Picone ride troppo

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Valentino Picone rideva, rideva a crepapelle da quasi dieci minuti. Aveva la testa appoggiata sul bancone e con entrambe le mani si reggeva lo stomaco, la fronte imperlata di sudore e gli occhi lacrimanti. Salvo lo guardava alzando gli occhi al cielo, pronto a giurare che il gabibbo fosse meno rosso di lui in quel momento.

< Compà dai, ogni volta la stessa storia, quando fai così ti tirerei sto mattone in testa! > Disse Salvo sventolando davanti al viso dell'amico il mattone polacco (di scrittore morto suicida giovanissimo) che aveva appena finito di presentare, mentre il corpo di Valentino veniva scosso dalle contrazioni muscolari dovute a quelle risate infinite.

Poco dopo cercò i tecnici dietro alle telecamere scusandosi con lo sguardo.

Lo conosceva fin troppo bene, Valentino era fatto così, aveva la ridarola facile. C'erano giornate in cui tutto filava liscio come l'olio e le registrazioni del programma erano abbastanza veloci, mentre altre, per un motivo o per l'altro andavano diversamente, uno di quei motivi erano le risate improvvise di Valentino Picone, anche se Salvo era ormai abituato, era snervante, soprattutto quando la stanchezza iniziava a farsi sentire.

Mancava davvero poco, dovevano solo finire di presentare i libri, salutare il pubblico e poi sarebbero potuti tornare a casa. Ma quella registrazione si stava dilungando molto più del previsto. Salvo non vedeva l'ora di poter mangiare qualcosa, indossare dei vestiti più comodi e di mettersi sotto le coperte, perché tra una registrazione e l'altra si era già fatta sera e la condizione del suo compagno di certo non aiutava.

Valentino prese un respiro profondo cercando di darsi un contegno senza tanto successo, Salvo lottava contro se stesso per rimanere più tranquillo e asettico possibile, ma qualsiasi cosa facesse, qualsiasi movimento o qualsiasi cambio di espressione, faceva ridere Valentino senza ritegno. Salvo provó a tirargli un calcio (l'ennesimo) sotto al bancone e l'altro sembró calmarsi.

< O-Oh cavolo, forse è meglio s-se faccio una piccola pausa. > Disse Vale rivolgendosi ai presenti.

< Direi che è meglio. > Rispose Salvo seccato.

Valentino si alzó per andare in bagno a darsi una rinfrescata mentre il suo partner venne raggiunto dalle truccatrici e costumiste per una rassettata veloce, non appena si furono allontanate tiró fuori una penna dalla tasca della giacca, strappó un pezzettino di carta dal copione della puntata per scarabocchiarci sopra qualcosa.

Non appena Valentino tornó in studio una truccatrice si avvicinò a lui per dargli una pettinata. Salvo lo guardò con la coda dell'occhio e vide distintamente la curvatura delle sue labbra che aveva durante uno dei suoi attacchi di ridarola. No, non si era ancora calmato. La donna si allontanó e Salvo gli passò il pezzettino di carta da sotto il tavolo. Finse di chinarsi per raccogliere qualcosa da terra e lo aprì.

Smetti di ridere ora se vuoi che sia io a tapparti quella bocca più tardi.

Valentino divenne di nuovo rosso, incroció lo sguardo di Salvo che lo stava guardando in maniera seria e autoritaria. Deglutì e prese un'altro respiro, accartocció il pezzo di carta infilandoselo in tasca, si tiró su prendendo in mano il libro e straordinariamente riuscì a presentarlo in maniera perfetta senza alcun errore, la ridarola era completamente passata nel giro di pochi secondi.

Salvo sorrise soddisfatto, orgoglioso di come era riuscito a far riprendere il suo amico e di come fossero solo loro due a sapere in che modo.

In studio scattó un grande applauso, sia da parte dei dipendenti che da parte del pubblico, Valentino sollevó il libro sopra la sua testa scuotendolo come se fosse un trofeo da primo posto mentre l'altro si passò entrambe le mani sul viso, grato che quella giornata di lavoro fosse giunta al termine.

Salutarono tutti e si avviarono entrambi verso il loro camerino allentandosi i nodi alle cravatte.

Valentino aprì la porta facendo cenno al suo partner di passare per primo. Non appena si furono chiusi la porta alle spalle si guardarono seri, il riccio si mise a braccia conserte e Valentino si appoggió alla parete con le mani dietro la schiena, dopo pochi secondi si mise a ridere di nuovo e Salvo si avvicinò a lui scuotendo la testa divertito.

< Minchia compà, sei una cosa incredibile. >

< Lo so, scusami tanto. > Rispose Valentino abbassando lo sguardo.

< Ormai sono rassegnato. >

Salvo mise entrambe le mani sul muro accanto alle spalle di Valentino, bloccandolo, avvicinò le loro labbra e i nasi quasi si toccavano. Non appena Vale si spinse in avanti per baciare il suo uomo, quest'ultimo si ritrasse.

< Eh no caro Picone, per oggi ti sei divertito abbastanza. >

< Dai Salvo... > Disse Valentino non potendo fare a meno di nascondere la sua delusione.

L'altro fece di no con la testa mentre iniziava a spogliarsi, si tolse la cravatta, la giacca e la camicia bianca rimanendo a petto nudo. Diede le spalle a Valentino offrendogli una visione della sua schiena ampia e tonica.

< Rimani fermo lì, non avvicinarti. > Disse Salvo.

< Anche io mi dovrei cambiare. > Rispose Valentino senza staccare gli occhi da quella schiena così perfetta.

< Puoi aspettare, come io ho aspettato che tu finissi di ridere. >

Valentino sospirò strizzando gli occhi, Salvo amava provocarlo ed era proprio ciò che stava facendo in quel preciso istante, era una tortura per lui non poterlo toccare, con tutto il tempo passato dietro alle telecamere a far finta che tra di loro ci fosse solamente una splendida amicizia ed intesa, con tutte le volte che si erano toccati per scherzo o per far ridere il pubblico. Valentino a porte e finestre chiuse aveva bisogno di recuperare tutto, lo stesso valeva per il riccio, ma rimaneva pur sempre un bastardo provocatore, il suo bastardo provocatore.

Salvo appoggiò gli abiti che si era tolto su una sedia e si voltò nuovamente verso il suo compagno, guardandolo negli occhi mentre si sfilava la cintura. Le mani di Vale erano chiuse a pugno davanti al suo inguine.

< È inutile che lo nascondi, tanto so già in che stato sei. >

< Che stronzo. > Sibiló Valentino a denti stretti.

Salvo si avvicinò di nuovo a lui, ogni suo sguardo era una provocazione, stava diventando troppo. Valentino non ci pensó due volte, si aggrappó con irruenza alle spalle di Salvo e lo baciò con trasporto mentre lo spingeva verso il divanetto che avevano in camerino. Erano talmente presi che durante il tragitto inciamparono contro una sedia, finendo inevitabilmente a terra. Salvo atterró di schiena sul freddo pavimento, per fortuna senza farsi troppo male e Valentino si ritrovò sdraiato in mezzo alle sue gambe.

Si guardarono negli occhi e non passó molto tempo prima che Vale ricominció a ridere, seguito questa volta anche da Salvo mentre lo abbracciava tenendolo stretto a se, ringraziando di avere una persona così preziosa al suo fianco da così tanto tempo.

PASTICCINI (Ficarra & Picone one-shots) Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora