Capitolo 2

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Era mattino e il rumore della sveglia eccheggiava nella mia mente, avrei voluto lanciarla contro la parete, ma mi limitai ad alzarmi, controvoglia, e dirigermi verso il bagno per prepararmi.
Solita routine della settimana, alzarsi, prepararsi, andare a scuola; ero immersa nella monotonia e avrei voluto, anzi avevo proprio bisogno che questa fosse distrutta e che subentrasse qualcosa che mi sconvolgesse la vita e che mi facesse vivere. Non tardò ad arrivare.
'Cassie esci dal bagno, sei li da un'ora' mi ritrovavo sempre ogni mattina ad urlare contro una porta a mia sorella Cassie di uscire, e come sempre, mi rispondeva 'non è vero, sono appena entrata', la solita dispettosa, ed io non contrabbattevo, conoscevo il suo carattere presuntuoso e immaturo e non avrei voluto trovarmi di primo mattino in una stupida lite accesa e rovinarmi la giornata, cosi aspettavo: che stress avere  una sorella maggiore.
Mentre mi incamminavo per la fermata dell' autobus, mettevo le cuffie che non toglievo fino all'arrivo a scuola, mi sentivo al sicuro con la musica nelle orecchie, e mi metteva di buon umore.
Faceva freddo, davvero tanto freddo, sentivo i muscoli atrofizzati, le dita immobili e il naso rosso. Odiavo aspettare il solito ritardo del pullman.
Non appena questo si posizionava nella sua apposita fermata, iniziava la lotta, decine di ragazzi si spingevano per assicurarsi il posto, quelli che non ci riuscivano rimanevano in piedi, il terrore che albergava in tutti.
L'immenso cortile della scuola era il punto d'incontro di centinaia di ragazzi, che arrivati qualche minuto prima delle lezioni scambiavano chi parole, chi solo saluti, chi baci.
Io incontravo i miei migliori amici che come sempre erano nel bel mezzo di un dibattito ' Andare o no alla festa che ci sarebbe stata tra due settimane al Seventees?'
Ne parlavano tutti. Il seventees era un locale emergente, ma il piú in vista, oltre che spazioso, era quello piú moderno, piú adatto alle esigenze di adolescenti che volevano divertirsi.
'Dorrit, tu che ne pensi ci andiamo? Luke dice che questa volta ci sará tutta la scuola'
Non mi dispiaceva l'idea, anche se non ero proprio una ragazza da feste nei locali, soprattutto per i miei genitori che mi imponevano di tornare a casa alle 12, quindi sarei potuta restare solamente un'ora dato l'inizio di serata alle 11, ma avrei potuto convincerli a fare uno strappo alla regola una volta tanto.
'Certo Jess, io ci sono'
Jess era il mio migliore amico, ci conoscevamo da 7 anni, era l'unico che mi capiva davvero, e forse quello che mi conosceva meglio.
Ai miei piaceva molto come ragazzo, sempre educato, con il massimo dei voti a scuola, e capitano della squadra di pallanuoto, se ci fosse stato lui con me i miei genitori non mi avrebbero potuto dire di no, si fidavano di lui.
La campanella mi destò dai miei pensieri, non avevamo ancora preso una decisione, ma ne avremmo parlato dopo.

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