7. Il servizio

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Mi sembra strano trovarmi sola, quando ho trascorso le ultime 24 ore costantemente circondata da gente, ma dopotutto, avere qualche ora da sola (o quasi, beh il fotografo è essenziale per fare i servizi fotografici, ovviamente), fa bene.

Arrivo allo stand numero 8, seguendo le indicazioni scritte sul foglio, apro la porta e la sorpresa più bella che potessi trovare, mi aspetta lì davanti.

"Christian!" esclamo felice, "Non ti vedo da anni!" e gli corro incontro per abbracciarlo.

Christian è il fotografo che mi ha portato al successo, è grazie alla sua bontà d'animo e alla sua instancabile ricerca per migliorarsi, che io ora lavoro a Seoul come fotomodella e modella.

"Sono 4 anni per l'esattezza" precisa lui con un sorriso, "vieni, ho una cosa per te" mi dice e mi porta vicino alla macchina fotografica, già scrupolosamente montata sul cavalletto e pronta per iniziare il lavoro.

"Buon compleanno JenJen!" mi augura, porgendomi un pacchetto regalo; era da anni che non mi sentivo chiamare JenJen, lui è l'unica persona al mondo che mi abbia mai chiamato così, mi ricordo quanto mi piaceva quel nomignolo.

"Non dovevi" gli dico, "Comunque, ti dispiace se lo apro dopo? Sono impaziente di cominciare", "Certo, preparati pure, il camerino è di là, Jenelle la truccatrice, è dentro che ti aspetta" mi dice gentilmente, indicando una porta a lato del luogo in cui dopo mi immortalerà. "Da quale completo cominciamo?" chiedo, "Il tuo agente mi ha dato una scaletta...aspetta..." e intanto si mette a cercarla nella sua cartelletta, "ah, eccola tieni".

"Ok, torno subito" rispondo e mi avvio nel camerino.

Ogni photoshoot deve durare un'ora: inizio con i completi da giorno dalle 11.00 alle 12.00, poi con gli abiti da sera da mezzogiorno alle 13.00, biancheria intima dalle 13.00 alle 14.00 e così via per tutto il giorno.

Incontro Jenelle, è una ragazza della mia età, molto bella e cordiale, mi trucca velocemente per lo shoot da giorno, terrò questo make-up, per tutti i completi, dopodiché esco, pronta per l'azione.

Il tempo passa e arriva subito il turno degli abiti da sera, i miei preferiti.

Li indosso uno ad uno, sentendomi più bella che mai: alcune di queste foto, finiranno sulle riviste di moda più famose, come Vogue, mentre altre, saranno appiccicate su cartelloni pubblicitari enormi, con il nome dello stilista, a fianco a me, e io col suo vestito addosso.

Gli scatti si susseguono, così come le mie pose: un po' da seduta, un po' da in piedi, lo sfondo dietro di me è cambiato: prima, per il giorno, si poteva vedere una bellissima immagine di una New York assolata e luminosa, ora invece, appare una romantica Tour Eiffel, illuminata dalle luci e circondata dalla notte più scura e assoluta.

Lentamente, arrivano le 13.00 e quindi arriva l'ora della Lingerìe; mi reco nello spogliatoio, indosso il primo completino a due pezzi e mi lascio truccare da Jenelle, mentre chiacchieriamo di ogni cosa.

Ci mette più del solito, più che altro per struccarmi: per la sera ha dovuto applicare numerosi strati di ombretto scuro, quindi quando finisce il trucco per il nuovo shoot (sembro emanare una delicata luce rosata) sono passati già 15 minuti.

Esco dallo spogliatoio, attenta a chiudere bene la porta (là dentro fa freddo e non voglio che lo diventi anche qui) e quando mi giro, mi ritrovo davanti i miei amici EXO, ovviamente tutti a bocca spalancata, ma sono gentili e cercano di nasconderlo.

Corro subito da Chanyeol e lo abbraccio, poi lo porto da Christian e li presento; "Ah e così tu sei il famoso Park Chanyeol eh? Vedo che hai realizzato il tuo sogno" dice sorridendomi il fotografo, e indicando le nostre mani intrecciate, "Sai, appena ho conosciuto Jennifer, non faceva altro che parlare di te e degli EXO. O mio dio, EXO di qua, EXO di là, poi una volta..." inizia la frase, ma io lo interrompo "Ok, Christian, abbiamo capito, grazie hai reso l'idea!".

Sono rossa dall'imbarazzo, un po' per ciò che Chris ha appena spiattellato ai miei idoli e un po' perché sono praticamente nuda, di fronte a loro.

Mi scuso velocemente con loro, per la situazione, ma sembrano più che contenti di essere capitati qui per questo shoot e poi cominciamo.

