Capitolo 4: Lui

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Lui. Pool Steward. Frequentava il quarto anno, era stato bocciato per il suo comportamento l'anno precedente, aveva una serie di note, rollava in classe, aveva persino cercato di buttarsi da una finestra, questo però solo per far prendere un colpo ai professori.
Dicevano di lui però che aveva una grande intelligenza e che leggeva molto, ma il suo aspetto da duro faceva trasparire solamente ribellione e pigrizia.
Tutte le ragazze gli andavano dietro, non perchè fosse il ragazzo piú bello della scuola, anzi, ma perchè attirava, incuriosiva ed aveva una certa fama.
Ed eccolo li con i suoi capelli rosso fuoco, le sue lentiggini e i suoi occhi nocciola uscire dalla classe, con una sigaretta in mano e appoggiarsi alla parete del corridoio.
Era di fronte a me, improvvisamente quello spazio mi sembrava troppo stretto, riuscivo a sentire il suo odore, l'ansia si stava facendo spazio in me e la luciditá mi stava abbandonando, ero in panico. Sentivo di stare arrosendo, avevo lo sguardo fisso sulle mie converse, sentivo i suoi occhi su di me.
Alzai il volto e incrociai il suo sguardo. Mi stava fissando con un ghigno sulle labbra, stava ridendo di me?
Aveva una faccia da schiaffi, con quel suo sorrisino, avrei voluto distogliere lo sguardo ma non ci riuscivo, i miei occhi erano incollati ai suoi, aveva un qualcosa di particolare, di intrigante, i suoi occhi parlavano e dicevano cose differenti dal suo modo di vestire, dal suo modo di fare, da quello che si pensava fosse, ma non sapevo ancora leggerli.
Ero come ipnotizzata e continuai a guardarlo, potevano essere passati anche parecchi minuti e noi eravamo ancora li, a squadrarci, a parlarci con gli occhi in una lingua però incomprensibile. Non volevo sembrargli patetica, una di quelle ragazze che gli andava dietro e che avrebbe fatto la fila per lui.
Guardai altrove.
Mi si avvicinò, la distanza fra noi era minima, stavo iniziando a sudare, la faccia rossa, gli sarei sembrata un peperone, dovevo calmarmi, presi il controllo della situazione.
'Hai da dirmi qualcosa?'
'Tu hai da dirmi qualcosa?' mi rispose in eco.
'No' fu la mia risposta secca.
'Non sembrava da come mi guardavi'
'Ma se eri tu quello che mi guardava?' che faccia tosta, cosa pensava? Che ero una delle tante bimbette che frequentava?
'Sono Pool'
'So chi sei!'
' Ah si? E cosa credi di sapere di me?'
'Quello che vuoi far credere di essere agli altri so'
Il suo volto si incupí, non stavo mai zitta.. ma poi si abbandonò ad una risata.
Perfetto rideva di nuovo.
Feci per andar via, ma mi prese per il braccio.
'Non mi hai ancora detto il tuo nome'
'Scoprilo'
La campanella mi salvò, entrai con fretta in classe, quando mi voltai sulla soglia, lui era ancora lí, con la sigaretta ormai consumata e il suo sorriso, il suo perfetto sorriso, sulle labbra.

Nota d'autrice:
Ciao a tutti!
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