Con voce impavida e altera, Nereida intreccia la trama della verità nascosta: "Prima di tutto, sgombriamo il campo da ogni illusione sulle origini della Terra, un inganno tessuto dagli stregoni oscuri che un tempo assediarono l'intero globo.
Tredici miliardi di anni fa, nel vuoto cosmico danzava un Titano chiamato Animaeus. Una presenza di puro spirito, la cui figura si materializzava come una sfera sospesa nell'abisso buio. In un'era senza tempo, Animaeus comprese di poter generare colore, spazio e manifestazione dall'interno di sé. Scoppiò in un fragore, difficile da concepire, dando vita a Pyralis e Zephyros, gemelli Titani uniti in un abbraccio cosmico.
Spirali di fumo sibilante danzarono fuori da Zephyros, mentre da Pyralis scaturivano luci infuocate e incandescenti. L'impatto della loro nascita nell'etere creò un tumulto di masse infuocate e vortici possenti. In questa coreografia celeste, il vuoto prese vita con una sinfonia di elementi primordiali.
Da questo atto primigenio emersero i due gemelli, avvolti nei loro elementi distintivi. Zephyros, signore dell'Aria, governava con nubi vorticanti di gas, mentre Pyralis, custode del Fuoco, irradiava luci avvolgenti e fiammeggianti. La loro danza cosmica segnò l'inizio di un'epoca di creazione, in cui i vortici e le masse infuocate si intrecciavano nel vuoto, dando forma e vita all'universo nascente.
Col trascorrere delle ere, i Titani scaturiti dallo spirito di Animaeus si consacrarono a vigilare e guidare le fiamme celesti in un vortice nebuloso senza fine. Pyralis nutriva con il suo ardore alcune delle meteore vorticanti, mentre Zephyros si dedicava a farle danzare in un vorticoso mulinare.
Il Titano dello Spirito, inorgoglito dalla magnificenza del creato che si svelava dinanzi e intorno a lui, abbracciava con orgoglio il suo ruolo divino. La sua presenza si manifestava come una leggendaria celebrazione, impregnando l'universo in una sinfonia di elementi primordiali che danzavano al ritmo del loro potere eterno.
Nel perpetuo rituale della creazione divina, emerse l'epica nascita di altri due titanici esseri: Thalassius e Gebros. Il primo sorse dai potenti venti generati dal movimento ininterrotto, dando origine a un involucro di ghiaccio galattico. Attraversando le meteore infuocate, questo ghiaccio si sciolse, plasmandolo in forma di acqua. Il secondo titano, invece, nacque con l'avvento del primo; le acque di Thalassius bagnarono una delle immense masse infuocate, impegnate nel vorticare nel vuoto della manifestazione. L'acqua, evaporando con maestosa forza, spense quel fuoco primordiale e possente, dando vita a Gebros, il titano della Terra.
Avvolti in un caloroso abbraccio simbolo d'amore per la nascita di qualcosa che, un tempo, rappresentava solo il vuoto, i cinque imponenti titani si distanziarono l'uno dall'altro. In quel momento, notarono l'insorgere di un nuovo turbine, un fenomeno che Animaeus denominò galassia. Una vastità spaziale ricca di stelle e pianeti, una memorabile creazione delineata dalla loro maestria. Animati dalla volontà di amplificarne l'importanza, i cinque titani decisero di conferire ulteriore potenza a questo affascinante universo, focalizzando la loro scelta su un pianeta ardente situato nelle immediate vicinanze della stella più luminosa e maestosa.
Gebros, con occhi acuti, individuò per primo quel pianeta e scelse di chiamarlo Terra. Pyralis, come un abile artigiano di argilla cosmica, afferrò il pianeta nelle sue mani titaniche, dimostrando la sua maestria senza infliggere danni. Con decisione ardente, decise di infondere ulteriore calore a questo globo appena formato, estraendo da esso una piccola porzione, la quale chiamò Luna, concependola come salvaguardia contro le potenti fiamme stellari. Successivamente, rimise Terra esattamente nella sua posizione originale, mentre il vento prodotto dal suo spostamento rafforzò e allineò gli altri pianeti del cosmo.
A seguire, Thalassius, nell'apice della sua manifestazione, ricoprì il globo con la sua acqua, rinfrescandolo completamente e inondandolo di vita. Poi fu il turno di Zephyros, che infuse nella sfera la sua aria vibrante. Nel frattempo, nel globo ormai sommerso, scatenarono tempestose maree e flussi lavici che si sprigionavano sotto il livello delle acque.
Infine, Gebros, con solenne presenza, si posò sulla sfera ormai trasformata in un pianeta azzurro, ricco di nubi e fulmini. In un momento di emozione, da lui sgorgarono semi fertili che si piantarono sulla crosta terrestre, bagnata dalle acque.
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L'alba degli Elementi
FantasyEllian, un ragazzo di sedici anni cresciuto in una cittadina montana chiamata Eldoria, si ritrova coinvolto in un evento sconvolgente: un terremoto che frantuma la sua realtà. Durante questo caos, quattro giovani sorprendenti emergono per aiutarlo...