Chapter 9: Illegale Porta-Guai

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L'odore di carne era persistente ma succulento.

Si insinuava nelle narici e accendeva la fame con una facilità incredibile.

Il ristorante era un posticino molto tranquillo, con le mura chiare e a due piani. La saletta interna e superiore concedeva un'ottima visuale sulla strada grazie all'ampia vetrata sempre pulita e i tavoli erano ben distanziati tra di loro. Un enorme acquario pieno di pesci tropicali ammaliava chiunque; era stato spostato più verso la vetrata in modo tale che, al tramonto, i raggi oltrepassavano il cristallo e coloravano di arancio ogni cosa.

Sembrava essere nell'oceano.

Si poteva accedere tramite scale o con l'ascensore. I camerieri ne avevano uno privato che collegava il piano superiore direttamente alla cucina. Il primo piano era molto confortevole, pieno di piante; l'attrazione principale era un forno antico e a legna dove venivano cotte delle ottime pizze.

Il gruppetto si era riunito a un tavolo non molto distante dall'acquario e dalla vetrata e avevano già ordinato.

Izuku era piuttosto timido, il disagio si era scolpito sul suo visetto. Continuava a torturarsi le dita con fare nervoso mentre sedeva tra Katsuki e Masaru.

«Senti che buon odorino, Izuku?» cinguettò Taishiro. «Ho una fame!». Il piccolo annuì appena.

«Tu hai sempre fame» lo rimbeccò giocoso Masaru.

«E' vero!».

«Kacchan, puoi accompagnarmi al bagno?» domandò improvvisamente il verdino.

«Sì, certo. Andiamo».

Gli adulti li osservarono con fare pensieroso ma non dissero nulla. Li seguirono fino a che non svanirono verso le toilette alla fine dell'ampia sala.

«L'ha presa proprio male» sospirò Taishiro. «Avevo il sospetto che fosse sottopeso ma alla fine è giusto che venga curato se vogliamo che nulla vada storto durante il trapianto di cornee».

«Esatto» aggiunse Yagi. «E' un bravo bambino e voglio fare di tutto per aiutarlo: questo implica muoversi senza fare futili errori».

L'altro annuì. Prese un sorso d'acqua mentre guardava la direzione dov'erano spariti i due ragazzi. Anche Masaru era preoccupato ma cercava disperatamente di mantenere un atteggiamento positivo.

E se per tutti loro c'era parecchio ottimismo, per Izuku invece solo una gran voglia di piangere e urlare.

Il verdino era dinanzi al wc, dietro la porta nera. Stava armeggiando con la cintura già da qualche minuto ma non riusciva a sfilarsela. Sulle sue guance nuove lacrime avevano creato striature salate, calde e trasparenti.

«So che sei indipendente ma vuoi una mano?» chiese Katsuki che lo aspettava fuori, in quell'enorme bagno pieno di porte nere.

«Sì, Kacchan...» ammise debolmente. «Mi dispiace».

La porta cigolò dolcemente. Il biondo sembrava molto provato dal suo stato d'animo. Non disse nulla, sfilò facilmente la cintura dalla fibbia e gli calò giù i pantaloni.

«Grazie, Kacchan».

«Non dirlo neanche. Se ce la fai da solo con le mutande, io aspetto di nuovo qui fuori».

Il verdino annuì. E ben presto si liberò la vescica piena. Non fu facile trovare lo scarico ma non si arrese con tutto il tastare sulle mattonelle. Infine uscì; Katsuki lo afferrò per il braccio per portarlo verso i lavandini.

Regolò l'acqua in modo da essere tiepida, poi gli fece mettere le mani a coppa per potergli spruzzare del sapone su. E Izuku finì il lavoro.

«Stai bene?».

KiriBaku: Kamilla, Kat, KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora