EPILOGO 🧁🔞

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Sei mesi dopo...

Albus si svegliò sbattendo le palpebre e borbottando qualcosa contro il raggio di sole che gli ferì gli occhi. Sempre borbottando, infilò la testa sotto il cuscino, mentre allungava la mano verso la parte di letto occupata da Scorpius trovandola vuota e fredda. Sollevò di scatto la testa e fissò confuso la stanza, poi si voltò verso la sveglia che indicava con caratteri rossi le sette del mattino.

Voltandosi sulla schiena e passandosi le mani sul viso che cominciava ad essere ruvido per la barba che stava crescendo, sospirò e si chiese perché Scorpius fosse già sveglio a quell'ora quando era in vacanza.

Si mise a sedere sul letto.

"Amore?" chiamò Albus, tendendo l'orecchio.

Che fosse uscito? si chiese Albus mentre scendeva dal letto.

Quando uscì in corridoio per raggiungere la cucina, sentì la voce del suo ragazzo parlottare rapida e bassa e si affacciò nella stanza, guardandolo confuso e vedendo Scorpius infilarsi il cellulare nella tasca mentre si voltava verso di lui con un sorriso enorme mentre Carillon ai suoi piedi faceva le fusa contro le sue gambe.

Albus lo fissò ed entrò in modalità panico.

"Con chi eri al telefono alle sette del mattino di domenica quando tu sei in vacanza?"

Le guance di Scorpius divennero rosse immediatamente.

"Uhm. Mio padre, voleva sapere se eravamo tornati a casa sani e salvi..." disse con un sorriso che non raggiunse gli occhi.

Lo stomaco di Albus si strinse dolorosamente.

Si fidava di Scorpius. Era il ragazzo perfetto, quelli che sono talmente perfetti che ti chiedi se sia un sogno o meno.

Da tre mesi non vivevano più nell'appartamento sopra il negozio, ma in una villetta a schiera in fondo alla via perché l'appartamento di Scorpius era in ristrutturazione ed era il nido dove lui e il suo ragazzo sarebbero andati a vivere ad inizio anno.

"E da quando sussurri al telefono con lui?" chiese Albus aggrottando le sopracciglia, perché Scorpius tendeva a parlare sempre a voce fin troppo alta.

"Non stavo sussurrando" disse distogliendo rapido lo sguardo.

Albus assottigliò lo sguardo.

"Si, stavi sussurrando" ribadì e sentì il dolore affondare nel cuore.

Fissò in silenzio Scorpius che stava preparando il the e quando gli porse la tazza con il suo nome sopra, disse: "Mi stai tradendo?"

Serrò gli occhi dopo quella frase.

Si sentiva in colpa per una domanda del genere perché davvero Scorpius non lo tradiva e non era nemmeno tipo da tradire. Sapeva come si stava dall'altra parte e non voleva infliggere quel dolore a nessuno. Poi vivevano in simbiosi da sei mesi. La notte la passavano nel loro letto, sul lavoro Albus aveva cominciato ad aiutarlo da Dolci Peccati, se qualche ragazza faceva gli occhi dolci a Scorpius, quello nemmeno le notava.

Non era tradimento. Non osava aprire gli occhi, però.

"No" disse con voce secca e dura, "e mi ferisce il fatto che tu me lo stia chiedendo. Sul serio? Parlo piano per non disturbarti e mi accusi di tradirti?"

Albus, anche se non poteva vederlo, sapeva che lo sguardo di Scorpius era ferito e amareggiato. Un colpo del genere non se lo aspettava da Albus.

"Guarda con chi ero" continuò Scorpius. "Apri gli occhi"

Albus batte le palpebre e posò lo sguardo sul cellulare di Scorpius che recitava "papà" come ultima chiamata. Era durata un minuto e trenta secondi.

"Scusa, non so cosa mi stia prendendo..." disse Albus guardandolo pentito.

~Scorbus~ Dolci PeccatiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora