𝐈𝐕

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Il fiorentino chiuse dietro di sé la porta di casa, andando a posare la borsa della spesa sul divano.

Gemma aveva apparecchiato la tavola e una pentola di acqua, con dentro la pasta, era già sul fuoco.

La ragazza era intenta a mescolare il cibo, senza dire una parola. Di solito non era un buon segno. Se Gemma non parlava nemmeno, vuol dire che era davvero molto arrabbiata. Dante preferiva di gran lunga una sua sfuriata, piuttosto che il silenzio totale.

Il ragazzo non parlò, occupandosi solamente di svuotare la borsa della spesa e di mettere il contenuto nel posto giusto.

Cosa le dico?, si chiese Dante, con lo stomaco già chiuso dal nervoso. Dopo qualche secondo, il fiorentino si decise a parlare.

«Com'è andato lo shooting?»

«Bene.» rispose lei, secca.

Dante sospirò.

«Hai visto le foto che ho ritirato? Le avevo messe sul tavolo.»

«Sì, le ho viste.»

«Sono costate 50 euro, pazzesco. 50 euro, per cinque foto! Questi fotografi guadagnano un sacco per qualche misero scatto. Cosa ci vorrà mai a fare qualche foto? Lo sforzo è minimo, perciò i soldi mi sembrano esag-»

«Tu non sai cosa vuol dire scattare fotografie! Non sai il lavoro che c'è dietro! Non si tratta solamente di prendere la macchina fotografica e premere un tasto! Bisogna trovare la posa giusta, la luce giusta! Per non parlare dell'editing che si fa dopo!» esclamò la ragazza, particolarmente offesa.

«Qualcosa ne so, dato che più volte ti ho scattato io stesso delle fotografie! 50 euro mi sembrano comunque esagerati! Che poi, dovresti anche ridarmeli. Mi avevi detto che-»

«Perché ti lamenti?! Dovresti essere felice per me! Sai bene che mi piace il fatto che mi scattino fotografie, sai quanto contenta mi rende avere delle foto! Ho in mente di creare un vero e proprio album, così poi lo mostrerò alle agenzie di moda! Se davvero mi amassi non t'importerebbe di spendere dei soldi per me! E poi siamo una coppia, non dovresti chiedermi di ridarti i soldi indietro.»

«Ok, lasciamo perdere.»

Dante non ne poteva più di litigare, non ne aveva più la forza.

«Perchè ci hai messo così tanto a tornare?» gli chiese lei.

«Te l'ho detto. Ero al supermercato ma ho trovato coda in cassa. Perché ti è così difficile credermi? Anche tu, comunque, ci hai messo tanto a farti fare le foto stamattina. E comunque non mi dici mai chi sono questi fotografi con cui ti incontri per fare gli shooting. Sono diversi o è sempre la stessa persona ogni volta?»

Gemma non rispose e Dante sospirò, proseguendo il suo discorso.

«In una coppia ci vuole fiducia e dialogo. Io mi fido di te Gemma e non mi pare di averti mai fatto scenate. Non ti ho mai chiesto di dirmi dove andassi, cosa stessi facendo. Non ti ho mai chiesto di inviarmi foto come conferma. Ti ho sempre lasciato le libertà di cui hai bisogno, com'è giusto che sia. Se a volte ti chiedo qualcosa, è solo per mera curiosità, senza malizia. Perché tu non puoi fare lo stesso? Io ti amo e non ti tradirei mai, in generale non ti farei mai nulla alle spalle che possa causarti dispiacere. Ti chiedo di avere fiducia in me e di lasciarmi respirare, perché mi sento soffocare in questa relazione, in questa casa. Non ne posso più di questa situazione! C'è disparità in questo rapporto! Non ci trattiamo alla stessa maniera. Una volta non eri così, che ti succede?! Le cose devono cambiare, altrimenti...»

«Altrimenti?!» chiese Gemma allarmata, interessata solo a quella parte del discorso di Dante.

«Altrimenti non... non so se sia il caso di continuare.» osò dire il fiorentino, con il cuore in gola.

𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐀 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐅𝐎𝐓𝐎 | 𝐃𝐀𝐍𝐓𝐈𝐋𝐈𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora