24 dicembre 2024
Era passato poco più di un anno dall'ultima volta in cui gli occhi gialli di Crowley si posarono su quelli azzurri del suo grande e unico amore. La sua intera esistenza si era ridotta a un niente, o, per meglio dire, a un vuoto incolmabile.
Stava seduto su un divano in pelle bianca, tra le dita una flûte, nella sua nuova casa, che si era obbligato a comprare dopo quell'evento per evitare di rimanere perennemente nei paraggi della libreria di Aziraphale (fallendo).Passò tutte le giornate in solitudine, per non parlare delle festività. Non che gli fosse mai realmente importato, ma quando il ricciolo gli lasciava un biglietto pop-up per Natale nella tasca della giacca o, sui sedili posteriori della Bentley, un piccolo ovetto di Pasqua senza che se ne accorgesse (a parole sue, usando la magia, ma lo stesso Aziraphale sapeva di non raggiungere nemmeno i livelli dello stregone peggiore, quindi, miracolando), gli faceva stringere il cuore. Quel suo stesso cuore, così arso per l'intero universo, ma non quando sentiva di essere amato dall'unica creatura che gli avesse mai dato un briciolo di valore.
La peggiore di tutte, fu proprio il 25 dicembre 2023, a poche settimane dall'accaduto. Il suo petto era come trafitto da mille proiettili, e, durante quella stessa giornata, non fece altro che pensare a quello stesso giorno dell'anno precedente. L'angelo aveva insistito per andare al luna park nel pomeriggio, dopo aver pranzato al Ritz. Crowley si era inizialmente lamentato, perché di stare in mezzo a una folla di bambini urlanti che rischiavano solo di andargli addosso non ne aveva proprio voglia, ma cedette come al solito. Non riusciva a dirgli mai di no, soprattutto non dopo averlo visto tutto imbacuccato, dalla testa ai piedi, avvolto da uno sciarpone al collo e con un cappello pon pon come copricapo. Era adorabile, tremendamente adorabile, ma non glielo disse, e anzi, lo prese in giro. Uno dei Natali più belli della sua vita.
Provò a metterci una pietra sopra, su tutto quanto, ma con scarsi risultati. Andò in qualche pub e, con l'aiuto della più totale ubriachezza, provò a potarsi a letto più volte qualche uomo. E non uomini qualsiasi, ma bensì biondi e riccioli, di forma piena e con occhi lucenti. Si sentiva disgustato a provarci con le esatte copie del suo amato, tant'è che, al momento dell'atto effettivo, schioccava le dite e cacciava di casa lo sfortunato partner, senza nemmeno badare a fargli dimenticare l'incontro appena avvenuto. Si faceva schifo, nel modo più assoluto, ma non sapeva dove sbatter la testa.
Il bacio, il bacio. Tentò tutto con quel gesto disperato e straziante, nella speranza di poterlo trattenere a sé. A distanza di un anno, si rese conto di aver sbagliato il come, avrebbe dovuto accarezzarlo in viso invece che strattonargli la giacca, e, cosa fondamentale, non avrebbe dovuto mollare la presa di getto, contando per di più che l'angelo aveva ricambiato! La schiena gli bruciava ancora nel punto in cui si poggiò a lui con la mano. Ha tutt'ora stampato, nei suoi occhi serpentini, l'affanno del suo angelo, la paura dipinta sul suo volto e lo spaesamento, dopo che Crowley si staccò da lui, con tutta la prepotenza che ebbe in corpo.
Ha sbagliato, e se n'è pentito, sarebbe potuto andare diversamente, ma lui è un demone, e come tale, si fa travolgere dalle emozioni più impetuose.Ogni giorno andò in libreria per sedersi sulla loro poltrona, come a voler sentire ancora addosso la sua presenza. Non rivolse mai la parola a Muriel, se non per qualche saluto di circostanza, e nemmeno quando, con estrema delicatezza, gli porgeva una tazza di tè. Lei, dal canto suo, non lo disturbava, non poneva domande, nonostante andasse contro la sua intera indole. Era a conoscenza di quanto la sua presenza fosse ostile per il demone, e si sentiva tremendamente in colpa per questo.
Tutto questo finché, in una squallida giornata infrasettimanale, convinta sul da farsi, si impose di andare a parlargli: "Signor Crowley, ho capito benissimo che mi odi per aver sostituito la persona a te più cara dell'intero Creato. Non sopporti che io vaghi per questi scaffali, né che faccia il suo lavoro e né che qui sia realmente felice, dopo aver passato millenni di nulla. Solo tu mi rendi la vita complicata. Quando ti guardo, mi scomponi ogni cellula, perdo tutta l'allegria, e non posso che pensare che sia io la causa di tutto il tuo dolore, o almeno in gran parte." Crowley fu quasi pronto nel ribattere, per dirle che in realtà non era lei a essere fuori posto, ma lui stesso, che era finita in uno spettacolo di burattini del quale non avrebbe dovuto far parte, ma una forza invisibile lo fermò.
Muriel, stremata, sospirò, e, non ricevendo un riscontro, riprese: "Per cui ho pensato, dato che domani mattina andrò in Paradiso per fare un recap mensile degli avvenimenti successi in Inghilterra, se hai qualcosa da riferire, se mi lascerai una lettera, o qualsiasi cosa tu voglia, da dare al Supremo Arcangelo Aziraphale, io lo farò." Crowley si girò finalmente nella sua direzione, per piantare i suoi occhi infestati nei suoi, puri e innocenti, solo per sputarle in faccia una sottile e fredda sentenza: "Mandalo a fanculo".
Non si fece più vivo per molto tempo.
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A nightingale will sing on Christmas
Fiksi PenggemarSpoiler season 2, one shot A distanza di un anno, Crowley non si è nemmeno lontanamente ripreso da essere stato abbandonato da Aziraphale. Ogni giorno fa più male del precedente, e non sa più cosa fare per andare avanti, ma proprio quando sembra ess...