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«Ivan, ti ricordi di Katashi?»

Guardai mio fratello non uno sguardo confuso. Lui con le mani sul volante e lo sguardo fisso sulla strada.

«No, Luke, non so chi è...mi puoi dire dove stiamo andando precisamente?»

Fece un sorrisetto triste, cosa aveva lo sapeva solo lui.

«Dai, come fai a non ricordatela. Quando andavi alle elementari eri cotto di lei. Passavi tutti i pomeriggi con lei, tra poco andavate a vivere anche insieme»

«Non mi ricordo proprio»

Girai lo sguardo verso il finestrino e l'imponente prigione entrò nel mio campo visivo.

«Luke, mi vuoi mandare in galera?»

Ridacchiai della mia stessa battuta, ma mio fratello era già uscito dalla macchina e stava parlando con un ragazza. All'inizio non ci feci caso, ma la conservazione stava durando fin troppo quindi aprì lo sportello per poi chiuderlo con una delicatezza sovrumana. Sapevo che Luke mi avrebbe ammazzo se avessi solo graffiato leggermente la macchina.

«Luke, devi perdere ancora tempo con questa tipa? Lo dico a Kyla vedi»

Il diretto interessato sbuffò sonoramente, si avvicinò accompagnato dalla misteriosa ragazza.

«Vi siete messi insieme?! FINALMENTE»

«Ancora no-Sospirò affranto-allora, Ivan? Non te la ricordi proprio?»

Negai con la testa, osservandola dalla testa ai piedi.
Capelli neri corti poco sopra le spalle, occhi azzurri come il cielo e la pelle ricoperta di tatuaggi.

«Ivan, così mi offendi. Vabbè dai, ti perdono alla fine eri un moccioso»

«Allora Kata, che mi racconti di questi 5 anni di prigione? Ci è sembrata una vita»

Luke cambiò discorso, molto imbarazzato.

«Ma niente di chè, qualche prostituta, drogate, assassine. Di tutto e di più»

«Fai parti di qualcuna di loro per essere stata incarcerata no?»

La domanda che uscì dalla mia bocca uscì spontaneamente.

«Caro Ivan, certe volte si va in prigione per colpe non nostre»

Il suo sguardo tramutò nel giro di pochi secondi, il suo sorriso beffardo scomparì dal suo volto lasciando spazio a uno sguardo incazzato nero.

«Merda, scusate. Andiamo?»

Sospirò esausta, probabilmente stanca per i suoi lunghi anni in prigione.
Il viaggio in macchina fu silenzioso, un silenzio estenuante, pensante e opprimente. Quasi mi mancava l'aria.
Ci siamo fermati un paio di volte per fare benzina e per prendere un pacco di sigarette per la bruna.

«Ah, grazie di tutto Luke. Se non fossi venuto tu a prendermi, me la sarei dovuta fare tutta a piedi per arrivare chissà dove»

«Non ti preoccupare, per te questo ed altro»

Sembrò rilassarsi, come se si fosse tolta un peso dalle spalle e quando nel giro di pochi minuti arrivammo a casa nostra cercò di fare del suo meglio per non destare disturbo. Cucinò la cena, pulì casa e poi andò nella camera degli ospiti a fare chissà cosa.

«Ivan, come ti sembra?»

«Chi?»

Alzò gli occhi al cielo.

«Katashi, chi se no?»

«Sembra un pò strana, ma non sembra nemmeno una ragazza cattiva»

Il suo sguardo divenne triste e malinconico.

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