CASSETTA 1

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18 ottobre 2021

L'ennesimo numero tre spicca in alto a destra sul foglio protocollo a quadretti e non se lo spiega, dato che ha studiato per quel compito di matematica, si è impegnato ad imparare tutte le formule, eppure quello è il risultato.

Forse ha sbagliato a scegliere il liceo scientifico, visto che con quelle materie fa pena.

Ma che gli è saltato in mente?

Lo ha fatto per seguire l'unico amico che aveva alle scuole medie e adesso quella è la stessa persona che manco gli rivolge più la parola.

Incredibile come qualcuno con cui si è condiviso tanto diventi, d'un tratto, un perfetto sconosciuto.

Marcello, si chiamava - chiama, non è mica morto (purtroppo).

Ogni tanto lo incontra nel corridoio e l'altro finge che lui non esista.

Per quel che vale, si comporta allo stesso modo.

Abbandona la verifica sul banco posto in ultima fila, dopo esce dall'aula per approfittare degli ultimi minuti di intervallo.

È in quella classe da poco, dopo esser stato bocciato l'anno precedente - e con tali premesse, rischia di esserlo anche quell'anno.

Inizia a sospettare che il liceo in generale - non solo lo scientifico .- non faccia per lui, che avrebbe dovuto optare per qualcosa di più semplice, alla sua altezza, magari un istituto professionale che rilascia una qualifica; avrebbe potuto fare i soldi con quella da elettricista.

Magari.

Ha questi pensieri che gli frullano in testa, intanto che gira con un bastoncino di plastica il caffè scadente e bruciato del distributore automatico dell'istituto, con le spalle contro il muro.

Non ha legato troppo con nessuno dei nuovi compagni, non nel profondo; insomma, sono tutti dei conoscenti con cui occupare i fine settimana con feste organizzate al risparmio con le birre del discount.

L'unica eccezione è Chicca che è la ragazza che frequenta dall'estate appena trascorsa, quindi non sa se conta - probabilmente no.

Tanto quel giorno lei non c'è e la ricreazione lo passa da solo con un caffè schifoso, evitando di intavolare qualche frivolo discorso con qualche compagno. Il tre in matematica lo ha tramortito abbastanza.

«Manuel?»

Sobbalza quando sente richiamare il proprio nome. Alza il capo. «Professó» esclama.

Davanti si trova Dante Balestra, è il suo nuovo professore di filosofia. È una materia che ha sempre reputato affascinante e l'uomo sa renderla addirittura più accattivante, anche se non lo ammetterà mai ad alta voce.

«La professoressa Girolami mi ha detto che hai preso tre nell'ultimo compito.»

Le voci circolano in fretta.

Manuel scrolla le spalle e butta giù l'ultimo sorso di caffè che già si è fatto freddo. «Sì, vabbè, ma non è importante» taglia corto.

No, ti stai solo crogiolando nel fallimento da quando lo hai letto, ma tutto okay, la propria coscienza lo sbeffeggia - con ragione.

«Beh, hai preso anche due di latino, quattro in italiano, ti ho messo sei da me solo per carità.»

«Ah, grazie, eh» smorza una risata, credeva fosse stato perché era bravo «tanto recupero al prossimo quadrimestre.»

«Sei un ripetente, se già inizi l'anno così, è difficile recuperare dopo.»

Ecco, un bel incoraggiamento è ciò di cui ha bisogno, come se non fosse abbastanza bravo a demolirsi da solo.

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