🎶 Black or White - Michael Jackson 🎶
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Arrivo a scuola con Madre, che ha deciso di non perdermi d'occhio almeno per il tempo in cui incontrerò il preside. La scuola sembra una grossa struttura ospedaliera caduta in rovina più o meno dagli anni cinquanta. Come era prevedibile tutti oggi sono puntati su di me che non indosso altro che un paio di stivali neri alti fino al ginocchio, dei jeans e una maglietta con sopra un blazer nero. Ma sono sicura che la cosa che sta attirando l'attenzione degli studenti siano gli occhiali.
Puoi capire molto guardando negli occhi una persona, ma se quella arriva con gli occhi schermati completamente di nero i tuoi sensi potrebbero suggerirti sue cose: serial killer o star del rock. E io di Elvis Presley ho proprio poco poco.
Tiro giù lo zaino mezzo vuoto e seguo madre nell'ufficio del preside.
Mi sorbisco un'ora di ramanzina non proprio rassicurante sul fatto che la scuola sia assolutamente sicura e che non ci sarà bisogno di ricorrere alla violenza.
Tiro giù gli occhiali per un secondo e vedo il preside osservarmi con uno sguardo strano. Lo so, un colore davvero bello. Peccato non sia un colore naturale. Mette solo inquietudine.
"Naturalmente" rispondo, rimettendo le lenti al proprio posto.
Usciamo da quella tortura e mia madre mi stringe peggio di una bambina alle elementari. Lei, mio fratello e mio padre sono gli unici di cui giustifico l'apprensione.
"Stai tranquilla, se ci sono problemi o noto qualcosa di strano ti avviso"
"Mi raccomando" piagnucola lei uscendo dall'edificio successivamente. Non le passerà mai.
Mi incammino per la scuola a cercare il mio armadietto e quando lo trovo c'è del bestiame che ci sta pascolando intorno. Mi guardano in cagnesco e ridono. Sbuffo. Okay facciamo il giochino della nuova arrivata e mettiamo in riga un paio di teste.
"Ciao"
"Oh ciao nuova arrivata"
Scansione dall'alto in basso. Che voglia di dargli un pugno. E non siamo neanche alla prima ora.
Tre ragazze una bionda, due more, non molto dotate di input per la produzione di neurotrasmettitori utili. Il capobranco della stalla non è presente.
"Quello dovrebbe essere il mio armadietto, chiedo scusa"
La mia finta gentilezza non durerà ancora per molto.
Finte facce sorprese si elevano dal gruppetto. Oh no. Sarà una di quelle situazioni. Eh va beh, dominio del territorio. Primo giorno, prime ragazze che piagnucolano, prime rotture. Per questo odio cambiare scuola.
"Oh, scusami, non pensavo ti servisse... beh comunque sono arrivata prima io, quindi potresti cercarne un altro"
Sbatto le palpebre due volte. Capito.
Noto uno strano luccichio nell'armadietto finché non capisco di che si tratta. Uh, ci si diverte adesso.Mi stiracchio leggermente per poi appoggiare un braccio vicino alla mia nuova amichetta.
"Senti, come hai detto che ti chiami?"
"Lory" mi risponde con spocchia.
Il suo atteggiamento è già cambiato, adesso le sue ginocchia tremano leggermente.
"Bene Loretta, sai dove potrei trovare un altro armadietto?"
"N-no! Ovvio che no! Cercatelo da sola"
"Mmh capito. Risposta sbagliata"
In un lampo, afferro le forbici luccicanti di Loretta appoggiate nell'armadietto e le tiro la treccia fastidiosa, ficcandoci le lame in mezzo. Poi guardo le sue amiche sorridendo. Gli occhiali mi cadono di poco sopra al naso, rivelando i miei occhi cristallini.
"Allora Loretta del mio cuore.. che facciamo? Raccogli le tue cose alla velocità della luce e sparisci prima di subito o facciamo un nuovo look?"
Lei si mette a frignare, io lascio la presa e lancio le forbici nel maledetto armadietto, da cui la cose di Loretta scompaiono tempo zero.
Forse sono stata troppo dura. Mah.
Scarto un lecca-lecca e me lo infilo in bocca. Quando il tutto si è liberato sistemo le mie cose in pace, nel silenzio e nel brusio di una scuola che mi ha appena visto quasi tagliare una treccia di netto.
Ma per me non fa differenza. Niente te fa differenza. Le emozioni sono tutte opache.
"Ehi sei stata grande!"
"Grande? Sei stata super!"
Due ragazzi un maschio e una femmina mi si sono avvicinati con la faccia più vivace che io abbia mai visto.
"E voi sareste?"
"William e Stephanie. Giornalino scolastico"
La mia faccia si illumina.
"Quindi l'ideona della Meangirl è la vostra"
"Si, si beccati in pieno, ma abbiamo sbagliato di brutto ragazza" dice Will.
Sembravano delle scuse fatte male anche se sincere.
"Esatto, tu sei una bomba ad orologeria"
Una bomba ad orologeria me lo avevano sempre ripetuto quindi ci ero piuttosto abituata.
Fase 1: difesa del territorio completata.
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Teen FictionAl liceo Green High di Stormbrooke sta per arrivare una nuova studentessa appena trasferitasi, che frequenterà il quarto anno: le cheerleader e la squadra di football, insieme ovviamente al resto della scuola sono in totale subbuglio perché gira voc...