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Enya

-Allora, cos'hai intenzione di fare?- Ezra è seduto sulla sulla poltroncina della mia stanza a sgranocchiare patatine e guardare il soffitto.

È seduto lì da quando, due giorni fa, un'infermiera l'ha avvertito che stavo male e lui si è precipitato da me in meno di quindici secondi.

Non che ci voglia molto dalla mia alla sua stanza, siamo letteralmente uno accanto all'altra, e non che non abbia provato a buttarlo fuori più volte, ma indovinate? È ancora piantato lì.

Non mi stupirò di vedere l'impronta del suo sedere sull'imbottitura, quando mai si alzerà da quella poltrona.

-Cosa intendi?- Chiedo giocherellando con l'infima zuppa che l'infermiera mi ha lasciato poco fa.

Solo il pensiero di mangiarla mi fa venire voglia di vomitare di nuovo.

Il cibo degli ospedali non fa schifo come dicono, è solo questa sciapa e scialba zuppa di "non so che cosa" che fa venire voglia di lanciare il vassoio dalla finestra.

-Che visto che si stanno ripresentando i sintomi significa che la tua fine è vicina e spero che tu non voglia passare i tuoi ultimi giorni a fissare il soffitto di questa camera.- Dice con ironia, ma riesco a cogliere quel leggero filo di dolore e preoccupazione nella sua voce.

Ezra è rimasto con me due giorni a guardarmi soffrire nonostante le mie supplice di andarsene.

È rimasto mentre la febbre continuava a salire ed il mal di testa mi faceva urlare nel sonno.

È rimasto anche quando ho cominciato a vomitare tenendoci entrambi svegli tutta la notte.

Ha dovuto sempre indossare la mascherina ed ha rischiato davvero di prendersi un'infezione e mandare a fanculo le sue possibilità di trapianto, ma è rimasto lo stesso.

È rimasto anche se sapeva di soffrire vedendomi stare di nuovo male.

Anche se sapeva che io avrei sofferto a vederlo lì per me perché sapeva che il mio stupido cuore si sarebbe riempito un altro po'.

So di non meritarmi Ezra. È un cuore troppo buono per me, ma è l'unica persona per cui sono egoista.

Ho bisogno di lui anche se so che finirò per distruggerlo.

Vorrei allontanarlo, dovrei davvero ed ogni tanto ci provo, ma il mio egoismo è più forte della ragione.

Ho conosciuto Ezra dopo la mia prima remissione, quando ancora credevo di esserne uscita per sempre e pensavo di poter vivere come tutti gli altri.

Io ero lì per i controlli di routine e lui per farsi dire se c'erano possibilità di un trapianto di polmoni.

In quel momento avevo troppa speranza ad accecarmi per farmi usare la ragione.

Il bastardo è entrato nella mia vita senza bussare e prima che capissi di dover tenere tutti lontani ed ora non ne vuole sapere di lasciarmi sola.

Se quando morirò soffrirà sarà solo colpa sua e della sua testardaggine.

E colpa mia e del mio egoismo.

-Oh perché fissare questo soffitto bianco e vuoto non è un'attività interessante?- Ironizzo mettendo finalmente in bocca un cucchiaio di zuppa.

Non sa di niente, ma almeno è calda e allevia un po' il bruciore che ho in gola.

-Credo che dovresti fare una lista sai.- Mugugna accartocciando il sacchetto ormai vuoto delle patatine e lanciandolo nel bidone.

Come un girasoleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora