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Perché ho accettato, sono un' idiota, e ora come faccio a scrivere un testo. Ma non posso pensarci adesso, tra poco iniziano le lezioni e io non ho ancora trovato la mia aula. Continuo a girare per i corridoi, finché non trovo la mia classe, giusto in tempo poco dopo suona la campanella. Entro in classe e l'unico banco vuoto è vicino ad un ragazzo che sta leggendo un libro, mi avvicino «Ciao è libero?» lui alza la testa dal libro, ha gli occhi verdi «Sì è libero» mi dice tornando a leggere il libro «Mi chiamo Noah piacere» tendo la mano, lui si gira sospirando «Morgan» torna a leggere il libro, deve essere una persona silenziosa.

La professoressa non è ancora entrata quindi ne approfitto per prendere un foglio e provare a scrivere qualcosa. Di solito i testi delle canzoni sono parole che descrivono sensazioni, emozioni, ma in questo momento l'unica cosa che provo è il vuoto, ma non un vuoto su cui puoi scrivere, ma piuttosto un vuoto che non ti permette di scrivere, un vuoto che divora le idee. Provo a scrivere qualche frase ma le cancello tutte e poi entra la professoressa e iniziamo le solite attività di conoscenza che si fanno i primi giorni di scuola.

Suona la campanella e la lezione finisce, salutiamo l'insegnate di Inglese, una donna sui trent'anni molto gentile. Il mio compagno di banco torna a leggere, mi sa che non condivideremo conversazioni particolarmente lunghe. Sospiro e tiro fuori il mio panino e di nuovo fuori il foglio su cui avevo provato a scrivere qualcosa. Riprovo a concentrarmi, ma una voce un po' troppo acuta mi distrae «Ma siete in classe insieme che bello» è la ragazza dell'auditorium Alice e stava parlando con me e il mio compagno di banco «Lo conosci?» chiede Morgan facendo passare lo sguardo tra me e lei «Sì l'ho incontrato ieri in Auditorium» Morgan annuisce e poi fa per tornare al suo libro, ma Alice lo ferma «C'è il sole oggi perché non usciamo?» ci chiede sorridendo. La conosco da poco, ma è come se avessimo passato anni insieme, è molto estroversa e solare, praticamente il contrario di Morgan, che da quello mi ha detto Alice è molto silenzioso, mi ricorda molto Hiroto. Siamo in giardino seduti ad uno dei tavoli, ognuno che mangia il suo panino, Morgan legge il libro anche se ogni tanto partecipa alla conversazione che principalmente porta aventi Alice.

«Devi scrivere una canzone, ma non sai scrivere, è un bel problema» dice Alice mentre Morgan annuisce solamente «Come prima cosa dovresti provare a capire da cosa prendere ispirazione» continua Alice «Tipo gli alberi?» chiedo guardandomi in giro «Tipo sensazioni o sentimenti» puntualizza Morgan, quello che temevo, non sono bravo ad interpretare le emozioni, Morgan sembra accorgersi del mio sguardo pensieroso «Per esempio cosa provi quando canti? Non dire un' emozione ma descrivi cosa provi le sensazioni fisiche» cosa provo mentre canto «Mi sento libero, libero da ogni giudizio o da ogni catena, sento che posso dire ciò che voglio: con una pausa una nota alta o bassa, una parola. Sento che posso dire ciò che voglio perché è giusto, sento che quando canto sono me

stesso» Alice sorride «Ora devi scrivere ciò che ci hai detto» mi passa un foglio ed una penna. Li prendo osservo il foglio e le parole piano piano si insinuano tra le righe, inizio a scrivere. Restiamo in silenzio, io che scrivo, Morgan legge e Alice finisce di mangiare il suo pranzo «Finito, non so se ho scritto bene ma potrebbe andare» gli do il foglio, loro leggono le parole che ho scritto. Sono agitato è il primo testo che scrivo. Alice mette giù il foglio «Il testo è bellissimo c'è solo qualche frase da sistemare ma va bene» mi sorride facendo il pollice in su «Ora non ti resta che metterlo in musica» dice invece Morgan, non ci avevo pensato «Ma io non so comporre musica» ho il tempo per dire questa frase e la campanella di fine pranzo suona «Ne riparliamo dopo» dice Alice alzandosi.  Torniamo in classe e ci sediamo ai nostri posti.

Le ore di lezione sembrano interminabili, da quando ho scritto mi sento più libero, come se mi fossi liberato di un peso. Invece di ascoltare il programma di matematica che il professore sta spiegando, provo a canticchiare nella mia testa una melodia da abbinare al testo che ho scritto, è difficile ma non impossibile.

Volevo essere una RockstarDove le storie prendono vita. Scoprilo ora