"Questa settimana cos'é che ti ha colpito?" quella signora di mezza etá che si sporse dalla porta, con una chioma bionda e un vestito prestigioso e ricamato è mia madre. Lei non mi sopporta, preferirebbe io sparissi, ma al momento sono qui e non ho alternativa. Lei sa anche che ho una curiosità innata, mi appassioni facilmente di molte cose e spesso me ne ossessiono, ecco perché so tantissime cose. Le studio, le approfondisco, poi trovo qualcosa che mi appassiona leggermente di più ed addio."Madre, sono ancora ferma alle costellazioni"
Si, è da due mesi che sento chiedermi quella domanda, e sono anche due mesi che rispondo così a mia madre. Sono ferma da sessantre giorni sulle stelle; ogni sera salgo sul tetto e le ammiro, le amo, vorrei porgergli il mio cuore fosse possibile.
La signora sbuffó, rassegnandosi e tornó sotto, nel negozio di orologi che avevamo.
Tempo un'ora e sarebbe calato il tramonto, e sarebbe tornato il mio periodo preferito della giornata: la notte.
Quella misteriosa atmosfera, nell'oscurità, che favoriva l'osservazione del firmamento, oh che bellezza.
Il sole cala dietro le montagne, mi alzo dalla mia scrivania, prendo il taccuino e la mia giacchetta di lana e senza farmi sentire (il legno del pavimento scricchiola un pó troppo), mi dirigo sul tetto.
Mi faccio spazio col vestito sulle tegole e mi sdraio, lasciando i miei lunghi capelli castani sparsi sulla terracotta e socchiudo gli occhi per sentire meglio la brezza fresca corrermi sul viso.Con la guerra che c'è in corso, è complicato godersi momenti simili, ma a quanto pare sono l'unica ad ammirare la notte.
Tengo ancora gli occhi chiusi, quando sento un fracasso sulle tegole, come se qualcuno le avesse scaraventate tutte. Apro gli occhi spaventata, e stringo le ginocchia al petto, assieme al quadernino.
Sulla mia sinistra, c'è un'ombra gigantesca, sembra una montagna di piume, ma si muove.
Sento i brividi corrermi lungo la schiena, inizio a tremare. Codesta cosa comincia piano piano a rimpicciolirsi, fino ad assumere sembianze umane.
Strizzo gli occhi e c'è un ragazzo, accovacciato.Mi alzo con prudenza, e mi avvicino a quella sagoma.
"È morto?" mi domando in testa, mentre poso una mano sulla spalla per girarlo.
Esso tossisce e sento il cuore balzare dalla paura, tanto che perdo l'equilibrio e rotolo giù.
Mi capovolgo fino alla canaletta, dove le mie mani minute cercano soccorso e si aggrappano strette.
Se cado muoio, e devo cercare di tener ben salda la presa, non voglio morire.La mano mi cede quasi, sono allo stremo, non reggo nemmeno per un altro minuto, devo accettare il mio destino, così chiudo forte gli occhi e pian piano la mano scivola. Le mie dita smettono di aggrapparsi s cado, cado giù nel vuoto. Il vento scorre senza sosta tra i miei capelli, la mia lunga gonna del vestito svolazza e sento la vita passarmi davanti.
Il vento tutto d'un tratto cessa, non sento più di stare in movimento e pian piano apro gli occhi, sperando di scorgere i cancelli del paradiso davanti a me, ma tutto quello che vedo è il muro di casa mia.
Alzo la testa ed una mano stava stringendo la mia.
Era il ragazzo che in qualche modo era finito sul mio tetto: aveva capelli biondi, che quasi facevano luce nel buio ed occhi azzurri e limpidi.
Mi portó su, facendomi sedere sul cornicione del tetto. "Scusa se ti ho spaventato" sussurró.
Che bella voce, incantevole, mi sarei cullata ed addormentata con quella voce, con la quale tutta d'un tratto sentii un senso di pace.
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Caduta Libera -'ღ'- Howl Jenkins Pendragon
FantasyHowl è un bravo ragazzo, questo peró agli occhi di pochi. Per tanti appunti, è uno stupido egocentrico che pensa unicamente a se stesso. Catherine, ragazza curiosa e di primo impatto strana, non sa tenere a freno i freni della curiosità e si ritrove...