VI

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Mattia stava cercando di concentrarsi. Stava giocherellando con una delle corde del violino, spostando il peso sulla sedia mentre aspettava che Christian uscisse da qualunque luogo in cui si era nascosto prima delle prove. Sarebbero state brevi quel giorno, soltanto un'ora o poco più in tarda mattinata per rivedere alcuni aspetti dell'esibizione di apertura e per preparare quella che si sarebbe tenuta quella sera stessa.
Avrebbero suonato infatti lo stesso programma della sera precedente anche quel pomeriggio e poi ancora una volta per la BBC, il martedì della settimana successiva. Poi, tutti avrebbero finalmente potuto godersi una settimana di vacanza prima delle prove che Christian aveva già fissato per il suo secondo ciclo di concerti. "Riesco già a sentire il sole di Madeira" disse Benedetta, chiudendo gli occhi e appoggiandosi allo schienale della sedia.
"Non siamo già in vacanza" borbottò Mattia, spostando il suo peso ancora una volta, cercando di trovare una posizione comoda. Tutto il suo corpo era dolorante.
Dei succhiotti erano disseminati per tutti il collo ed il torace e non riusciva a smettere di assicurarsi che quello più alto non facesse capolino dal colletto della sua camicia. Insomma, riusciva ancora chiaramente a sentire i segni della serata precedente. Il che non lo faceva concentrare.
"Sta' zitto, sto cercando di abbronzarmi" mormorò Benedetta. Lo guardò con occhi socchiusi dalla sua posizione di relax, poi aggrottò la fronte.
"Sei strano, stamattina. Che ti è preso?"
"Niente" sbottò Mattia.
"Non ho dormito bene".
"E sei andato a sbattere contro una porta, vero?" Mattia si coprì velocemente il collo con una mano e la fissò, mentre la ragazza sorrideva. Entrambi si raddrizzarono quando finalmente Christian riemerse dal corridoio e si diresse verso il podio. Mattia tenne il suo sguardo fisso con fermezza sullo spartito, rifiutandosi di incontrare i suoi occhi.

Aveva lasciato l'appartamento presto quella mattina, intorno alle sette, con l'intenzione di sgattaiolare via. Invece, una volta giunto alla fine della scala a chiocciola, aveva visto Christian preparare i pancakes per la colazione. "Buongiorno Matti" aveva detto, con un sorriso.
"Il tuo piatto è già sul tavolo".
Ma Mattia aveva balbettato qualche scusa ridicola (ignorando l'espressione leggermente delusa di Christian e il delizioso profumo di cibo), aveva recuperato il suo cappotto ed aveva chiamato un taxi.
Christian di notte, al buio, con la pelle nuda tempestata di tatuaggi ed un'erezione mentre scopavano era una cosa.
Christian al mattino, assonnato, mezzo nudo, con la pelle morbida ed i capelli arruffati dal sesso, era fin troppo da gestire, per lui.
Non era un grosso problema, pensò Mattia.
Era finita.
La colazione era stato solo un gesto di cortesia. Il fascino leggendario di Stefanelli e tutto il resto. Mattia era stato sempre un po' deludente, comunque. Già, forse Christian l'aveva ammirato quando era un adolescente frustrato. Ora, però... Mattia sospirò, sistemandosi il ciuffo disordinato ed azzardandosi ad alzare lo sguardo verso Christian.
Era bellissimo.
E fuori dalla sua portata per milioni di motivi.
Christian si schiarì la gola, accarezzandosi una gamba con due lunghe dita (le stesse che erano state dentro Mattia, la sera prima, oddio). "Ciao," cominciò.
"Buongiorno a tutti". Mattia mormorò un poco entusiasta "buongiorno" insieme al resto dell'orchestra, desiderando di essere invisibile. Per fortuna, Christian non lo guardò. Sembrava che stesse evitando l'intera sezione dei violini, concentrandosi sul retro.
"Allora, l'esibizione è certamente piaciuta" disse. L'orchestra ridacchiò – tutti avevano sentito Zerbi blaterare infinitamente sul loro successo e leggere le recensioni entusiaste che erano già comparse online.
"Sono riuscito a parlare con alcuni di voi all'ingresso, ma nel caso in cui non l'abbia ancora fatto di persona, vorrei ringraziare ognuno di voi per il vostro sforzo e la vostra dedizione. E per la fiducia che avete riposto in me. Soprattutto per questo". Mattia abbassò la testa, rifiutandosi di essere uno dei tanti volti che stavano senza dubbio sorridendo a Christian, in quel momento. Mosse il ginocchio nervosamente, cercando di ignorare il fastidioso dolore al sedere.
"Sono sicuro che tutti voi siate a conoscenza dei problemi che abbiamo avuto con il tempo del Don Giovanni, ieri sera. Loro hanno accelerato mano a mano, fino a-" Christian si schiarì la gola, indicando i violini "il momento pregante, ma si è rivelato un andamento assolutamente brillante. Mi piacerebbe provarlo e realizzarlo nel resto delle nostre esibizioni. Quindi, partiamo dall'inizio, per cortesia. Zenzola vi spingerà con il suo tempo, ma seguite comunque le mie indicazioni".
Mattia sentì un brivido lungo la schiena quando Christian pronunciò il suo nome. Era scivolato dalle sue labbra con disinvoltura, come se fosse un nome qualsiasi. Come se fosse un qualsiasi capo di sezione in un'orchestra qualunque che Christian si ritrovava a dirigere.
Mattia scosse le braccia prima di portare Thunder al mento, portando gli occhi sulla bacchetta di Christian per aspettare un'indicazione.
Suonarono velocemente la prima metà del pezzo, quasi come un sussulto, adeguandosi in fretta al nuovo tempo. La mente di Mattia si svuotò non appena cominciò a suonare, concentrandosi soltanto sulla musica. Poteva sentire lo sguardo di Christian su di lui sempre di più durante il corso delle prove, ma il suo cervello lo realizzò soltanto come un dato di fatto, come la temperatura dell'aria o i capelli terribilmente pettinati di Michele Esposito.

Love Is A Rebellious Bird. |Zenzonelli Edition|Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora