mi sembrava che ci mancasse qualcosa a Nineto e sento che qui quella mancanza potrà essere colmata.» Selene odiò quelle parole, con tutto il suo cuore. Credeva e sperava di essere abbastanza per lui e invece ora non si sentiva all'altezza e odiava sentirsi così.
Arrivarono in silenzio al cancello che dava alle stalle, lo trovarono già aperto e vi entrarono vedendo da lontano ragazzi camminare in divisa o a cavallo per il grande parco. Erano probabilmente le cinque ma la luce solare splendeva ancora calda nel cielo. Parcheggiarono il carretto affianco alla scuderia dietro ad alcune carrozze e poi vi scesero. Selene iniziò a togliere da Piuma Bianca le cinghie che lo tenevano saldo dalle aste del carretto, Xavier fece la stessa cosa con Dakota. «Hei bello.» Si rivolse lei al suo cavallo mentre lo accarezzava con dolcezza. Lo prese per la capezza e lo portò con se all'interno della grande scuderia, seguita da Xavier. C'erano altri ragazzi all'interno che stavano rimuovendo le selle dai propri cavalli. Selene gli sorpassò sentendosi osservata ma gli ignorò come meglio sapeva fare. Cercò il box "A23" che dopo qualche minuto di ricerca trovò e ci mise dentro Piuma Bianca. Gli tolse la capezza e mise del fieno che aveva trovato davanti al box nella mangiatoia, riempì poi un grande secchio d'acqua in entrata e lo diede al cavallo. Tornò al carretto e prese la sella insieme alle redini e al sottosella e con un po' di fatica le portò davanti al box del suo cavallo, dove c'era un'appoggia sella. Iniziò a guardarsi in torno alla ricerca di Xavier, lo vide poco più distante da lei mentre dava qualche spazzolata a Dakota che nitriva contenta. «Dovresti smetterla di viziarla.» Disse Selene smorzando la tensione che si era creata prima sulla carretta, mettere a posto le cose di Piuma Bianca le aveva dato il tempo per riflettere e sbollire l'effetto delle parole di Xavier. «Nah, Dakota si merita tutte le mie attenzioni.» Disse il ragazzo grattando il collo alla cavalla, rendendosi conto e apprezzando lo sforzo di Selene. «Senti io vado a scegliere i corsi da frequentare e poi mi sistemo in camera, ci vediamo a cena fuori dai dormitori?» Chiese lei. «Certo. A proposito che corsi sceglierai?» «Partendo dal presupposto che non ho idea di che cosa insegnino in questa scuola sicuramente equitazione come attività extracurricolare e poi il resto lo vedrò al momento.» «Va bene capo ci vediamo dopo allora.» Disse in modo scherzoso. Selene alzò gli occhi al cielo e dopo aver preso borse e valigie dal carretto si diresse verso la segreteria. Entrò nella scuola attraverso una porta secondaria vicino alle scuderie che attraverso un lungo corridoio conduceva all'atrio principale, dove si trovava la segreteria. Mentre raggiungeva la sua destinazione aveva attirato l'attenzione di molti studenti che curiosi la guardavano camminare. Selene odiava essere guardata, soprattutto da occhi indiscreti pronti a giudicarla senza neanche conoscerla, cercava sempre di non dare nell'occhio, non si riteneva neanche una ragazza appariscente; perciò, essere guardata la metteva in estremo disagio. Camminò comunque a testa alta per dimostrare a tutti in quella scuola che lei non aveva paura e raggiunse finalmente quella segreteria tanto attesa. Si rivolse ad una vecchia signora dai capelli bianchi che a gran sorriso le porse un foglio da compilare ed una penna. "Sul foglio ci sono scritte le materie obbligatorie che dovrai seguire e le quattro materie di indirizzo che devi scegliere tra quelle proposte." Così le aveva detto prima di consegnarle il foglio, indicandogli le caselle da contrassegnare.
Lesse attentamente il foglio, le materie che avrebbe dovuto affrontare obbligatoriamente erano matematica, storia, lingua, arti d'argento, scienze motorie e arti curative. Tra quelle facoltative ce n'era una vasta ma quelle che attirarono l'attenzione di Selene furono: filosofia, astronomia, pozioni e studio delle arti antiche.
Più in basso invece vi era la sezione di attività extracurricolari dove erano presenti altrettante attività. Non appena Selene vide equitazione fece immediatamente una spunta sulla casella, non dovendoci pensare neanche due volte. Notò poi anche lotta e duelli e mise una spunta anche sulle loro caselle. Vide anche tiro con l'arco e di corsa mise una spunta anche su essa. Lesse poi a malincuore che vi era un massimo di quattro attività extracurricolari e quindi si fermò anche se avrebbe voluto aggiungerne molte altre. Selene per quando odiasse essere in quel posto amava la conoscenza, la cultura, la possibilità di sapere e imparare un sacco di cose nuove e anche se si odiava per questo non vedeva l'ora di cimentarsi in questa nuova avventura.
Mise poi i dati formali, come il nome, il cognome, la data di nascita...Ed infine firmò in fondo e mise la data.
«Ecco a lei.» Disse consegnando il foglio alla vecchietta. «Grazie mille cara. Domani prima delle lezioni passa di qui così ti darò il foglio con la classe e gli orari.» Disse mettendo il foglio in mezzo a tanti altri. «Va bene. Buona serata.» Si congedò Selene. Prese i suoi bagagli e si diresse verso il dormitorio rischiando di perdersi più di una volta. Passò nuovamente per il corridoio pieno di vetrate dove ammirò il paesaggio e la bellezza degli studenti felici per il parco. Arrivò finalmente all'inizio dei dormitori femminili dove sbagliò qualche corridoio prima di arrivare alla sua stanza.
Dopo circa un quarto d'ora di camminata in giro per la scuola riuscì finalmente a raggiungere la stanza 213.
Si ritrovò davanti ad una porta in legno scuro con scritto su una targhetta in numero della stanza. Fece un respiro profondo, ora la sua vita sarebbe cambiata e non aveva minimamente idea di come sarebbe andata. Prese le chiavi dalla tasca della sua giacca, rilesse il numero più volte sulla coda della chiave per autoconvincersi ad entrare e dopo un altro grande respiro si decise a infilare la chiave nella serratura e a girarla. La porta si aprì con uno scatto e dopo aver esitato aprì la porta.


Spazio autrice

Lo so, avete aspettato molto, forse troppo per questo capitolo, ma spero che siate felici nel aver notato che è molto lungo. Purtoppo la scuola ha occupato la stra grande del mio tempo, impedendomi di proseguire con la scrittura. Non vi prometto di riuscire ad aggiornare frequentemente ma che sono certa che proseguirò sempre con questa storia, è il mio piccolo progetto che spero possiate aprezzare.
Se vi va condividetelo con amici o familiari a cui piacciono le letture fantasy, magari potranno aprezzare questa lettura.
Ditemi cosa ne pensate dei personaggi Selene e Xavier e della nuova scuola. Siete curiosi di sapere il continuo?

Detto questo vi saluto e ci vediamo con il prossimo capitolo.
Sentitamente vostra

-Giorgia Brooks

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09 ⏰

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