XXVIII) Shopping.

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10/10/2006

Era un freddo martedì di ottobre.
Decisamente troppo freddo.

I capelli biondi venivano smossi dal vento, mentre camminavo con passo svelto per le strade della mia città.

Svoltai a destra per poi ritrovarmi davanti casa dei gemelli.
Il corvino mi aveva chiesto di stare con lui ed io - ovviamente - avevo accettato.

Quando arrivai davanti alla porta, suonai il campanello, mentre con l'altra mano cercavo di sistemare la mia chioma bionda disordinata.
Ad aprirmi ci fu proprio il corvino, che non appena mi vide, abbozzò un sorriso.

«Ciao.» Lo salutai, sorridendo a mia volta.
«Vieni, entra.» Disse spostandosi di lato per farmi entrare.

Quando varcai la soglia di casa, sentii la mia temperatura ritornare normale.

«Come stai?» Mi chiese il corvino, mentre chiudeva la porta d'entrata.
«Tutto bene...» Dissi per poi rilasciare un sospiro stanco.
«È insopportabile la situazione con Addison dentro casa...» Continuai mentre il corvino mi prendeva la mano ancora fredda per poi portarmi sul divano.
«Quando ha saputo del concerto non mi ha nemmeno degnata di uno sguardo.» Raccontai con tono sconsolato.

Il corvino aprì le braccia, ed io mi ci fiodai dentro.
Avevo davvero bisogno di stare con Bill.

Il ragazzo inziò a farmi dei grattini sulla schiena, mentre io infilavo la testa nell'incavo del suo collo, respirando il suo profumo buonissimo.

«Si sistemerà tutto...» Cercò di rassicurarmi, lasciandomi poi un bacio sulla testa.
Annuii quasi impercettibilmente senza credere però alle sue parole.

«Dopo usciamo?» Chiese il ragazzo dopo poco, spezzando il silenzio rilassante che si era andato a creare fra di noi.
«Sei matto, Billy? Fuori si muore di freddo!» Dissi guardandolo male.
«Ti prego...Ti metti qualcosa di mio più pesante.» Disse facendomi gli occhi dolci.
Alzai gli occhi al cielo, rassegnata, mentre il corvino sorrideva soddisfatto.

«Sei un lecchino e un ruffiano.» Affermai alzandomi dal divano, seguita a ruota dal corvino.
«Grazie, Grazie. Ti amo anche io...»  Disse il ragazzo facendomi l'occhiolino.

Ti amo.
Prima di incontrare Bill non mi sarebbe mai venuto in mente di rivolgere quelle parole a qualcuno. Mai.
Eppure eccomi lì.

Il ragazzo corvino, stranamente, ci mise poco a prepararsi indossando una maglietta nera con su scritto "Detroit Bad Boy" in bianco, dei jeans strappati neri e degli occhiali da sole neri.

Così, dopo una mezz'ora ci ritrovammo a girare fra i negozi del centro commerciale.

«Oddio guarda che carino questo gatto!» Esclamai andando davanti alla vetrina di un negozio di animali.
Il gatto in questione aveva un lungo pelo color grigio e due occhioni azzurri.

«Ma quanto sei bellino?» Chiesi, rivolta al gatto, usando un tono di voce molto più alto ma dolce.
«Adesso ti scambio per Bill.» Continuai, notando che il corvino mi stava guardando.
«Ah e mi abbandoni così facilmente?» Chiese Bill - ovviamente scherzando - mentre sul suo volto appariva un ghigno.
«Ovviamente.» Risposi sempre usando l'ironia.

Il corvino mi prese il polso per darmi avvicinare a lui e mi abbracciò, prendendomi alla sprovvista.

«Guarda che scherzavo...Mica ti voglio scambiare per un gatto.» Dissi ricambiando l'abbraccio.
«Non per ora almeno.» Aggiunsi, facendo scatenare una risata sincera nel corvino.
Poi, mi misi sulle punte dei piedi - per arrivare alla sua altezza - e gli stampai un bacio sulle labbra.

TOUCH ME ; Bill Kaulitz Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora