Capitolo 5 'Delusioni'

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Mi abbandonai sul sedile del pullman, mi immersi nella musica 'The scientist' dei Coldplay era l'unica canzone capace di farmi riflettere per un momento su ciò che sentivo.
Cercai di pensare sempre meno a quanto successo in mattinata, non volevo illudermi, sarebbe potuto essere solamente un gioco.
Ma sapevo di esserci giá cascata.
Il sedile accanto al mio era vuoto per fortuna, ma quando vidi salire Pool sull'autobus desiderai improvvisamente che fosse occupato, inutile dire che stavo per farmela sotto e allo stesso tempo fremevo per l'eccitazione, ma mi contenetti girando il capo verso il finestrino e pregando Dio che non si sedesse vicino a me.
La provvidenza era dalla mia parte, mi senti per un istante piú tranquilla anche se il mio cervello iniziava a farsi mille domande sul perchè uno come Pool avesse preso l'autobus e non si fosse neanche seduto accanto a me.
Lo cercai con lo sguardo, non era davanti a me, mi voltai e lui non era solo, era in ottima compagnia, giá ottima... July, terzo anno, gli era seduta accanto, anzi gli era appiccicata e lo toccava. Dappertutto.
Non capivo con che coraggio potesse fare certe cose in un pullman pieno di altri ragazzi, ma sapevo di non poter arrivare ad una risposta che non includesse l'uso della parola 'puttana'.
Ero sconvolta, mi sentivo presa in giro, li fissai a lungo con le lacrime agli occhi e quando Pool si accorse di avere il mio sguardo su se, si ricompose e chiese a July di smetterla di toccarlo.
Sapevo che lo stava facendo apposta, ma allo stesso tempo mi sentivo ferita e raggirata come una bambina. Giá, mi sentivo una bambina che pensava di aver appena trovato un principe che fosse disposto a scoprirla e ad amarla.
Il mio cervello aveva ragione, ma il mio cuore era in preda ad una grande delusione.
Forse non significava niente, forse andavano cosi le cose per lui, ma avrei preferito non avere quella scena sotto gli occhi. Mi voltai, piú che triste ora ero arrabbiata.
Il pullman mi lasciò a pochi passi da casa, passi che percorsi molto velocemente; quando entrai in camera, chiusi la porta a chiave e mi misi nel letto con le solite canzoni nelle orecchie, e i soliti pensieri in mente.
Spensi il cellulare. Volevo dissociarmi dal mondo per qualche ora e fare una gran bella dormita.

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