Capitolo 4- Stimolo per andare avanti; direzione.

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La dimensione era immersa nella nebbia, anche l'aria era alquanto ventosa come se vi fossero decide di finestre dimenticate aperte. L'alieno dai capelli color grano stava in piedi al centro di una sala, adornata con delle colonne dallo stile ricordante quello greco corinzio.

Dinnanzi a lui ergeva un enorme specchio: dai bordi rotondi con al centro della cornice una piccola scultura dalla testa di donna con treccine e occhi sbarrati

Nella cornice sotto di essa interamente adornato di gemme preziose e luccicanti, una spazio vuoto composto da 5 gemme

Esse dovevano essere più grandi delle altre, come a significarne l'importanza maggiore.

Yukine Ikisatashi era intento ad ammirare la sua immagine sulla superficie riflettente, ne vede i contorni distorti ma questo non gli toglie il sorriso compiaciuto e il luccichio negli occhi scarlatti.

Per un momento l'ombra nello specchio lo osserva a sua volta, prima di lasciarlo di nuovo da solo con il suo riflesso, l'alieno ghigna emulando il ghigno del fratellastro maggiore, con una nuova consapevolezza: stava riuscendo nel suo obbiettivo.

Si sgancia la cintura e fa passare altri due bottoni prima di richiuderla. Anche così gli stava decisamente troppo larga. L'aveva trovata insieme allo specchio entrambi ricoperti da rampicanti con spine appuntite, durante un sopralluogo sulla terra prima di iniziare la sua missione.

La cintura era nera in pelle, l'aveva raccolta pensando che si abbinasse bene con il suo pugnale, poi la guardò meglio: possedeva dei foderi contenti carte illustrate che sul momento gli avevano dato i brividi.

Poco tempo dopo si era documentato: le illustrazioni si chiamavano tarocchi composti da 22 arcani maggiori dove ogni segno e sfumatura ha il suo significato.

E lui adorava dare un significato profondo a ogni minima cosa. Non poté non empatizzare con la con la carta del diavolo, l'universo gliela aveva mostrata per prima e lui sapeva che non fosse un caso.

Niente accade per caso è la prima legge dell'universo.

All'inizio era scettico non credeva nella cultura del fatto e nonostante sul suo pianeta si praticasse magia questi oggetti erano malvisti come la peste. Aveva impiegato parecchie settimane per padroneggiarne l'uso corretto.

Per capire i poteri dello specchio delle ombre ci erano voluti mesi: sapeva che ogni gemma mancante era collegata a un essere umano che in una vita passata l'aveva posseduta.

Ed ognuno di essa accresceva in base alla sua proprietà il potere dello specchio.

Non credeva affatto che gemme di tali poteri potessero legarsi a semplici umani, uno dei requisiti era possedere un aura luminosa.

Ci sarebbe voluto troppo tempo per analizzare l'energia vitale di ogni singola perdona, scoprirne i colori dell'aura e da questi scoprire con quale pietra fosse affine. No decisamente troppo tempo.

Sapeva che le ragazze MewMew avrebbero cercato di capire il suo scopo, le avrebbe stuzzicate un po' e seguendo le loro orme lo avrebbero condotto al suo scopo mentre cercavano di capire il suo.

Avrebbe disseminato per loro i suoi stessi indizi e senza accorgersene lo avrebbero condotto all'ultimo pezzo per del suo rompicapo.

Era esattamente questa la sua tattica: aveva distrutto i suoi stessi chimeri al loro primo incontro, voleva studiare le ragazze MewMew e per farlo non voleva chimeri tra i piedi o venire assediato da fruste di luce, frecce, getti d'acqua, fiocchi immobilizzanti e scettri di acqua cristallo.

Poi aveva osservato per caso MewZakuro costatando con estremo piacere che la sua aura era perfettamente simile alla sua, l'aveva messa alla prova; aveva lanciato la carta numero 18 e prima di smaterializzarsi aveva sperato con tutto se stesso che a raccoglierla sarebbe stata lei.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 01 ⏰

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La torre delle ombre.- AlleanzaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora