"Il tuo cuore è una stanza vuota" di AprilPerfectMemory
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"Incredibilmente vuoto, è il rumore del mio cuore."
Inizia così questa storia, con una sinestesia. Associando sfere sensoriali diverse nella medesima espressione. Eppure a nessuno viene da chiedersi cosa significhi, perché tutti, almeno una volta nella vita, lo abbiamo provato quel vuoto.
È il vuoto che sentono i protagonisti, quello in cui vanno alla deriva, come zattere in balia della corrente dei propri sentimenti.
"Non voglio provare sentimenti perché non li so gestire."
Molto più che sul termine "vuoto" io voglio concentrarmi sulla parola "rumore", perché la profondità della scrittura di April - l'autrice - appare evidente fin da subito. Per la maggior parte delle persone sarebbe valsa l'associazione vuoto = silenzio, invece lei parla di frastuono. E il protagonista della storia, Vez, è contenuto per intero in quella frase iniziale. Il suo cuore, che è vivo e sanguina e fa rumore, è malato di solitudine, ma non sta in silenzio, bensì urla.
Perché il dolore che prova fa rumore, ininterrottamente. A volte è un borbottio di fondo, come quello di certi vecchi motori, altre volte un rombo che squarcia il cielo, come i tuoni d'estate e altre ancora è un grido strozzato, senz'aria, avvolto su se stesso, che riecheggia anche dentro chi ne legge.
Non sono qui a indorarvi la pillola e nemmeno a vendervi un set di pentole, perciò vi dirò le cose esattamente come stanno: questa storia vi farà male.
All'inizio non ve ne accorgerete nemmeno, quanto andrà a scavarvi dentro. E come tutto ciò che c'è di bello e terribile a questo mondo, una volta iniziata non potrete smettere, non vorrete smettere. Andrete trangugiando parola per parola come se beveste acqua per la prima volta dopo due giorni di traversata nel deserto. Sarà doloroso e bellissimo.
"Ho perso Freddy questa estate. Dico che l'ho perso perché era compito mio mantenerlo fermo accanto a me. Tenerlo in piedi. [...] Freddy, nella mia mente, si sbilancia e cade a faccia avanti. Si spacca tutti i denti e soffoca nel suo stesso sangue."
Sarebbe riduttivo parlare di amicizia. Sarebbe sacrilego parlare di amore. Allora cos'è questo sentimento che lega l'adolescente Vez a Freddy, un senzatetto di San Francisco? Cos'è questa cosa che lo divora da dentro, pezzo per pezzo, sgretolandolo tra l'incudine della rabbia e il martello del senso di colpa, riducendolo un pugnetto di sabbia sporca?
In fondo, di pulito, questa storia non ha nulla e le immagini che fuoriescono da questa manciata di capitoli, sono rese così vivide e vive dalla bravura dell'autrice, che questi due personaggi li sentirete respirare accanto a voi.
Non mi soffermerò su tutte le tematiche che vengono toccate con maestria e assoluta padronanza da April; dovrei parlarvi di conflitto con la figura genitoriale, non accettazione della propria sessualità, tossicodipendenza, abusi, violenza, depressione, solitudine... Perché togliendo tutto il contorno e andando al cuore del discorso, potrei affermare che questa storia parli del senso profondo di inadeguatezza di Vez e della fame di amore di Freddy.
Cos'è l'abuso di sostanze se non l'insistente, irrinunciabile, desiderio di saziare quel vuoto? Un desiderio cannibale, certo, che inizia rosicchiando i pensieri, i ricordi e le energie vitali e poi finisce con lo sbranarti vivo.
Un po' come l'amore.
"Forse è un sentimento troppo forte per il mio corpo che rimane in piedi a stento."
Freddy è ormai spacciato. Tutti lo danno per spacciato. Quando vieni da un passato di abusi e maltrattamenti e trovi nell'eroina l'unica alleata per aprire gli occhi su un nuovo giorno e pur di farti, finisci accampato a Tenderloin, nessuno può riporre speranze nella tua salvezza. Tu stesso sei il primo a darti per morto. Solo Conny, fede incrollabile in Gesù e ossessione del Paradiso, "la donna più caritatevole che abbia mai conosciuto" - dice Freddy, porta tutti i giorni del cibo avanzato dalla mensa cattolica e tenta di distrarlo dalla droga. Ma così come quello della siringa che si inietta quotidianamente, l'effetto della gentilezza e della generosità di Conny, svanisce sempre più in fretta e lui ritorna nel limbo nero della dipendenza.
È in questo mare di merda che Freddy conosce Vez, che potrebbe essere ancora in tempo per cambiare rotta, darsi una ripulita, smetterla con le canne ed evitare di passare a roba più forte. Questo vede Freddy, guardando quel ragazzo, una speranza. Un'ancora di salvezza.
"Lo vedo da come il sole lo accarezza, da come i suoi occhi sembrano assorbire il bello delle cose."
Ma ciò che manca a Freddy, alberga nel cuore di Vez e ristagna, sciabordando in quel vuoto che sente dentro; la rabbia. Quando Freddy scompare dall'accampamento di senzatetto in cui Vez si reca per comprare l'erba, il suo mondo implode su se stesso.
"Penso di passare a Tenderloin anche oggi, magari qualcuno dei senzatetto ha avuto sue notizie. Le chiedo tutti i giorni. [...] Urlo nella mia testa. Sento la rabbia fondersi nel mio cranio, la discesa lenta verso il mio inferno personale, mi scuote ogni terminazione nervosa e mi lascia vuoto."
Iniziano allora i pensieri intrusivi di Vez. Come tarli, scavano, rendono tutti i ricordi bucati, vuoti, fragili come legnetti crepati. April, ancora una volta, discende negli abissi di quel cuore avvelenato e ce lo restituisce così, senza fronzoli e orpelli. Nudo, sanguinante, vero.
"Il freddo me lo avrà portato via, è sicuro. Il freddo."
Freddy è scomparso, ma il freddo non toglie mai il disturbo. Ghermisce con le sue dita gelide e nervose. Fa compagnia all'apatia di chi dopo tanto tempo è riuscito a provare delle scosse elettriche di emozioni e ora non sa rinunciarvi.
Se il freddo ha preso Freddy, è perché prima ancora ha preso anche Vez.
La forza devastante di ciò che si legge, sta nel fatto che l'autrice scompare del tutto dalla sua storia e da lettore non avverti mai quella sensazione straniante di qualcunə che vuole a tutti i costi descrivere e parlare col suo tono, con la sua voce. I personaggi che qui conosciamo si presentano da soli, vivono e pensano con la loro testa e con il loro cuore e con questo discendono, ciascuno nel proprio inferno personale.
Prerogativa dei più grandi scrittori questo gioco di illusionismo per cui chi narra svanisce, eppure rimane regista di ogni scena, non lasciando al caso alcun dettaglio. Non una parola di troppo, né una di poco. Non una descrizione prolissa, né alcuna forzatura di patetico sentimentalismo. La verità. Nuda e cruda. E implacabile.
Quella verità che nel finale sarà capace di trafiggervi, giungendo al tempo stesso inaspettata ma perfettamente credibile e, probabilmente, inconsciamente attesa.
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Recensioni
Fiksi UmumIn questa raccolta potrete trovare recensite alcune delle storie più belle che mi è capitato di leggere su Wattpad.