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A/N: eccomi qui dopo quasi un anno, con un altro capitolo. Sto pian piano ritrovando la voglia di scrivere, anche se non so se tornerà mai ai livelli di prima. Mi dispiaceva lasciare la storia nel dimenticatoio, perciò mi sono decisa ad aggiornarla. Fatemi sapere cosa ne pensate alla fine. Ps: se vi sta piacendo la storia, seguitemi per darmi un po' di supporto🥺

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Il fiorentino sospirò, mise nella lavastoviglie gli oggetti sporcati a colazione e poi andò a farsi una doccia. Non appena fu sotto al getto dell'acqua calda, il ragazzo si abbandonò al completo relax. Tutti i suoi muscoli, dapprima tesi, sembrarono ammorbidirsi. Dante chiuse gli occhi, beandosi di quella piacevole sensazione. Prese poi a insaponarsi completamente, cercando di lavar via il suo nervosismo assieme allo sporco.

Una volta uscito dalla doccia, si preparò per uscire. Aveva più di un'ora di tempo, perciò poteva fare con calma. Si asciugò, si vestì, si mise del profumo ed uscì. Decise di prendere un po' d'aria e di fare il tragitto a piedi: camminò verso l'agenzia fotografica e vi arrivò qualche minuto prima delle 10.

Prima di entrare nel negozio, Dante sospirò, come per prendere coraggio. Odiava parlare con le persone, l'azione gli creava ansia, e comunque era sempre stato piuttosto timido e introverso. Stava spesso a casa e l'unica persona con cui interagiva, oramai, era Gemma.

Quando il ragazzo finalmente entrò, vide che prima di lui vi era una cliente alla cassa. La donna e il presunto fotografo erano intenti a parlare, e nell'intero negozio sembrava non esserci nessun altro. Dante comprese che avrebbe dovuto aspettare qualche minuto prima che giungesse il suo turno, dunque nell'attesa si guardò intorno. Concentrò la sua attenzione specialmente sulle pareti, dove vi erano appese numerose fotografie di modelli.

Alcune foto erano a colori, altre erano in bianco e nero. Ogni foto ritraeva soggetti diversi: persone singole, coppie, famiglie, giovani, anziani, neonati. Dante posò lo sguardo su ogni ritratto, finché uno di essi non lo fece fermare dallo stupore. Tale ritratto era così bello che il fiorentino si trovò impossibilitato a guardare altrove.

La foto, in bianco e nero, ritraeva il viso di un bellissimo ragazzo. Il suo sguardo penetrante sembrava fissare nell'animo Dante, che si sentì quasi in imbarazzo. Il modello aveva i capelli lunghi fino alle spalle, leggermente ricci, probabilmente chiari dato che erano sui toni del grigio. I suoi occhi erano grandi e anch'essi probabilmente chiari. Il volto invece era dolce, dai lineamenti femminili, un viso quasi angelico, mentre le sue labbra erano socchiuse e carnose. L'espressione del ragazzo era assorta, pensosa, riflessiva. Un po' come quella di un autore, che non sa cosa scrivere.

Il fiorentino non poté non chiedersi chi fosse quel modello e quale fosse la sua storia. Quanti anni avrà avuto? Qual era il suo nome? Studiava o lavorava? Era forse della sua stessa città?

Dante rimase rapito dalla bellezza di quello scatto e di quel volto. Fissò la foto per così tanto tempo che non si accorse nemmeno che la cliente prima di lui se ne era già andata da un pezzo.

«Posso aiutarla?» gli chiese il fotografo, avvicinandosi a lui.

Dante si destò da quella trance, osservando l'uomo.

Il fotografo aveva visto come Dante guardava quella foto, e onestamente poteva comprendere il motivo per cui il suo sguardo aveva sostato così tanto su quel modello. Era uno dei ragazzi più belli che avesse fotografato, e quella foto in bianco e nero era la migliore tra tutte quelle che lui aveva scattato. Non poteva non appenderla al muro.

«Bella foto, huh?»

Dante annuì, tornando brevemente a guardarla.

«È una delle migliori, davvero. Non potevo non appenderla. Per non parlare del modello! È uno dei ragazzi più belli che io abbia mai avuto il piacere di fotografare.»

𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐀 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐅𝐎𝐓𝐎 | 𝐃𝐀𝐍𝐓𝐈𝐋𝐈𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora