17. Il finale (im)perfetto

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La tensione che c'è dietro le quinte, si potrebbe tagliare con un coltello.

Mancano meno di 10 minuti all'inizio e le ragazze che stanno vivendo una delle loro prime esperienze e che non sono molto esperte, lo mostrano più di altre. Noi che usciamo alla prima uscita, siamo già pronte, così come chi esce poco dopo di noi.

La prima parte dello spettacolo, si terrà all'interno della villa, poi ci sarà una piccola pausa e gli ospiti e spettatori, verranno scortati in giardino, per farli accomodare e continuare la sfilata nel giardino.

Non so esattamente quante uscite ci siano, ma so solo che devo correre: i miei primi abiti, cioè quelli da giorno escono vicini, quindi appena finisco con uno, devo correre nel backstage e cambiarmi (fortuna che ci sono i dresser, altrimenti sarei proprio nei guai!), per essere pronta con il secondo.

Gli altri due, sono nel mezzo della sfilata, subito dopo la pausa e sono da sera, poi gli ultimi sono quelli speciali. Ne indosserò uno d'alta moda (cioè quelli realizzati apposta per le passerelle; sapete no, quelli un po' esagerati e strani, ma bellissimi) e quello di Dior.

Abbiamo tanto lavoro da fare e ormai la sfilata inaugurale della Settimana della Moda parigina, è iniziata: non si devono avere ripensamenti, bisogna essere decise e professionali.

Subito prima di uscire in passerella, trasformo il mio viso in una maschera di indifferenza, niente sorrisi e solo serietà: è così che mi ha insegnato Prada e lo appoggio al massimo. Odio sorridere, sia ai servizi fotografici, sia alle sfilate, quindi aver lavorato per lui, mi ha davvero fatto bene.

Ho appena iniziato la passerella: tengo lo sguardo fisso davanti a me, senza guardarmi in giro o soffermarmi su qualcosa o qualcuno in particolare, ma con la coda dell'occhio, vedo Chanyeol e gli altri seduti in prima fila. Alla fine della camminata, quando mi fermo in fondo a fare la posa, sono così vicini, che se allungassi la mano, potrei toccarli, ma non lo faccio (ovviamente), mi giro e torno indietro, diritta verso il backstage, dove mi aspetteranno dei minuti d'inferno, a causa della confusione delle ragazze e delle relle piene di abiti, messe ovunque.

Appena sono dietro la tenda che fa da sfondo alla passerella, mi fiondo dai dresser, che hanno già il mio vestito e i miei accessori in mano, così mi aiutano a togliere quello che ho addosso (un bellissimo tailleur, di colore grigio pernice, con inserti di pelle nera, nella giacca elegante e nella gonna a tubino) e a mettere l'altro.

Mi tolgono le scarpe, mentre io mi allaccio la collana al collo e il braccialetto al polso, mi danno la giacca e mi dicono di tenerla in mano, non di indossarla, dopodiché mi lasciano andare e mi reco all'entrata della passerella, dove Mike (il ragazzo che ci dà il via per le uscite) è disperato, perché non mi trovava.

Appena mi vede, mi afferra il braccio e mi tira vicino a lui: sono arrivata appena in tempo per la mia uscita, così supero la tenda e ritorno sul palco, sempre con la mia faccia seria.

Dopo aver finito questo giro, posso riposarmi un attimo, visto che i miei prossimi abiti, sfileranno dopo la pausa, in giardino. Per portarmi avanti, indosso adesso il primo e i suoi accessori, poi mi faccio struccare e ritruccare, per le uscite da sera (prima avevo le guance e le labbra rosate, una sottile linea di eyeliner nero e molto, moltissimo mascara), che è totalmente diverso.

Quando finiscono, non mi riconosco nemmeno: gli occhi, sono circondati da ombretto nero, che li fa risaltare, visto il loro colore azzurro, ho una spessa e importante linea di eyeliner, che finisce con il baffetto, cosa che contribuisce ad allungare lo sguardo come quello di una gatta, un'ombra scura sulle guance, che sembra scavarmi il viso e le labbra normali.

Terrò questo make-up, anche per l'abito d'alta moda, ma mi metteranno anche del rossetto nero, per rendermi più dark e misteriosa (un po' come il vestito).

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