Mentre poso, mi dimentico della loro presenza e lavoro come ho sempre lavorato; ogni tot. vado a cambiarmi il completo e ogni volta che appaio con uno diverso, suscito reazioni sempre più rumorose.

Le foto continuano a essere scattate, ma mi sembra che quest'ora non passi mai, poi ad un certo punto il telefono di Christian squilla e mi dà una pausa, mentre lui esce per rispondere.

Mi avvicino agli altri, mi siedo sulle gambe di Chanyeol e comincio a chiedergli delle prove, parliamo tranquillamente per qualche minuto, poi il fotografo rientra e mi chiama da una parte: "Senti Jen, Harry, il tuo agente, sta venendo qui. Ha detto che ha qualcosa per te" mi dice, poi continua "Con gli scatti in Lingerìe abbiamo finito, ti chiamerò per venire nel mio studio nel week-end, cosicché tu e lo stilista possiate scegliere quelle da riservare alle riviste e quali alla pubblicità per la vendita degli abiti". "Ok, perfetto" rispondo sorridendo, lui risponde al mio sorriso ed esce dalla porta.

"Dove va il tuo amico?" chiede Kai, "non saprei" dico "ha detto che Harry sta arrivando e ha qualcosa per me, ma non ho idea di cosa sia."

Così ce ne stiamo lì a chiacchierare, poi chiamo Jenelle e la presento ai ragazzi; purtroppo deve scappare perché ha un altro servizio, così la ringrazio, la saluto e la lascio andare, visto che è già in ritardo.

Sentiamo bussare alla porta, solo 10 minuti dopo e Harry entra, accompagnato di nuovo da Christian, senza nemmeno aspettare una risposta, mi saluta calorosamente, mi fa velocemente gli auguri di compleanno e mi porge una stampella con un abito gonfissimo, coperto da un telo: "Mettilo e fatti fotografare. Questo è l'ultimissimo abito di Dior, sarai la sola e unica ad indossarlo, visto che poi verrà messo nel suo museo, come pezzo speciale. I capi del Brand, hanno chiesto esplicitamente di te, quindi sfoggia tutta la tua bellezza tesoro" dice tutto di un fiato.

Non mi resta altro che andare a cambiarmi, il trucco è perfetto così, quindi lo lascio.

Quando mi guardo allo specchio, non sembro nemmeno io, "Ma...è un abito da sposa" dico a me stessa, sbalordita.

Sto indossando un abito spettacolare: il corpino, senza spalline e con le stecche tra tessuto e fodera, è tutto decorato da diamanti ed è di un tessuto leggermente trasparente. È talmente attillato, che mi rende ancor più magra di quello che sono, ma non si ferma qui. Alla vita ho una cintura sottile, con dei diamantini sul fianco e poi la gonna, oh la gonna, è un tripudio di tullè, strati e strati di tullè che gonfiano la gonna in modo impressionante, il tutto coperto da uno strato di chiffon che si allunga in uno strascico sul dietro.

Raccolgo i capelli in uno chignon perfettamente ordinato e mi preparo per uscire; non sento rumori di fuori, probabilmente sono usciti per una pausa.

Apro la porta e infatti non vedo nessuno, ma so che sono nel corridoio all'esterno dello stand. Faticosamente esco dalla porta (tutto quel tullè è un tantino ingombrante), mi fermo esattamente dove mi metterò poi a fare le foto e chiamo a gran voce Christian e Harry, che ovviamente sono i primi ad entrare.

I ragazzi entrano subito dopo e vedendomi spalancano gli occhi.

"Oh mio Dio, ma sei bellissima" mi dice Luhan senza distogliere lo sguardo da me, io arrossisco e abbasso gli occhi. L'idea che Chanyeol mi veda vestita così, mi crea un senso di angoscia, ma di felicità al tempo stesso. Lui invece si limita a guardarmi per poi sorridere, mentre punta lo sguardo a terra.

Christian, vedendo questo scambio di occhiate propone: "Chanyeol, perché non ti metti vicino a lei, così vi scatto qualche foto?" Harry è in estasi per questa idea e inizia a farneticare di quanto parleranno di noi i giornali, di quanti nuovi clienti otterrà lui e tutto il resto di cose.

"Forza!" lo esorta il fotografo, così lui si avvicina e mi prende la mano, "Non so come funzionano queste cose" mi dice, "Voglio dire, ho fatto servizi fotografici, ma mai in coppia con delle ragazze". È nervoso, si sente dalla voce, così gli dico "Lasciati andare, ti guido io" per tranquillizzarlo e così iniziamo.

I primi scatti, risultano impacciati, ma piano piano, prende confidenza, inizia a sorridere, cambia posizione, insomma il servizio prende il volo e noi anche. Non vediamo più la macchina fotografica, o gli altri membri che ci guardano, ci siamo solo noi, che non smettiamo di guardarci negli occhi e di sorridere.

cHR

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