Lo chiamano Petricore, l'odore che si sente nell'aria dopo un temporale.
Non è l'odore confortante, quello avvolgente, dell'erba bagnata. Molti li confondono.
Quello dei prati irrorati dalla pioggia è un profumo rigoglioso, sa di primavera e di abbondanza, questo invece pizzica, ti pungola le narici. È l'odore che rilascia la terra polverosa, arsa viva dal sole d'agosto. Lì dove il caldo impietoso ha prosciugato ogni goccia d'acqua, nell'illusione di aver sconfitto ancora una volta la vita, avviene l'alchimia della prima pioggia. Gli oli della terra, ormai annichiliti nella roccia, si trasformano in un aerosol balsamico e pungente che si diffonde tutt'intorno. Minerale, ferroso, non a caso ricorda il sangue e la polvere da sparo.
Per questo sapevo con certezza cosa stava succedendo.
Non riuscivo a muovermi, non potevo aprire il casco. Sentivo chiaramente la tuta impregnarsi velocemente, dal ventre giù lungo il fianco sinistro, pochi secondi ed avevo già la pelle madida. Niente di inaspettato.
L'avevo sempre saputo ma l'ho capito, davvero, solo in quell'istante. E mentre le mie labbra si schiudevano alla disperata ricerca di ossigeno, in quell'ultimo, naturale, incondizionato riflesso teso alla sopravvivenza, vidi il suo collo contrarsi, il suo respiro imprigionato nell'alto torace, ad un passo dalle vie aeree. Senza fiato.
Gli occhi sgranati, nelle pupille il guizzo dell'improvviso stupore che diventa consapevolezza, l'entanglement istantaneo.
In quegli occhi, che vedevo di nuovo per la prima volta, ho riconosciuto tutto ciò che non eravamo stati in questa vita, ma sapevamo finalmente entrambi, essere stati nelle altre.
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UNBLESSED
Science FictionIn un mondo dove gli opposti sono per definizione complementari e l'essenza stessa della realtà non è altro che il riflesso del dualismo intrinseco della materia, alcuni tra noi sembrano essere chiamati alla guida di un cambiamento epocale. Predesti...