𝐕𝐈

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Non appena Dante aprí la porta di casa, Gemma era di fronte a lui che lo attendeva.

Il suo sguardo era gelido.

Dante però non era intimorito come al solito, bensì era alquanto irritato: Gemma poteva fare quello che voleva, mentre lui veniva trattato come un cane!

-Dante, come ti sei permesso di rispondermi in quel modo per telefono?!-

Il fiorentino Sospirò.

-Gemma, io non ce la faccio più. Io...-

-Come?!- lo interruppe lei, preoccupata.

-Mi sento soffocare Gemma!! Una volta stavo bene con te, ma poi tu sei cambiata! Sei ossessiva, possessiva, mi controlli, sei tossica! Non mi lasci avere amici, quelle poche conoscenze che avevo le ho perse per colpa tua! Non posso uscire liberamente, vuoi sempre sapere dove sono e cosa faccio altrimenti scleri come una pazza! Intanto però tu puoi fare quello che ti pare, e non ti si può dire niente! Se anche solo oso obbiettare, alzi addirittura le mani! Non è giusto, non sono qualcuno da tenere in gabbia!! Ora ho conosciuto Virgilio e non ho intenzione di perderlo per colpa tua! Non è normale come mi tratti, capisci?! Sei malata!!- sbottò Dante.

Gemma sgranò gli occhi.

-Come hai detto?- chiese, con finta calma.

-Che sei...-

Una sberla in pieno voltò gli bruciò la guancia.

Dante socchiuse le labbra, scioccato.

-Sei un ingrato. Io ci sono sempre stata per te, ancora prima che ci mettessimo insieme, quando tu piangevi come uno stupido per quella troia di Beatrice. Che poi, diciamocelo, lei non avrebbe mai calcolato uno sfigato come te, non c'era da sorprendersi.-

Sfigato...

-Io però c'ero, ti ho consolato, e tu mi hai accolta nella tua vita, mi hai voluta. Ora però sputi sul piatto in cui hai mangiato e mi disprezzi, quando io ho sempre cercato di fare ciò che meglio conveniva per entrambi. Ma tu questo non lo vedi. Non lo capisci. Sai solo lamentarti. Ti lamenti di una donna che c'è sempre stata per te, pur sapendo che probabilmente non ne troverai un'altra uguale. Quindi andiamo, cosa vuoi fare, lasciarmi? Dopo tutto quello che ho fatto per te? Dopo che cerco di fare ciò che è meglio per te? E cosa farai dopo? Senza un tetto dove stare, poi. Dormirai in macchina? Oppure te ne andrai dal tuo nuovo amico, che conosci appena, che magari si rivela essere un poco di buono? Dai. Chi mai potrebbe volerti, Dante?- continuò lei.

Il fiorentino, fragile e destabilizzato, neanche si era reso conto di star piangendo.

Forse ha ragione...

-Pensa bene a quello che fai.- aggiunse la ragazza.

-Tu... Tu ti sei messa con me solo perché stavo male per Beatrice, ero instabile, e ne hai approfittato. Ti piacevo ma non ti è mai interessato il mio benessere. Mi volevi come si vuole un trofeo: lotti per averlo ma poi lo tieni su una mensola, trascurato.-

-Oh Dante. Tu mi sei sempre piaciuto, e ti volevo. Ho solo colto la palla al balzo quando ti ho visto piangere per quella stupida dai capelli rossi. Non ho approfittato del tuo dolore, sei stato tu a darmi la possibilità di provarci con te. Sei stato tu a lasciarti andare. Se non volevi... Potevi fare a meno di darmi una chance. Però capisco. Capisco perché ci hai provato con me. Insomma, perché cazzo dovevi continuare a stare male per una che nemmeno ti guardava, quando c'ero io a cui potevi rivolgere le tue attenzioni? Ed è per questo che faresti un grosso errore a rinunciare al nostro legame. Non troverai un'altra come me. E questo Virgilio... Non lo conosci. Potrebbe essere uno stupido come tanti che ti porta sulla cattiva strada, che ti mette strane idee in testa su di noi, sul nostro legame. Non puoi fidarti.-

Dante non rispose, affranto e confuso.

-Il tuo comportamento mi ferisce, davvero. Spero tu possa capire la gravità del tuo comportamento.- concluse Gemma, con occhi lucidi, prima di andarsene in camera.

E Dante si sentí in colpa.

All'improvviso, il fiorentino non fu più sicuro di nulla, tantomeno di Virgilio e del loro rapporto appena costruito. Mille pensieri contrastanti tra loro emersero nella sua mente, mandandolo in paranoia.

Non sapeva cosa fare, perché Gemma probabilmente aveva ragione sul suo conto, ma Virgilio d'altro canto lo faceva sentire bene.

Il suo cellulare vibrò, segnalando che era appena arrivato un messaggio.

Virgilio.

"Tutto bene?"

Dante non rispose. Si promise che lo avrebbe fatto presto, ma la verità era che non gli avrebbe risposto. Né nelle ore successive, né il giorno dopo. Forse mai.

Gemma aveva ragione: lui era uno sfigato, e senza di lei lui non sarebbe mai stato nessuno.

~~~

A/n: due capitoli nel giro di poco per farmi perdonare dato che era da gennaio che non pubblicavo nulla. Tra la salute, il lavoro, e altri problemi, sono stata assente. Ora però prima di proseguire aspettiamo che il capitolo arrivi a 100 letture. Ce la si può fare. Comunque, non manca tantissimo alla fine della storia. A presto!

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Sep 23 ⏰

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𝐀𝐌𝐎𝐑𝐄 𝐀 𝐏𝐑𝐈𝐌𝐀 𝐅𝐎𝐓𝐎 | 𝐃𝐀𝐍𝐓𝐈𝐋𝐈𝐎Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora