Chapter 12: Un Giorno da Dimenticare

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«Grazie per aver accettato di uscire con me, Midoriya».

Izuku sorrise teneramente. Il rombo dell'auto era un suono costante ma non infastidiva. L'odore di Shoto era buono e aleggiava tutt'intorno, piacevolmente.

«Puoi chiamarmi anche con il mio nome, Todoroki-kun».

«Solo se anche tu farai lo stesso» rispose l'altro. «... Izuku».

«Va bene, Shoto» Izuku sbuffò una risatina. «Dove mi porti?».

«Scegli tu. Parco o centro commerciale?».

«Preferisco il parco. Non sono molto a mio agio con troppi rumori forti».

Shoto guardò il suo maggiordomo che a sua volta li studiava con qualche occhiata occasionale dallo specchietto retrovisore dell'abitacolo. Annuì e svoltò la prima a sinistra. Conosceva un parco molto tranquillo a meno di un chilometro dal villino dei Bakugo.

«Shoto, posso farti una domanda?».

Il bicolore ne rimase sorpreso però acconsentì.

«Tu sai che cosa è successo a Kacchan? Sono tre giorni che si comporta in modo strano e mi sta evitando».

Shoto ne rimase sorpreso. L'unica cosa che gli venne in mente fu la vicenda dei bagni anche se non conosceva affatto i retroscena. Se il diretto interessato non aveva raccontato nulla a Izuku allora avrebbe fatto lo stesso.

«Purtroppo no. Forse è solo la febbre».

«Forse hai ragione...» rispose pacato l'altro ma un po' triste.

Nessuno dei due parlò più e un silenzio imbarazzante cadde tra di loro.

Arrivarono in poco tempo, complice la strada sgombra. Il maggiordomo parcheggiò poco dopo il cancello principale dell'enorme e rigoglioso parco, poi andò ad aprir loro le portiere.

«Grazie, Murakase-san» rispose cordiale Shoto. «Torneremo tra una mezz'ora».

«Vi aspetterò qui, signorino. Buon proseguimento».

Con la coda dell'occhio Shoto catturò un motociclista che stava viaggiando a una velocità fin troppo bassa e puntava la testa coperta dal casco integrale verso di loro.

Quest'ultimo, però, proseguì verso nord e svanì così com'era arrivato.

-Forse me lo sarò immaginato che stava guardando me e Izuku- pensò il ragazzo. «Vogliamo andare?» domandò al più basso che annuì.

Shoto gli portò la mano sulla schiena. La prima cosa che pensò fu a quanto fosse piccina ma incredibilmente forte.

«Quand'è il tuo compleanno, Izuku?» domandò improvvisamente.

Lui non era un ragazzo loquace ma aveva fatto delle ricerche su internet sulle varie domande da fare per rompere il ghiaccio e conoscere qualcuno.

«Il quindici di luglio e il tuo?».

«L'undici di gennaio».

«Che buffo. Io sono nato poco prima del solstizio d'estate e tu in pieno inverno. Sai, ho letto che gli opposti si attraggono. In più io amo il freddo» riprese solare il verdino.

«Ed io il caldo» rispose di getto l'altro.

Izuku lo guardò con i suoi occhi ciechi. Shoto non poté fare a meno di perdersi nei sottili filamenti biancastri delle iridi. Lo ipnotizzarono con una facilità disarmante.

«Che buon odore hanno le margherite».

Shoto sobbalzò un po'. «C-certo. Ti piacciono i fiori?».

«Solo annusarli, in verità e provare a riconoscerli» ammise l'altro.

KiriBaku: Kamilla, Kat, KatsukiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora