'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars
I'm gonna give you my heart
'Cause you're a sky, 'cause you're a sky full of stars
'Cause you light up the path~Coldplay
Dylan
Ash ha gli occhi lucidi, ma non scende una sola lacrima.
Il professor Black ci fa sedere nelle sedie davanti al palco e ci fa la lezione: come non avere ansia da prestazione, come scandire le parole senza parlare velocemente e come far finta di piangere.
Ashley sembrava un po' annoiata, forse voleva azioni, non parole, di queste lezioni chissà quante ne avrà avute avendo un padre attore.<<bene ragazzi, per oggi la lezione è finita, ci vediamo il mercoledì prossimo>>
Tutti i presenti iniziano a prendere le loro cose uscire, sento un gruppo di persone dietro di me dire <<oggi c'è la serata delle stelle. Chi ci sarà?>> mi ero completamente dimenticato di quella serata. Mi avvicino ad Ashley.
<<ehi piccolina>> dico con tono gentile.
<<tu non hai visto nulla.>> capisco subito cosa intende, la lacrima, perché è così importante per lei tenere questa maschera da ragazza stronza senza problemi?
Comunque, acconsento.Cambio discorso. <<tu ci sarai alla serata delle stelle?>> Io amo le stelle. Quando avevo dieci anni, avevo visto una stella cadente, e dovevo esprimere un desiderio, me lo ricordo ancora bene 'quando sarò grande, datemi qualcuno che mi guardi come io guardo le stelle'. Lo so, è un pensiero profondo per avere dieci anni, ma io ero diverso, dovevo esserlo.
<<non lo so..insomma, ho molti compiti.>> non credo sia questo il motivo ma non faccio domande.
<<andiamo piccolina, ci sarò anche io, Victoria e tutti gli altri>> lei sbuffa.
<<un motivo in più per non venire.>> mi scappa un sorriso.
<<bene, avvisami se cambi idea.>> mi giro a vado via, mi devo iniziare a preparare.
Ashley
Torno a casa e chiamo Chloe, come tutti i giorni da quando mi sono trasferita.
Ma per la prima volta, lei non risponde, sarà impregnata? beh ha il diritto anche lei di trovarsi nuovi amici e uscire il pomeriggio.Salgo le scale e vado in camera mia, le pareti sono viola, come la camera di una bambina di cinque anni. Ai muri ci sono appese foto della mia infanzia, di John e Chloe, loro facevano le foto insieme solo perché lo volevo, in realtà si odiavano. E poi c'è lui, mio padre, in una foto in bianco e nero di quando avevo a malapena tre anni. Molte persone pensano che io lo odi per quello che mi ha fatto, ma non è così, cioè non del tutto. Ma non voglio pensarci e inizio i compiti.
<<Ashely! È pronta la cena!>> finalmente, stavo morendo di fame.
Arrivo in cucina e poggio il telefono sul tavolo, sto ancora pensando alla serata delle stelle di questa sera, ci dovrei andare? non lo so, alla fine non conosco nessuno in quella scuola tranne quello stronzo di Dylan Stewart.
<<com'è andata oggi a scuola? Sei rimasta più tempo>> giusto, non l'ho avvertita sul corso di teatro.
<<si, mi sono inscritta ad un corso di teatro, è stato bello rivedere il palco dopo così tanto tempo.>> è la verità, così tanto bello che mi è scesa una lacrima, la prima lacrima dopo la morte di John.