JEFF THE KILLER - SCHIAVO DI ME

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Capitolo 1

Jeff è seduto sulla pancia di un povero ragazzino, e blocca le sue braccia a terra schiacciandole con le ginocchia.
-Shhh, non piangere- esclama con la sua voce malata, mentre avvicina il suo volto bianco a quello tremante e terrorizzato della giovane vittima. Vuole che lo veda bene, che l'immagine del volto deturpato del suo assassino sia l'ultima cosa che i suoi occhi incrociano.
-T..ti pre..go- balbetta il ragazzino in preda al terrore, con le guance zuppe di lacrime.
-Amo quando mi pregate- risponde il killer, allargando sul suo viso un ampio e sadico sorriso che va a coincidere con quello cicatrizzato sulle guance.
Porta la lama alla gola della vittima con una lentezza snervante. Vuole che soffra, che il terrore lo consumi. Ogni sua vittima deve chiedersi mille volte nella sua mente se sarà uccisa e se questo farà male, prima che il suo sangue schizzi sulle pareti.
Jeff appoggia il coltello con delicatezza sulla pelle pulsante del collo. Sa bene che lì sotto si nascondono vene principali del sistema circolatorio.
-Go to sleep- sussurra ridacchiando. Poi un colpo secco, e la lama penetra.
Abbondanti schizzi di sangue macchiano la felpa bianca del killer, che osserva con soddisfazione gli ultimi movimenti del ragazzino, fino a che il suo corpo non diviene immobile e silenzioso. A quel punto scosta le ginocchia dalle sue braccia e porta la lama al volto del cadavere. Ridendo come il pazzo che è, incide un sorriso sulle guance, identico al suo.
Poi si alza in piedi, ripondendo il fidato coltello nella tasca della felpa, e si dirige verso la porta della stanza. Passa davanti ai cadaveri dei genitori del ragazzino, uccisi pochi minuti prima, e salta giù dalla finestra del piano terra.
Sono le tre del mattino. La città è ancora dormiente, e l'aria è fresca e silenziosa.
Jeff alza gli occhi al cielo, e sente i suoi muscoli rilassarsi, mentre riacquista il controllo della sua mente.
Ci sono un sacco di stelle, stanotte. È raro vederne così tante, a causa dello smog generato dalla grande città in cui si rifugia.
Il killer si incammina lungo una via periferica con il cappuccio calato sulla testa, da cui spuntano ciuffi dei suoi lunghi capelli neri. Anche questa notte ha appagato la sua sete di sangue. Adesso può tornare al rifugio e farsi una bella dormita, nell'attesa che il desiderio di uccidere torni a farsi sentire.

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